Guardare ed essere guardati
I social come vetrina sociale
Diciamo la verità: quante volte e per quanto tempo abbiamo dato un’occhiata alle foto di qualche nostro/a amico/a mossi o da motivi pruriginosi o solo per voujeurismo? Alzi la mano chi può ritenersi immune da una pratica che sembra consolidarsi sempre più tra gli utenti social. Secondo l’ultima analisi effettuata da Blogmeter, azienda italiana esperta in Italia in una serie di servizi dedicati al sistema dei social media, vi sarebbe una grossa fetta di utenti, il 69%, che si limita a utilizzare i social solo per leggere contenuti scritti da altri.
Il dato curioso e per certi versi sorprendente è che in questa tendenza rientrano i giovani dai 15 ai 24 anni, ovvero la cosiddetta Generazione Z, un pubblico ritenuto tendenzialmente portato a essere molto attivo sui social. Lo studio di Blogmeter giunto al terzo anno consecutivo con la ricerca “Italiani e social media”, ha realizzato 1.510 interviste a un campione rappresentativo di iscritti ad almeno un canale social. Dallo studio emergono le risposte a tratti sorprendenti e per nulla scontate su come ci comportiamo quando accediamo a una piattaforma social. Si parte con una prima e fondamentale domanda posta agli intervistati: perché si sta sui social media? Scatta subito una risposta inattesa: per curiosità. Come già detto sopra, fondamentalmente gli utenti delle piattaforme di condivisione vogliono leggere e ficcare il naso in ciò che scrivono, postano o fotografano gli altri; il 43% degli intervistati afferma di usare i social solo per guardare cosa fanno gli altri, mentre il 12% li utilizza unicamente per scrivere post originali.
Nell’immaginario collettivo degli intervistati, Facebook è il social più citato, il mezzo più usato anche per informarsi, oltre a condividere momenti e per leggere o guardare delle recensioni. YouTube è al contrario il canale preferito per distrarsi e per trovare stimoli e nuove idee. Infine Instagram è considerato il preferito per accedere nell’empireo abitato dalle celebrità del web. Gli intervistati da Blogmeter dichiarano apertamente di essere follower delle personalità social per la capacità degli influencer di parlare di argomenti inerenti i loro interessi grazie a una buona dose di simpatia e spontaneità. Sotto questo punto di vista per gli utenti intervistati assumono rilevanza un nuovo strumento apparso nell’ecosistema social: le storie ovvero quei contenuti che scompaiono dopo 24 ore veicolati soprattutto grazie a due piattaforme, Facebook e Instagram. Il 32% degli intervistati preferisce guardare le “stories” invece di leggere un post, una percentuale più alta nella fascia di età tra i 15-24 anni (52%). Privatizzazione della sfera pubblica e la pubblicizzazione della sfera privata hanno modellato e rimodulato i concetti di visibilità e invisibilità inerenti la sfera d’azione dell’individuo. I social portano a incrementare forme di esperienza oltre che fondate sulla coalescenza e sull’engagement, anche a riscoprire e a enfatizzare peculiarità della nostra razza, come la curiosità. Sotto quest’ultimo aspetto Facebook in particolar modo non fa altro che creare un ambiente non solo comunicativo ma specificatamente di vetrina nel quale il mostrarsi e il sentirsi ammirati è la più importante cartina al tornasole per confermare un’identità altrimenti traballante.
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