GIAN PIERO BONA - IL GUARDIANO
Vivere verticalmente

Gian Piero Bona è nato nel 1926 e ha al suo attivo una produzione quantitativamente importantissima: 16 raccolte poetiche, traduzioni di Gibran, Rimbaud, Baudelarire, Corbière, 14 romanzi, una pièce teatrale e quattro sceneggiature televisive: La Monaca di Monza, Michele Strogoff, Odissea (ogni puntata era preceduta da un’introduzione di Giuseppe Ungaretti che la RAI ha perso non si sa come) e Leonardo, tutte degli anni ’60. Ciascuno può verificare da sé se i conti tornano, ma è indubitabile che un personaggio di tale spessore letterario sarebbe altrove ben più degnamente celebrato. In Italia, almeno dalla seconda metà degli anni ’80 in poi, il nulla o quasi per Gian Piero Bona, tanto meno a livello istituzionale. Non c’è da stupirsene, dal momento che un campione non esiguo di parlamentari intervistati non ha saputo rispondere a un semplice quesito grammaticale: “migrante” è un participio presente, non un gerundio. La scena muta vale doppio, o forse mezzo. Ecco una poesia di Gian Piero Bona; in un’intervista ha affermato: “(poesia) è vivere verticalmente ciò che gli altri di solito subiscono orizzontalmente".
(www.larecherche.it, con una nota di Alfredo Rienzi, che invitiamo a leggere)
Il guardiano
Catalogare mostri e ombre perenni
in biblioteca, e con curiosità
e trucchi brutali specchiarsi indenni
nell’argento della creatività;
sfidare il notturno dei capitani
che stracciano le pagine contenti,
sporcando i tuoi quadrati asciugamani
di vergine; nel cobalto dei venti
attirare i più segreti accostamenti
e formare il tuo spazio, è importante.
Un cane c’è sempre negli spaventi
che protegge il colpevole e le gare
da eroe. In casa il guardiano è importante
per un’opera nuova da rifare.
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