ICONOGRAFIA DEL CANE (XII^ PARTE)

Arte tra curiosità e misteri

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Non pretendo di essere stata esaustiva sull’iconologia e iconografia canina, infatti i cani famosi, reali o immaginari, sono tantissimi, dalla mitologia alla letteratura contemporanea, poi dal Novecento il cinema, la televisione, hanno portato alla fama moltissimi cani, amici della nostra infanzia, ne cito solo qualcuno, Zanna Bianca protagonista del romanzo omonimo dello scrittore statunitense Jack London; Lassie, Rin Tin Tin e Rex, protagonisti di moltissimi film e di serie tv.

Il cane ci rappresenta anche mentre guidiamo la nostra auto, il cane-logo dell’Eni infatti ha sei zampe perché rappresenta le quattro ruote dell’auto più le nostre due gambe.

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Ma i cani più simpatici, amorevoli e fantasiosi, sono quelli dei fumetti e dei cartoni animati, Scooby-Doo, Snoopy, Braccobaldo, la Banda Bassotti, Pluto, Lillie il vagabondo, la carica dei 101 e la tenera Pimpa bianca a pois rossi, quante storie, quante risate e quante lacrime di commozione, come dimenticare il cane lupo Balto?

Balto è un film d’animazione uscito nel 1996, bellissimo, alla pari di Dumbo o di altri classici Disney, ma Balto era veramente esistito. Balto era un husky siberiano nato nel 1923 in Alaska, era un cane lavoratore trasportava i rifornimenti di cibo ai minatori. Il 21 gennaio 1925, diversi bambini furono colpiti da difterite, occorreva il farmaco velocemente per debellare la diffusione, ma l’unico siero a disposizione si trovava a 1500 chilometri di distanza; allora non c’erano mezzi di trasporto veloci, soprattutto fra i ghiacci e le nevi dell’Alaska. Si decise di utilizzare squadre di cani da slitta, l’ultima squadra di cani, che giunse a destinazione era guidata da Balto (nel senso che ogni muta ha un leader di solito il cane più intelligente) che il proprietario considerava buono solo per portare la posta per brevi tratti, arrivò in città il 2 febbraio. La stampa seguì la storia e Balto è apparso sulla copertina dei giornali di tutto il mondo,

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La statua di Balto in Central Park, New York

I cani sono animali incredibili, per quanto li amiamo, assuefatti alla loro presenza, forse non riusciamo a comprendere appieno il grande dono di un amore senza confini, a tal punto da immaginare, senza per questo voler apparire blasfema, che possa essere simile all’amore di Dio per noi, in fin dei conti in inglese il cane è chiamato dog, parola che letta al contrario è, god, ovvero dio.

Per questo motivo, all’iconografia-iconologia sul cane, aggiungo qualche esempio sulla grande generosità e fedeltà di questi animali, tutt’oggi usati nel cercare le persone scomparse sepolte sotto alle macerie o cani -guida per ciechi, solitamente sono Pastori tedeschi ma un tempo, quando il soccorso alpino non era così tecnico come oggi, i cani San Bernardo salvarono molte vite.

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Dipinto di John Emms raffigurante due San Bernardo

Barry un San Bernardo, fu addestrato dai monaci come cane da ricerca e da soccorso nelle Alpi, probabilmente dotato della tipica botticella appesa al collo, col liquore per il ristoro. Durante la sua vita, si dice che sia riuscito a salvare 40 persone. Il più famoso dei suoi salvataggi è quello di un ragazzino, che riuscì a trasportare perché il fanciullo si era abbracciato a lui.

Barry lo portò in salvo, fermandosi ogni tanto e leccandolo per tenerlo caldo. La foto che ho inserito non raffigura Barry, quest’ultimo è esposto al Museo di storia naturale di Berna e mi fa tanta tristezza il suo corpo mummificato, mi ricorda troppo ciò che non è più, il vigore e la vitalità del cane, ho quindi messo un dipinto di John Emms (1844- 1912) un artista inglese, famoso per i suoi dipinti di cavalli e cani.

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Statua di Hachiko- Stazione di Shibuya- Tokyo

La storia di Hachiko non è quella di un cane occidentale ma è talmente bella che la racconto ugualmente. Il suo proprietario, un professore all’Università di Tokyo tornava a casa ogni giorno in treno, e ogni giorno Hachiko lo aspettava alla fermata, ma un giorno il professore morì all’improvviso. Hachiko per nove anni, fino a quando non morì, andò ogni giorno alla stazione. Fu eretta una sua statua commemorativa nella stazione ferroviaria di Shibuya, dove il cane aspettava che il suo padrone tornasse.

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Monumento a Fido Piazza Dante Borgo San Lorenzo- Firenze

Una storia simile a quella di Hachiko si è svolta anche in Italia e risale agli anni Cinquanta. Carlo Soriani, un operaio di Borgo San Lorenzo, in provincia di Firenze, trovò in un fosso un cane ferito, lo prese, lo portò a casa, lo curò e lo chiamo Fido. Tutte le mattine, Fido svegliava Carlo alle 5:30, lo accompagnava alla fermata dell’autobus e lo aspettava ogni sera al suo rientro. Il 30 dicembre 1943 un terribile bombardamento alleato su Borgo San Lorenzo causò oltre 100 vittime, Carlo era fra di loro. Quella sera Fido attese a lungo che il suo amato proprietario arrivasse e continuò per 14 anni fino alla sua morte avvenuta nel 1958.

Fu sepolto accanto a Carlo.

Come dimenticare Laika?

Fu il primo essere vivente in orbita, nel 1957, ma non credo che a Laika importasse.

Tutti conosciamo Laika, la cagnolina lanciata nella missione spaziale russa a bordo dello Sputnik 2, il cui destino era già tragico in partenza visto che il viaggio non prevedeva un rientro.

Secondo la versione ufficiale Laika era un cane randagio trovato a Mosca, una bastardina.

Secondo la versione ufficiale Laika sopravvisse per oltre quattro giorni.

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Laika

Sembra che a un certo punto, la temperatura all’interno della capsula abbiano raggiunto i 40 gradi e oltre, Laika sarebbe quindi morta, disidratata, i russi invece sostengono che sia morta per avvelenamento attraverso il cibo che avevano predisposto per non far soffrire ulteriormente Laika.

Il lancio di Laika nello spazio fu un evento shock nel mondo, l’URSS aveva dimostrato con ciò di essere in notevole vantaggio nei viaggi spaziali, i russi si dimostravano migliori degli americani, era il periodo della guerra fredda, la morte di Laika non passò inosservata e scatenò proteste in tutto il mondo, dando vita ai movimenti animalisti.

La missione suicida di Laika non fu l’ultima, altri cani furono lanciati nello spazio a bordo di satelliti, mentre nel 1960 le cagnoline Belka e Strelka furono le prime a rientrare sane e salve a terra, da una missione spaziale a bordo del satellite Sputnik 5.

Sono certa che ci siano altre storie sui cani, ma quella di Laika è la più triste. Anche la mia Laika ha avuto un terribile destino che non vi racconto perché mi fa troppo male.

Laika era il pastore tedesco di mio padre, stava in giardino, quando lasciavo sotto al portico mio figlio, nel passeggino, quello tipico degli anni Settanta con la chiusura ad ombrello, e lo schienate di plastica sottile, Laika si accucciava ai suoi piedi e così il bimbo si trastullava col cane e io facevo i lavoretti in giardino. Se mio figlio avesse pianto Laika sarebbe stata la prima ad accorrere, con i denti afferrava lo schienale del passeggino e lo portava a spasso sino a che il bambino non smetteva di piangere, io lasciavo fare perché Laika mi guardava e pareva mi dicesse: «Lascialo fare a me». Laika non lasciava avvicinare nessuno al bimbo, neanche mia madre, lo permetteva a me sola.

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Don Fuschini con Pirro

Don Francesco Fuschini, è un prete bonario e sorridente, della Romagna, la mia amata terra; uno scrittore che ho seguito a lungo sulle pagine di un noto quotidiano su cui scriveva. Don Fuschini, romagnolo doc, scrisse anche dei libri, per esempio L’ultimo anarchico che Prezzolini definì il romanzo del migliore degli scrittori cattolici italiani. La passione di scrivere di Don Fuschini nacque in seminario. L’arcivescovo di Ravenna lesse i suoi scritti, in dialetto gli disse più o meno così… Scrivi come Dio perché non hai né testa, né coda, ma gli concesse il permesso di continuare a scrivere.

Il libro più bello e particolare di Don Fuschini è: Vita da cani e da preti, nel quale insieme al parroco protagonista vi è il co-protagonista, l’amico del cuore di Don Fuschini, un cane di nome Pirro.

(Fine)

Le puntate precedenti ai seguenti link:

https://internationalwebpost.org/contents/ICONOGRAFIA_DEL_CANE_(I%5E_PARTE)_26738.html#.YtTCs3ZByR8

https://www.internationalwebpost.org/contents/ICONOGRAFIA_DEL_CANE_(II%5E_PARTE)_26830.html#.Yt0D7HZByUk

https://www.internationalwebpost.org/contents/ICONOGRAFIA_DEL_CANE_(III%5E_PARTE)_26904.html#.YuVVb3ZByUk

https://www.internationalwebpost.org/contents/ICONOGRAFIA_DEL_CANE_(IV%5E_PARTE)_26992.html#.Yu_R7HZBzIU

https://www.internationalwebpost.org/contents/ICONOGRAFIA_DEL_CANE_(V%5E_PARTE)_27075.html#.YvkaYnZBzIU

https://www.internationalwebpost.org/contents/ICONOGRAFIA_DEL_CANE_(VI%5E_PARTE)_27163.html#.YwIJlHZByUk

https://www.internationalwebpost.org/contents/ICONOGRAFIA_DEL_CANE_(VII%5E_PARTE)_27245.html#.YwskInZByUk

https://www.internationalwebpost.org/contents/ICONOGRAFIA_DEL_CANE_(VIII%5E_PARTE)_27322.html#.YxRbqHZByUk

https://www.internationalwebpost.org/contents/ICONOGRAFIA_DEL_CANE_(IX%5E_PARTE)_27402.html#.Yx36CnZBzIU

https://www.internationalwebpost.org/contents/ICONOGRAFIA_DEL_CANE_(X%5E_PARTE)_27498.html#.YyXpG3ZBzIU

https://www.internationalwebpost.org/contents/ICONOGRAFIA_DEL_CANE_(XI%5E_PARTE)_27572.html#.YzAKN3ZByUk

Paola Tassinari

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