GRAN BRETAGNA: FARAGE SI CANDIDA ALLE PRESIDENZIALI

Dopo il successo ottenuto alle europee, il Brexit Party è pronto a prendersi Westminster

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“Il lavoro comincia oggi”. Così il leader del Brexit Party, Nigel Farage, ha annunciato alla Bbc la candidatura del suo partito alle eventuali prossime elezioni in Gran Bretagna. Forte delle dimissioni di Theresa May e dell’enorme risultato conseguito alle elezioni europee, dove il suo partito ha raccolto la stragrande maggioranza dei consensi tra i “brexiters”, Farage non ha intenzione di fermarsi: il suo obiettivo è la Brexit dura, senza compromessi di sorta, e continuerà a presenziare la scena politica finché non l’avrà ottenuta. L’ultima volta che Farage (in quel caso con lo Ukip) aveva tentato la fortuna nazionale dopo il successo alle europee, non gli era andata benissimo: pur ottenendo il 12% delle preferenze totali, a causa del meccanismo maggioritario (a dire il vero, ingiusto) il Partito per l’Indipendenza del Regno Unito aveva ottenuto un solo seggio, e lo stesso Farage non era riuscito ad entrare in Parlamento.

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Questa volta, però, la situazione potrebbe essere diversa: il crollo verticale dei conservatori, unito alla situazione della Brexit che sembra ormai il paradosso del gatto di Schrödinger, rischia seriamente di far ripetere ai sostenitori dell’uscita dall’UE le stesse scelte fatte alle europee, rendendo le prossime elezioni qualcosa di molto simile ad un referendum-bis: se Farage dovesse ottenere la maggioranza tra seggi e voti in numeri assoluti, vorrà dire che gli elettori britannici avranno decretato nuovamente l’inequivocabile volontà di uscire dall’Unione, anche a costo delle grosse conseguenze economico-sociali che questo causerebbe (anche se Farage continua a negare l’evidenza a riguardo). C’è, però, il rovescio della medaglia: se è vero che Farage ha ottenuto il 32% alle ultime elezioni, che sommato all’8% dei conservatori e al piccolo 3% dello Ukip equivale al 43% di voti antieuropei, è altrettanto vero che i Liberal-Democratici dell’Alde hanno ottenuto un risultato storico insieme ai Green. Sommando il 3% dei nazionalisti scozzesi, si raggiunge il 33% di voti decisamente europeisti, oltre al 14% dell’”ambiguo” Labour Party. In poche parole, per quanto Farage ne sia uscito sicuramente vincitore, le consultazioni europee hanno presentato lo scenario di una Gran Bretagna divisa a metà, e per Farage la strada verso Westminster e la Hard Brexit non è affatto spianata.

Giulio Negri

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