GAIA QUERO PRESENTA ʺIL POETA IN VALIGIAʺ
La silloge bilingue, intitolata ʺIl poeta in valigiaʺ dell’autrice tarantina Gaia Quero, traduttrice ed interprete per diversi tribunali francesi che vanta inoltre una formazione giuridica, è stata presentata venerdì 21 luglio presso il Caffè letterario della città vecchia di Taranto. Essa rappresenta il distillato di trent’anni di esperienze di vita tra amori e immigrazioni. Le poesie sono state declamate magistralmente dall’attore Francesco Gentile il quale ha coordinato inoltre la serata.
L’autrice gentilmente ha voluto concederci un’intervista con la semplicità che la contraddistingue e che le conferisce quel merito di essere immediata e diretta verso il cuore di chi l’ascolta.
Come nasce quest’opera?
Sono tanti anni che scrivo cioè da quando ero adolescente, mi capitava spesso di farlo nei posti più impensati e lì fissavo i miei pensieri su fogliettini di carta che non sempre conservavo. Sono passati vent’anni e nel frattempo ho interrotto la buona consuetudine di scrivere per poi riprenderla due anni fa a causa di alcuni avvenimenti e situazioni difficili da affrontare. Con la nascita del primo figlio che ha 10 anni ho mandato ad una casa editrice le poesie, con l’intento di arricchire il mio curriculum di interprete anche se poi l’editore era interessato a pubblicare un libro bilingue in italiano ed in francese in quanto abito in Francia da parecchi anni.
A chi si rivolge?
Si rivolge alle persone che vivono fra due culture, soprattutto emigrate e che poi sono tornate e che comunque sono sempre alla ricerca di un punto fermo. L’opera è stata tradotta da me stessa perché penso che il traduttore tradisca anche un po’ il senso delle frasi. Alcune poesie sono state scritte in francese e poi successivamente sono state tradotte in italiano. Mi rivolgo dunque a chi ha vissuto in posti diversi e quindi possiede più culture.
Perché questo titolo?
Perché queste poesie sono state scritte soprattutto durante i viaggi e nei momenti i cui rientro nella mia Taranto. Quindi sono versi poetici sempre in viaggio.
Che legame c’è con la terra d’origine?
È come se fosse un paese straniero in qualche modo con dei punti di riferimento e dei ricordi molto forti che hanno la forza di emergere. È una sensazione molto strana e particolare, c’è questo contrasto tra un senso di appartenenza e la scoperta di un paese che mi appare nuovo.
L’opera nasce in italiano o in francese?
L’opera nasce in italiano anche se a volte alcuni componimenti sono scritti interamente in francese.
Sono previsti altri appuntamenti?
Sì certo sempre qui a Taranto presso la libreria internazionale “Gilgamesh” il prossimo 11 agosto.
Una frase rappresentativa de “Il Poeta in valigia”.
Direi quella nella copertina del libro che è in francese: “Trente annèes de vie, d’amour, d’immigration”, la cui traduzione è “Trent’anni di vita, amore e di emigrazione”
E per concludere…
Terra miamaledetta
Terra mia maledetta
fuori dalla tua bellezza mi spingesti
e adesso dalle viscere mi richiami
Suoni frizzanti di tamburo
profumati di limone
dalla terra gravina
arida e secca
Agro-dolce di pomodoro
bianche calanche di basilico
voci di canti che vibrano
danzo in vortice fino a te.
GQ
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