Gibilterra

Elezioni anticipate per avere il tempo di organizzarsi in caso di “no deal”

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È stato anticipato a giovedì, 31 ottobre il giorno delle elezioni per rinnovare il parlamento locale, formato da diciassette membri che avranno poi il compito di nominare il “chief minister” (ministro principale), in sostanza il capo del governo gibilterino.

L’anticipo di circa due mesi è stato deciso dal ministro principale Fabian Picardo in maniera da poter lavorare con maggiore calma sulle misure da adottare in caso di “no deal”, l’uscita senza accordo del Regno Unito dall’Unione Europea.

La penisola di Gibilterra si estende su una superficie di soli 6,8 chilometri quadrati. È situata nella punta meridionale della Spagna, all’estremità dello stretto che porta il suo nome e dista poche miglia dal Marocco.

Gibilterra è abitata da circa 33mila abitanti, quasi tutti di lingua inglese, che in un referendum del 2002 votarono in massa per rimanere nel Regno Unito, escludendo quindi la possibilità di unirsi alla Spagna.

Risale al Settecento l’occupazione di questo lembo di terra da parte del Regno Unito che l’ha fatto diventare una propria fortezza e una base navale dalla quale controllare l’accesso al Mediterraneo anche se, trovandosi in territorio andaluso, la roccaforte è da sempre uno degli obiettivi strategici della Spagna.

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Quando si votò per la Brexit, nel 2016 i cittadini di Gibilterra si unirono compatti a favore della permanenza nell’Unione Europea soprattutto per motivi di ordine fiscale ed economico poiché la roccaforte gode di uno speciale regime doganale che consente alle navi dirette nel Mediterraneo di pagare meno tasse. Gibilterra non fa parte dell’unione doganale europea ma dal confine con la Spagna passano liberamente ogni giorno circa 10mila cittadini spagnoli che arrivano dalla vicina città di La Linea per lavorare, oltre ai cittadini britannici che possiedono proprietà nel Sud della Spagna.

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In caso di una Brexit senza accordo questo confine potrebbe diventare più rigido con controlli su persone e merci che potrebbero creare lunghe file ed anche maggiori difficoltà d’accesso creando non pochi problemi all’economia peninsulare.

Di questo erano ben consapevoli i cittadini che sostennero la scelta del Remain, cioè la permanenza del Regno Unito nell’Unione Europea.

Il presidente del Consiglio europeo, Donald Tusk, e il primo ministro dell’Unione, Fabian Picardo, hanno chiesto che nei nuovi accordi tra Europa e Gran Bretagna la “questione Gibilterra” sia discussa assieme alla Spagna, questo perché se la Spagna non fosse coinvolta nella questione, secondo i tabloid inglesi, per ritorsione potrebbe privare Gibilterra del suo aeroporto, non riconoscendo al Regno Unito la sovranità dell’istmo su cui è costruito, oppure potrebbe modificare l’attuale imposta sul reddito delle società e portarla dal 10 al 25 per cento come nel resto del Paese.

In conclusione sarà bene trovare al più presto un accordo tra la Spagna e il Regno Unito, il tutto mentre l’Europa non sembra schierarsi o forse non dare il giusto peso alla questione.

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La roccaforte, va detto, è sempre stata considerata un paradiso fiscale e con il Decreto Ministeriale 04/05/1999 il sistema fiscale italiano l’aveva inserita tra gli Stati o Territori della Black List ponendo quindi limitazioni fiscali ai rapporti economico commerciali tra il nostro paese e i soggetti ubicati in tale territorio, salvo poi a essere posta nella White List.

Il tenore di vita degli abitanti di Gibilterra è molto alto rispetto a quello dei confinanti paesi spagnoli e marocchini. Basti considerare che PIL pro capite di 43.000 dollari, cosa possibile grazie alla propria moneta, la Sterlina.

Grazie a queste condizioni favorevoli, in questi ultimi anni, in molti pensano di trasferire la propria residenza a Gibilterra, tuttavia, chi fosse intenzionato ad avere i privilegi del sistema fiscale della penisola, deve comunque prima considerare che i prezzi delle case in affitto sono altissimi, al pari degli appartamenti appena fuori Londra.

A parte questo il territorio gode di una delle tassazioni sulle imprese più bassa di tutta Europa (se non del mondo), ovvero solo del 10%. Inoltre non esiste l’IVA e la tassa standard sul reddito delle persone fisiche è di circa il 20% (con molte detrazioni possibili).

Questo la fa diventare il centro nevralgico delle imprese di gioco e scommesse online, ad esempio WilliamHill, Bwin, 888 etc specialmente perché questo settore paga solo l’1% di tasse.

Nella vecchia Gibilterra un forte incremento all’economia è dato dal turismo che porta ogni anno svariate centinaia di visitatori che continuano ad arrivare, attratti dalla storia, dalla natura e dalle tante curiosità che la roccaforte custodisce.

Situata nel profondo sud della Spagna, tra la costa del Sol e il ventosissimo litorale che si affaccia sul continente africano, Gibilterra continua a mantenere inalterato il suo fascino come terra dalle colonne d’Ercole, limite delle terre anticamente conosciute, inoltre in alcuni punti della penisola è possibile osservare le acque del Mediterraneo confluire in quelle dell’oceano Atlantico

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Oltre all’ameno paesaggio il turista potrà scorgere soldati che indossano l’uniforme inglese, la classica cabina rossa del telefono e i pub e i ristoranti dove si parla rigorosamente inglese e si paga con le sterline.

Ovunque si staglia imperioso il profilo della rocca dalla cui altezza è possibile vedere tutto lo stretto, il Marocco e tutta la baia di Algeciras.

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Il turista può inoltre andare alla scoperta dell’Upper Rock Nature Reserve dove 200 bertucce, le uniche presenti in Europa, vivono in libertà, oppure percorrere i Mediterranean Steps, una scalinata che riporta alla base della rocca in un percorso di circa un’ora tra fiori e piante selvatiche e che passa accanto all’antico cimitero ebraico e al monumento dedicato alle colonne d’Ercole, o i giardini botanici o il Gibrtaltar Museum e tanto altro.

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In conclusione questo piccolo lembo di terra, dalla tanta avvenente bellezza, possiede delle caratteristiche che la rendono unica e che resteranno inalterate a prescindere da ogni decisione presa in merito alla Brexit.

Gianmatteo Ercolino

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