IL CAFFÈ PEDAGOGICO.

L’analfabetismo funzionale

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L’arrivo di un nuovo pc, magari con una piattaforma operativa sconosciuta, solitamente disorienta e, pur avendo alle spalle anni di scuola ed università , ci vuol del tempo prima di acquisire dimestichezza nell’utilizzare il dispositivo; più o meno rapidamente tuttavia , a seconda del soggetto , si imparerà ad usarlo correttamente.
cms_6849/1.jpgNel caso degli analfabeti funzionali , pur sapendo leggere e scrivere, essi non sono in grado di applicare le competenze acquisite per la risoluzione dei semplici problemi quotidiani, tanto che anche il più piccolo ostacolo diviene insormontabile .

Essi richiedono costantemente l’aiuto di una guida a meno che non rinuncino aprioristicamente ad evolversi o, nel peggiore dei casi, a sapersi muovere nella complessa realtà che caratterizza la società contemporanea.
cms_6849/2.jpgL’Italia registra un preoccupante e crescente numero di analfabeti funzionali. Preceduto solo dalla Turchia, il nostro Paese è tra i primi posti in Europa ; essi hanno 55 anni ed oltre, sono poco istruiti e svolgono per lo più professioni non qualificate, oppure sono giovanissimi che stanno a casa dei genitori senza lavorare né studiare - i NEET, acronimo inglese di Not ( engaged ) in Education, Employment or Training . Altra caratteristica che li accomuna è quella di provenire da famiglie dove sono presenti meno di venticinque libri.
Quest’ultimo è un dato non da poco dal momento che la percentuale dei low skilled cresciuti in nuclei familiari in cui vi è scarsa predisposizione alla lettura è davvero elevata,rasentando il 75% del totale. Questa cattiva abitudine può portare i giovani a cadere in un crudele circolo vizioso : l’assenza di un livello base di competenze rende difficili ulteriori attività di apprendimento, tanto da portare le competenze dei giovani con background fragili a invecchiare e deteriorarsi nel tempo , rendendo per loro sempre un miraggio l’accesso a qualsiasi forma di apprendimento.
Le nostre competenze , quindi, non sono statiche. La famiglia, l’età, l’istruzione e il lavoro possono determinare nell’arco della vita lo sviluppo ma anche la loro perdita.

Il tessuto italiano potrebbe addirittura aiutare la diffusione dell’analfabetismo funzionale : tra i punti deboli del nostro Paese , infatti, c’è l’abbandono scolastico precoce , i giovani che non lavorano o vivono in condizioni di lavoro nero e precario , la mancanza di formazione sul lavoro ed infine la disaffezione alla cultura e all’istruzione che caratterizza tutta la popolazione.

cms_6849/3.jpgGli analfabeti funzionali , cosi definiti dal noto linguista Tullio De Mauro, rappresentano più di due terzi della popolazione nel nostro Paese, essi manifestano livelli di comprensione della scrittura e del calcolo insufficienti per orientarsi nella vita di una società moderna. Il peso, sempre secondo il linguista, sullo sviluppo economico e sociale è davvero enorme.
Fin dal 1963 anno della pubblicazione del saggio Storia linguistica dell’Italia unita, De Mauro ha raccolto dati sull’analfabetismo strumentale ( totale incapacità di decifrare uno scritto ) e funzionale ( incapacità di passare dalla decifrazione e faticosa lettura alla comprensione di un testo anche semplice).
Secondo il linguista recentemente scomparso, le ricerche a carattere internazionale hanno rilevato che la scuola italiana non è in grado di garantire un’istruzione adeguata ai suoi studenti.
Un nostro diplomato nella scuola superiore,- affermava De Mauro - ha più o meno lo stesso livello di competenza di un ragazzino di 13 anni che esce dalla scuola media : i cinque anni di scuola media superiore girano a vuoto e questo determina un bassissimo livello di quelli che entrano all’università. Il risultato è che i diplomati di scuola media superiore in molti paesi hanno livelli di competenza linguistica , matematica, di comprensione e di calcolo ben superiori a quelli dei nostri laureati.
Un gap conoscitivo che, secondo il linguista, è causa anche di una diminuzione del senso civico : al fine di poter esercitare al meglio il diritto di voto è infatti fondamentale un buon livello di istruzione per potere trovare le fonti buone per informarci e per utilizzare bene e criticamente queste informazioni.
Un ulteriore aspetto della questione, che riguarda per lo più le fasce più adulte, è l’analfabetismo di ritorno poiché , se non sono coltivate, vengono perse anche quelle competenze minime acquisite durante le fasi di formazione e di inserimento nel mondo del lavoro. Quanto agli high skilled si registra un andamento inverso : in altre parole , col trascorrere del tempo aumentano le possibilità di diventare analfabeti funzionali.
cms_6849/4.jpgPerdersi nel ginepraio delle critiche al sistema scolastico potrebbe risultare scontato, sebbene indubbiamente gran parte della responsabilità di questo fenomeno sia imputabile alla scuola.
Concludendo , un buon metodo per evitare di perdere le nostre capacità adattive ed interpretative della complessa realtà nella quale viviamo , potrebbe essere il ritorno tra i banchi di scuola e la partecipazione attiva al mondo del lavoro unitamente alla frequenza dei corsi di formazione e di aggiornamento .
Per dirla alla Eduardo “ Gli esami non finiscono mai “.

Lucia D’Amore

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