GIORGIO BULZI
Tra Oriente e Occidente

Il percorso artistico di Giorgio Bulzi - milanese di nascita ma “orientale” di elezione - è molto particolare perché attinge ad una passione elettiva che persegue fin da giovanissimo: le arti marziali.
Giorgio è uno spadaccino, pratica l’arte marziale del Kendo ed è membro di una scuola di combattimento molto antica: la Tenshin Shoden Katori Shinto Ryu.
Il Kendo - letteralmente “la Via della Spada” - è un’arte marziale giapponese che deriva dall’evoluzione delle tecniche di combattimento con la katana utilizzate dai Samurai nei tempi antichi. “Ciò che pratichiamo all’interno della scuola, tuttavia, potremmo definirlo il “trisavolo” del Kendo - dice l’artista. La Katori Shinto Ryu è stata fondata nella metà del 1400, nel pieno del medioevo giapponese, ed è la più antica giunta fino ai giorni nostri. Attualmente siamo al 20º successore diretto del fondatore”.
Giorgio Bulzi - pittore, calligrafo shodo, grafico e designer
Certamente le discipline orientali hanno un aspetto che va ben oltre la pura pratica sportiva. Perché proprio il Kendo e la spiritualità orientale?
Quella di Giorgio Bulzi è stata una chiamata improvvisa che che ha preso corpo con il tempo, un amore per la Spada che non è soltanto un oggetto con il quale si combatte ma bensì un mezzo di relazione, uno strumento di giustizia, l’anima stessa del combattente.
L’arte di Bulzi risente dell’influenza orientale, di questo bagno di cultura e di spiritualità che trasuda dalle sue opere. Tuttavia, dopo aver “saccheggiato” - secondo la sua stessa espressione - il pensiero orientale ed estremo orientale, da un paio d’anni sta tornando alla nostra classicità. Sarà un richiamo di sangue - Giorgio è greco da parte di madre - o forse, semplicemente, il divario tra Oriente e Occidente inizia a smussarsi. L’artista percepisce con chiarezza quanto siano più numerosi i collegamenti rispetto alle differenze che, per secoli, hanno separato questi due mondi. I confini, in fondo, non esistono realmente: sono una proiezione del nostro pensiero.
“Performance” by Giorgio Bulzi
Detto ciò rimane comunque evidente quanto l’arte marziale e la spiritualità giapponese abbiano influito sulla produzione artistica di Giorgio Bulzi.
La matrice estremo orientale è decisamente forte e si inserisce nel solco tracciato, in America come in Europa, dall’arte gestuale ed informale del Dopoguerra.
Va sottolineata, inoltre, l’influenza del Gruppo Gutai (termine che significa “concretezza”),un movimentofondato ad Osaka nel 1954 dal pioniere dell’arte astratta Jiro Yoshihara.
Questo movimento si proponeva di sostenere la libertà artistica, non influenzando le opere con rigide regole creative ma concentrando la propria attenzione sulla figura dell’artista, quale strumento “concreto” dal quale l’opera nasce e prende forma.
Giorgio Bulzi prosegue in questa direzione aggiungendo, anche per approfondire la sua ricerca, lo Shodo - l’arte della scrittura giapponese - che diventa parte integrante della sua produzione figurativa.
“Dawn” (Alba) - smalto da marina, foglia oro e carboncino su cartapaglia intelata by Giorgio Bulzi
I “cerchi”, presenti ovunque nel suo appartamento/studio, sono proprio un tentativo di “bucare“, di oltrepassare i confini del pensiero. È un andare oltre, un tentativo di passare dalla filosofia alla metafisica vera e, quindi, dall’essere al non essere. Da qui il senso di questa circolarità, impreziosita artisticamente dall’oro ma a volte anche semplicemente tracciata con il carboncino o le matite: perché ciò che rende preziosa un’opera non è il materiale con cui viene realizzata ma la forza creatrice che le dà significato.
“Una volta realizzata l’opera lascio che sia lo spettatore a dare la propria interpretazione, la propria lettura perché il cerchio rappresenta l’universo di ciascuno e quindi, per ciascuno è diverso. I miei cerchi bucati possono essere utilizzati per passare dall’essere al non essere, dalla manifestazione al principio della manifestazione stessa. E forse anche oltre”, dichiara l’artista.
Pittura murale - smalto di marina, foglia oro e carboncino su parete by Giorgio Bulzi
L’idea di Giorgio Bulzi è quella di ritrovare il momento aureo dell’uomo primordiale, che non ha ancora una divinità esterna a se stesso: la divinità è il Creato, è la natura nella quale vive e dalla quale non si distingue ancora. Quindi non esiste “l’Altro“, non c’è una divinità esterna alla quale rivolgersi per pregare o ottenere qualcosa; tutto è già dentro di lui e lo rende, allo stesso tempo, creatore e creatura, benefattore e beneficiario, dio e uomo.
È come il passaggio dalla notte al giorno, quando la notte ancora non è finita e il giorno sta appena per iniziare: è un momento di sospensione.
In questo orizzonte fatto di ombre e di luce, l’artista ci invita a guardare oltre, a guardare dentro, invitandoci ad accettare la coesistenza di oro e carbone per realizzare, come lui, splendide opere d’arte. Con la nostra vita.
L’intervista che segue è stata realizzata da “Tavoli HeArt” per la Social TV della storica Libreria Bocca di Milano, all’interno della splendida cornice di Galleria Vittorio Emanuele II.
La Libreria Bocca dal 1775 è locale Storico d’Italia con il patrocinio del Ministero dei Beni e delle Attività Culturali.
International Web Post - nella persona del suo fondatore e direttore Attilio Miani - si fa portavoce di questa realtà, dando voce ad una realtà editoriale che è parte del nostro patrimonio culturale. #socialtvlbocca
Dove trovare Giorgio Bulzi:
https://www.facebook.com/profile.php?id=100012359041785
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