IL FUTURO INCERTO DEL COMMONWEALTH
Tanti gli interrogativi dopo la morte della regina Elisabetta II

Affondando le sue radici nell’impero britannico, il Commonwealth nella sua forma moderna nacque nel 1949 con la Dichiarazione di Londra che stabiliva un precedente in cui gli stati membri erano "liberi ed uguali". L’appartenenza non era subordinata al riconoscimento del monarca britannico come capo di stato. Re Giorgio VI fu il primo capo dell’associazione politica, ed Elisabetta II prese il sopravvento nel 1952 dopo la sua ascesa al trono.
Durante il suo regno, la regina Elisabetta ha svolto un ruolo cruciale nel sostenere il Commonwealth e mantenere la sua rilevanza. Basata su una cooperazione libera e volontaria, l’organizzazione di 54 membri rappresenta circa un quarto della popolazione mondiale, con la stragrande maggioranza delle ex colonie britanniche.
Il Commonwealth è sempre stata una priorità per la regina: questo è il principale motivo per cui è ancora esistente. Tuttavia non mancano le preoccupazioni: molti, infatti, si chiedono quale sarà il futuro “dell’organizzazione” ora che il suo più forte campione sarà succeduto dal principe Carlo.
Il più grande obiettivo aperto del Commonwealth è affrontare il cambiamento climatico, poiché molti paesi dell’organizzazione rischiano di soffrire molto a causa dei suoi effetti. Tra i primi obiettivi vi è quello di sostenere i paesi a passare dal carbonio a zero emissioni nette.
Il principe Carlo ha sempre mostrato un forte interesse per il cambiamento climatico, questo quindi potrebbe renderlo competente. D’altro canto, il Commonwealth ha un futuro e un potenziale che non è necessariamente legato alla regina.
Nei giorni scorsi si è speculato sul fatto che l’Australia potrebbe essere la prossima nazione del Commonwealth a diventare una repubblica dopo che il nuovo primo ministro, Anthony Albanese, ha nominato un assistente ministro per la Repubblica.
Jacinda Ardern, primo ministro della Nuova Zelanda, ha invece escluso che il Paese possa diventare in breve tempo una repubblica dopo la morte di Elisabetta. La leader laburista ha infatti negato di avere in programma piani imminenti di svolte istituzionali, anche se si è detta convinta che il cambiamento nella forma di governo arriverà in futuro.
Per quanto riguarda il Regno Unito, la Scozia mira ad ottenere l’indipendenza entro il 2023 e per raggiungere questo obiettivo introdurrà a breve un referendum. Girano anche delle voci sul fatto che l’Irlanda del Nord voglia staccarsi del tutto da Londra puntando alla riunificazione con la Repubblica d’Irlanda dopo la vittoria di Sinn Fein a capo del movimento indipendentista. Alcune tensioni vi sono anche in Galles dove un quarto della popolazione è favorevole alla separazione dal Regno Unito.
Nonostante ciò, il Commonwealth continuerà ad esistere nella sua forma attuale durante il regno di re Carlo.
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