GLI OCCUPATI SOVRA-ISTRUITI IN ITALIA

Diminuiscono alla crescita del matching tra domanda ed offerta del lavoro

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L’Istat nell’interno dell’analisi del BES-Benessere Equo Sostenibile- calcola il valore degli occupati sovra-istruiti nell’economia italiana. Di seguito vengono ad essere proposte delle regressioni con metodo panel per verificare le relazioni esistenti tra il numero di lavoratori sovra-istruiti ed alcune variabili rappresentative del mercato del lavoro italiano. I dati fanno riferimento alle 20 regioni italiane nel periodo 2004-2019.

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Modello econometrico stimato

Gli occupati sovra-istruiti sono indicati come “Percentuale di occupati che possiedono un titolo di studio superiore a quello maggiormente posseduto per svolgere quella professione sul totale degli occupati” (https://www.istat.it/it/files/2018/12/BES2018-cap-03.pdf). Il valore degli occupati sovra-istruiti presenti nell’economia italiana risulta essere associato positivamente a:

  • Tasso di infortuni mortali e inabilità permanente: è calcolato come il “Numero di infortuni mortali e con inabilità permanente sul totale occupati (al netto delle forze armate) per 10.000”. Il numero dei lavoratori sovra-istruiti cresce con il numero degli infortuni mortali e inabilità permanente. In genere questi infortuni avvengono nell’interno di industrie ed organizzazioni produttive che sono o del settore primario, come, per esempio, nell’agricoltura e nelle attività minerarie, oppure nell’industria pesante e nelle costruzioni. Tali settori di attività economica, ovvero il settore primario ed il settore delle industrie pesanti e delle costruzioni, sono effettivamente caratterizzati da tassi di scolarizzazione bassi. In questi casi anche le persone che hanno una laurea possono essere considerate come dei lavoratori sovra-istruiti.
  • Grande difficoltà economica: la grande difficoltà economica è costituita dalla quota di persone in famiglie che alla domanda “Tenendo conto di tutti i redditi disponibili, come riesce la Sua famiglia ad arrivare alla fine del mese?” scelgono la modalità di risposta “Con grande difficoltà”. Esiste una relazione positiva tra il valore delle persone che vivono una grande difficoltà economica ed il valore delle persone che sono sovra-istruiti. Infatti, l’aumento della grande difficoltà economica è associato ad un mercato del lavoro che è sostanzialmente inefficiente ed incapace di produrre dei posti di lavoro adeguati per il sostentamento della popolazione. Tale condizione ovviamente porta a delle “misallocations” che si possono manifestare anche come accettazione da parte di lavoratori sovra-istruiti di lavori sostanzialmente squalificanti.

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Le relazioni essenziali del modello che cattura alcune determinanti dell’over skilling dei lavoratori nell’interno dell’economia italiana

Il valore degli occupati sovra-istruiti presenti nell’economia italiana è negativamente associato alle variabili indicate di seguito:

  • Tasso di mancata partecipazione al lavoro: è indicato come il “Rapporto tra la somma di disoccupati e inattivi ‘disponibili’ ovvero persone che non hanno cercato lavoro nelle ultime 4 settimane ma sono disponibili a lavorare, e la somma di forze lavoro ovvero insieme di occupati e disoccupati e inattivi ‘disponibili’, riferito alla popolazione tra 15 e 74 anni”. La mancata partecipazione al lavoro in realtà manifesta la presenza di un certo dinamismo nell’interno del mercato del lavoro, in quanto si tratta di lavoratori che sono disponibili a lavorare anche se non hanno trovato effettivamente lavoro. Tale attivismo nei confronti del lavoro porta ad una forza lavoro che è più orientata a soddisfare le esigenze dell’offerta senza eccessi nell’acquisizione delle skills. La prossimità, la tendenziale corrispondenza tra domanda di lavoro e offerta di lavoro risulta è in grado di creare una forza lavoro maggiormente orientate alle necessità della produzione.
  • Occupati in lavori a termine da almeno 5 anni: è costituito dalla “Percentuale di dipendenti a tempo determinato e collaboratori che hanno iniziato l’attuale lavoro da almeno 5 anni sul totale dei dipendenti a tempo determinato e collaboratori”. Tali lavoratori pure essendo a termine risultano essere inseriti nel contesto del lavoro e pertanto non hanno la necessità di acquisire ulteriori competenze professionali per poter effettivamente svolgere l’attività lavorativa. Ne deriva, anche in questo caso, che alla crescita della prossimità del lavoratore nei confronti del mercato del lavoro, viene ad essere ridotto il valore dell’over-skilling.
  • Reddito medio disponibile pro-capite: è il rapporto tra il reddito disponibile delle famiglie ed il numero totale delle persone residenti. I valori sono in euro. La crescita del reddito pro-capite è associata negativamente alla crescita del numero degli occupati sovra-istruiti. Tale relazione può essere meglio compresa considerando che il reddito medio disponibile pro-capite tende a crescere con la crescita dell’occupazione. Se cresce l’occupazione nella popolazione allora vuol dire che i lavoratori sono liberi dalla necessità di acquisire delle super-skills per poter accedere al mercato del lavoro ed al reddito.

Conclusioni. In sintesi, è possibile verificare come la presenza dei lavoratori sovra-istruiti è associata alla presenza di settori di attività economica che sono sostanzialmente legati all’economia del settore primario, dell’industria pesante e delle costruzioni o a condizioni di grande difficoltà economica. Ovvero la presenza di lavoratori over-skillati tende a crescere in presenza di redditi bassi e di economie a grado di innovazione tecnologico ridotto con un basso orientamento nei confronti dei servizi. Infatti, nel settore dei servizi è assai più improbabile che siano presenti dei lavoratori over-skillati ed ovviamente in questo caso i redditi tendono ad essere crescenti. Invece, al contrario, il numero dei lavoratori over-skillati tende a diminuire quanto l’offerta e la domanda di lavoro sono caratterizzati da prossimità. Ovvero se il mercato del lavoro sia dal lato dell’offerta che della domanda manifesta un certo attivismo, pure in presenza di disoccupazione e di lavori a termine è possibile che i lavoratori siano maggiormente orientati al lavoro remunerato piuttosto che all’acquisizione di skills che magari avranno delle difficoltà ad utilizzare nell’interno del mercato del lavoro.

Pertanto per vincere la piaga dell’over-skilling che provoca molte sofferenze ai lavoratori in termini di frustrazione e che pure rappresenta uno spreco di risorse e di capitale umano è necessario che la politica economica orienti l’economia nei confronti dei servizi, che riduca la povertà e che la domanda e l’offerta di lavoro siano caratterizzate da maggiore prossimità nella varietà delle forme di lavoro e pure nella presenza di attivismo da parte dei lavoratori anche se disoccupati.

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Angelo Leogrande

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