GOVERNO DRAGHI, MATTARELLA SODDISFATTO

Squadra con 23 ministri: poche donne e molti partiti. Il giuramento avrà luogo oggi alle ore 12,00.

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La quarta e sicuramente più difficile crisi di governo del suo mandato, che lo ha costretto ad intervenire in prima persona, per chiedere "a tutte le forze politiche presenti in Parlamento" di conferire "la fiducia a un governo di alto profilo, che non debba identificarsi con alcuna formula politica", guidato da Mario Draghi, la riserva più prestigiosa di cui dispone la Repubblica. Il Capo dello Stato, Sergio Mattarella, registra con soddisfazione la nascita del nuovo esecutivo, chiamato "a offrire risposte ai problemi quotidiani dei cittadini" conseguenza all’emergenza sanitaria, economica e sociale creata dalla pandemia, come ribadito dal premier dopo aver ricevuto l’incarico.

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Nasce un governo del presidente o meglio dei presidenti, in una sintonia suggellata ieri sera nei quaranta minuti di colloquio al Quirinale, durante il quale il presidente del Consiglio ha sciolto la riserva e ha proposto la lista dei ministri nominati dal Capo dello Stato. Una compagine frutto delle valutazioni del premier dopo le sue consultazioni con le forze politiche e i contatti dei giorni scorsi anche con il Colle, nella ricerca di un equilibrio tra tecnici di sua fiducia, esigenze di continuità con il precedente esecutivo, attese più o meno soddisfatte dei partiti.

Un equilibrio che andrà continuamente salvaguardato nelle prossime settimane e nei prossimi mesi e che quindi richiederà quello spirito di coesione e di unità nazionale più volte auspicato da Mattarella durante i drammatici mesi della pandemia che ci lasciamo alle spalle. Il futuro che ci attende dovrà essere veramente il "tempo di costruttori", in modo da "realizzare quella convergenza di fondo che ha permesso al nostro Paese di superare momenti storici di grande, talvolta drammatica, difficoltà", come sottolineato dal Presidente della Repubblica nel discorso di fine anno.

Una responsabilità che richiama i partiti che hanno consentito la nascita del governo, ma anche quelli che hanno deciso di rimanere all’opposizione, i soggetti istituzionali e le forze economiche e sociali. Tutti potranno guardare come punto di riferimento ai due presidenti, che iniziano una collaborazione destinata a segnare un tornante decisivo della storia repubblicana.

La squadra, a dispetto di quanto si immaginasse, ha una componente politica forte, determinante: in una squadra di 23 ministri, 15 arrivano dai partiti, i rimanenti otto sono tecnici. Con una delusione nella composizione: le donne restano in minoranza, sono solo 8, appena il 35% della squadra. L’imbarazzo è soprattutto dei dem, tanto che il segretario Nicola Zingaretti è costretto a intervenire: nemmeno una nel gabinetto dell’ex numero uno della Bce.

Quanto agli equilibri di una variegata maggioranza, ’Super Mario’ tenta di trovare la quadra: 4 M5S, 3 Pd, 3 Lega, 3 Fi, 1 Leu e 1 Iv. Ma ad incassare i ministeri più pesanti sono dem e Lega. La delusione si fa spazio tra i 5 Stelle, anche per un ministero della Transizione ecologica che non accorpa Ambiente a Mise come chiesto dai grillini. E crea scompiglio la presenza considerata eccessiva di Lega e Forza Italia.

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Ma vediamo la composizione. Nella squadra Draghi entrano 4 ministri pentastellati e sono tutte riconferme (anche se in alcuni casi in ruoli diversi) del Conte 2: Federico D’Incà torna ai Rapporti con il Parlamento e Luigi Di Maio viene confermato alla Farnesina. Mentre Stefano Patuanelli ’migra’ dal Mise all’Agricoltura e Fabiana Dadone dalla pubblica amministrazione alle Politiche giovanili.

Tre i ministri dem, due conferme con Lorenzo Guerini alla Difesa e Dario Franceschini alla Cultura (ma ’perde’ il Turismo). New entry Andrea Orlando, vicesegretario del Pd, come ministro del Lavoro. Tre anche i ministri in quota Lega: Giancarlo Giorgetti allo Sviluppo Economico, Erika Stefani al ministero per le politiche della disabilità e Massimo Garavaglia al Turismo. Anche per Forza Italia la delegazione è composta da tre ministri: Renato Brunetta alla Pubblica Amministrazione, Mara Carfagna al Sud e Maria Stella Gelmini agli Affari regionali. Leu vede confermato Roberto Speranza alla Salute. Per Italia Viva torna al governo Elena Bonetti nello stesso ruolo del Conte 2 ovvero Famiglia e Pari opportunità.

C’è poi la componente tecnica. Come prevedibile, il dicastero dell’Economia, che ha la regia del Recovery plan, viene affidato a Daniele Franco, fino a ieri direttore generale di Bankitalia e uomo di fiducia di Draghi. All’Interno viene confermata Luciana Lamorgese, alla Giustizia Marta Cartabia, ai Trasporti Enrico Giovannini. Mantiene lo spacchettamento del Miur, voluto da Giuseppe Conte, affidando l’Istruzione a Patrizio Bianchi e l’Università a Cristina Messa. Alla Transizione ecologica, il ministero chiesto a gran voce da Grillo, Roberto Cingolani, mentre Vittorio Colao, altro nome che ha fatto parte della task force dell’esecutivo precedente ritorna, da titolare dell’Innovazione tecnologica.

Il giuramento avrà luogo oggi alle ore 12.

Cerimonia della campanella oggi per Mario Draghi con il passaggio di testimone tra l’avvocato del popolo e ’Super Mario’. L’appuntamento è per le 13.

Redazione

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