Houston: cosa bruciavano martedì al consolato cinese?

Il punto della situazione sulla misteriosa vicenda

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Martedì scorso, intorno alle ore 20:30, alcuni residenti dei grattacieli adiacenti al consolato cinese di Houston (Texas, Usa) si sono riversati in strada e hanno chiamato i vigili del fuoco dopo aver visto del fumo levarsi dal cortile del palazzo sede dell’istituzione.

Arrivati sul posto, i pompieri non hanno potuto accedere all’edificio perché non autorizzati a farlo, dato che si tratta di un territorio sovrano cinese, e in quanto tale è inviolabile; a quel punto, hanno rassicurato i residenti nella zona spiegando che non era accaduto nulla di grave e che potevano tornare alle proprie abitazioni.

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Le riprese effettuate dall’alto ritraggono alcuni individui intenti a bruciare carte accatastate nei bidoni della spazzatura. Questo gesto ha dato adito a diverse interpretazioni di una vicenda che resta tuttora avvolta nel mistero.

Il consolato aveva chiuso ad aprile a causa dell’emergenza Covid-19, ma nonostante ciò ha continuato a rendere fruibili i propri servizi via mail per chi ne avesse bisogno. Secondo alcune testimonianze, tuttavia, a molte persone è stata negata assistenza; situazione, questa, che ha comportato disagi ai cinesi che necessitano di un’adeguata documentazione per la cittadinanza statunitense.

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Alcuni testimoni hanno dichiarato che le autorità cinesi, in questo periodo di emergenza, stanno approfittando per raccogliere dati sensibili dei propri connazionali con la scusa di effettuare tamponi. D’altronde, non è un mistero che gli asiatici siano temuti, in particolare dagli Stati Uniti, per la loro abilità di spionaggio e hackeraggio. Per questo, Mike Pompeo, segretario di stato degli Stati Uniti, ha ordinato l’immediata chiusura della sede del consolato cinese di Houston, adducendo come motivazione il rispetto e la protezione dei dati sensibili che riguardano i cittadini.

Anche Morgan Ortagus, portavoce del dipartimento di stato, ha ripreso le parole di Pompeo, aggiungendo che qualsiasi consolato straniero deve comunque rispettare le leggi dello stato di cui è ospite, senza interferire nei suoi affari interni.

La reazione della Cina non si è fatta attendere, e Wang Wenbin, ministro degli esteri cinese, ha parlato di decisione “scandalosa”.

Francesco Ambrosio

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