GIAPPONE-COREA DEL SUD, STORICO INCONTRO TRA KISHIDA E YOON

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Una giornata storica, quella di ieri, per il Giappone e la Corea del Sud. Per la prima volta in oltre un decennio, un leader giapponese si è recato in visita ufficiale nella vicina Corea del Sud.

La visita del primo ministro giapponese Fumio Kishida per il bilaterale con presidente coreano Yoon Suk-yeol fa seguito ad un primo vertice, tenutosi a metà marzo a Tokyo, quando fu proprio Yoon a recarsi nel Paese del Sol Levante. Questi due incontri, ravvicinati, rappresentano un aumento dei contatti tra Giappone e Corea del Sud mai visto negli ultimi 12 anni.

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Nelle specifico, i precedenti di un tale evento sono due. L’ultima volta che un primo ministro giapponese era stato in Corea del Sud era il 2018, con Shinzo Abe che presenziò alla cerimonia inaugurale delle Olimpiadi invernali di Pyeongchang, dove incontrò il presidente sudcoreano Moon Jae-in. Al contrario la visita di Yoon in Giappone, datata marzo scorso, trova il primo precedente più di dieci anni fa.

L’incontro tra Kishida e Yook assume valenza storica, oltre che per la motivazione temporale, anche per il fine ultimo e ciò che vi ruota intorno. Le relazioni tra i due Paesi orientali sono tese da moltissimo tempo, e questo progressivo riavvicinamento cerca in primo luogo di risolvere problematiche passate e soprattutto di rafforzare l’aspetto commerciale e di cooperazione militare in virtù della crescente minaccia nucleare da parte della Corea del Nord e dell’espansionismo commerciale della Cina.

La causa maggiore dello stallo tra Giappone e Corea del Sud è il colonialismo nipponico tra il 1910 ed il 1945, poi proseguito in differenti modalità, che da tempo è fonte di dissidi e recriminazioni reciproche. Il colonialismo giapponese fu la causa dell’annessione della Corea, al tempo considerata interna e comprendente sia Sud che Nord, all’impero del Giappone. Ovviamente sotto dominio coloniale la Corea subì le politiche giapponesi, tra cui l’erosione culturale e lo spostamento forzato di più di 750mila sudcoreani in Giappone per lavorare nelle fabbriche. L’argomento coloniale tra Giappone e Corea del Sud è perdurato per anni, ma solo recentemente la Corea del Sud ha rielaborato questa memoria storica in modo maggiormente aspro nei confronti del Giappone.

Ad aggiungersi a questo problema vi sono altre tematiche divisive, come la rivendicazione di sovranità sugli isolotti di Dokdo e l’incidente della centrale nucleare di Fukushima. La Corea del Sud ancora oggi vieta l’importazione di prodotti ittici dalle zone che vennero colpite dalla catastrofe del 2011 ed è stata in passato uno dei Paesi più critici contro la decisione e piano giapponese di versare l’acqua contaminata utilizzata per raffreddare il reattore nel mare. Oltre a ciò, vanno considerate anche visioni totalmente differenti tra Corea del Sud e Giappone in vari ambiti, come: la politica, la diplomazia, l’economia, la cultura e perfino lo sport e la cucina.

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Ora, dopo anni di tensioni e diffidenza, la minaccia portata da Pyongyang e la volontà espansionistica di Pechino hanno di fatto accelerato il processo di avvicinamento dei due Paesi. Corea del Sud e Giappone, oltre alla forte volontà di ricucire gli strappi del passato, possono contare su istituzioni democratiche solide e due tra le economie mondiali più sviluppate e ricche.

Significative, per quanto riguarda lo sforzo e volontà di riavvicinamento, sono state le parole del primo ministro giapponese Fumio Kishida al suo arrivo in Corea: "Il mio cuore sanguina per le sofferenze vissute dai sudcoreani durante la colonizzazione del Sol Levante. (…) Il mio cuore soffre perché molte persone hanno vissuto un’esperienza molto difficile e triste in un ambiente difficile in quel momento".

"Il Giappone e la Corea del Sud condividono una storia e uno sviluppo diversi e credo che sia mia responsabilità, in qualità di primo ministro giapponese, collaborare con il presidente Yoon e con la Corea del Sud per portare avanti gli sforzi dei nostri predecessori che hanno superato anche i momenti difficili" ha aggiunto Kishida.

"Spero di avere uno scambio di opinioni a cuore aperto con il presidente Yoon basato sul nostro rapporto di fiducia. Da marzo ci sono stati vari livelli di comunicazione in aree tra cui la finanza e la difesa, e ho intenzione di sviluppare ulteriormente questa tendenza in corso", ha infine concluso il primo ministro nipponico prima di partire in direzione di Seul.

Riccardo Seghizzi

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