IL CALIFFATO VIRTUALE

L’ESERCITO DEI MOSTRI SI NUTRE DI BAMBINI

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Torna l’Isis. L’essere stato sconfitto militarmente, per lo Stato Islamico, non significa aver perso potere politico, in quanto l’Isis sopravvive. Ma questo era prevedibile.

Era dall’ottobre dell’anno scorso che non si registravano attentati terroristici in Francia. Alcuni giorni addietro, tuttavia, una nuova tragedia ha coinvolto un supermercato di Trèbes. L’episodio - nel quale sono stati uccisi tre uomini, tra cui il gendarme-eroe Arnaud Beltrane, scambiatosi con un ostaggio - è stato rivendicato attraverso Amaq, l’agenzia di propaganda dello Stato Islamico. Nel corso dell’attentato, il terrorista marocchino Redouane Lakdim ha richiesto, in cambio degli ostaggi, la liberazione di Salah Abdeslam, unico superstite delle stragi del novembre 2015. E’ tornata così alla memoria la furia integralista abbattutasi sul popolo parigino durante un concerto al Bataclan, confluita in un bagno di sangue che causò 130 vittime.

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Vige l’allerta sicurezza anche in Italia, dove cresce il timore per la minaccia jihadista. Nella settimana scorsa è stata rafforzata la vigilanza da parte delle forze dell’ordine dei palazzi istituzionali, delle aree pedonali affollate, dei centri commerciali e degli aeroporti. Attenzione massima anche verso i centri islamici e controlli ai valichi di frontiera. Tornano ad essere strategicamente oculate le scelte dei vacanzieri sulla ricerca della destinazione nelle località meno a rischio, per paura del terrorismo internazionale.

L’ombra dell’esercito dei mostri è ricomparsa.

Ultimamente, molti degli interventi e degli arresti, da Nord a Sud, hanno puntato a convalidare la forte azione di contrasto all’Isis, già da tempo avviata dagli inquirenti. Ma ciò non basta a tranquillizzare noi italiani, al cospetto di un nemico dal volto ignoto che potrebbe agire, da un lupo solitario o in branco, per compiere efferatezze nei momenti e nei posti più inaspettati.

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A Foggia è stato arrestato un egiziano con passaporto italiano, Abdel Rahaman, affiliato all’Isis. Risulta tuttora sotto sequestro la sede dell’associazione culturale Al Dawa, di cui l’uomo è presidente, mentre sono stati confiscati i suoi conti correnti (da oltre 370mila euro). Nella sede dell’associazione, adibita a moschea, l’uomo avrebbe indottrinato alla jihad un gruppo di bambini di età compresa tra i 4 e i 10 anni. Il maestro, durante le quattro ore di lezione settimanali sulla guerra santa, incitava i bambini ad uccidere, esaltando la morte, invogliandoli a combattere contro i miscredenti e a farsi saltare in aria con le cinture esplosive, fino a morire per ottenere come ricompensa il paradiso.

La diffusione di questa dottrina è avvenuta anche per via mediatica, tramite la condivisione di video sui social nei quali si inneggia alla jihad, indirizzando i proseliti a distruggere le chiese per innalzare al loro posto delle moschee.

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Nel corso della settimana scorsa, al termine di un’indagine antiterroristica, si è registrato a Torino l’arresto di un 23enne italo-marocchino, Elmahdi Halili. Tra i tanti reati commessi dal giovane, spicca quello che riguarda l’aver scritto e diffuso in rete il primo testo dell’Isis tradotto in italiano. Nell’inchiesta sono coinvolti altri presunti terroristi, italiani convertiti all’islam, con l’accusa ipotizzata di radicalizzazione e proselitismo sul web.

Lo stato islamico è ovunque, e il terrorismo può avere nomi diversi. Tuttavia, combattere in nome della fede rappresenta sempre un tasto vincente, capace di far presa sulle menti più deboli, come quelle dei minori e dei fanatici.

Susy Tolomeo

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