George Pell
Respinto il ricorso in appello sulla condanna per pedofilia
Il giudice capo australiano della Corte Suprema, Anne Ferguson, ha respinto il ricorso in appello dell’ex tesoriere del Vaticano, il cardinale George Pell, accusato di pedofilia.
Resterà in carcere altri tre anni ed otto mesi. L’ultima speranza per il cardinale incriminato risiede nel ricorso circa la sua presunta innocenza presso l’Alta Corte, l’organo di giudizio finale dell’Australia.
George Pell ha assunto incarichi fondamentali nella Curia Romana, come quello di prefetto della segreteria per l’economia del Vaticano. Le indagini porterebbero ai lontani anni Novanta, quando il prelato fu nominato vescovo ausiliare a Melbourne.
Due tredicenni, coristi nella cattedrale di Saint Patrick, furono vittime dell’abuso nel 1996. Secondo le statistiche di Padre Lombardi, portavoce della Santa Sede, “non si tratterebbe di casi isolati di pedofilia, come ha sempre cercato di far credere la Chiesa cattolica, ma di un tratto comune a tutte le nazioni dove è ben presente la religione cattolica. Fino al 2009 in Australia si sono registrati numerosi casi di condanne di sacerdoti o religiosi per abusi sessuali su minori, ma secondo i gruppi di supporto le vittime si contano a migliaia e solo dopo le prime condanne stanno uscendo allo scoperto”.
Il cardinale Pell nel 2019, con il pontificato di papa Francesco, è stato sospeso dall’Ordine dell’Australia, un servizio della Chiesa cattolica che agisce a livello internazionale.
La Santa sede, al momento, respinge l’appello dell’alto prelato circa l’accoglimento del ricorso. Il papa si è espresso più volte su ciò che costituisce una vergogna per la Chiesa, la quale, in tempi non sospetti, si è macchiata del reato degli abusi sessuali contro i soggetti più vulnerabili. Il Santo Padre ha indicato, inoltre, quale debba essere l’atteggiamento da adottare per vigilare costantemente sui più deboli nei contesti religiosi.
La Pontificia commissione è un organismo che tutela i minori contro gli abusi di pedofilia e smaschera preventivamente vigilando per contrastare un eventuale crimine. Il problema si sta affrontando già da alcuni anni attraverso programmi di formazione per il personale ecclesiastico di tutto il mondo.
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