IL GHOST HUNTING NON E’ UN HOBBY

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Oggi il termine Ghost Hunting identifica non una vera ricerca ma un hobby legato alla sfera dell’occulto e del mistero che per taluni è diventato anche abbastanza redditizio.
Ovviamente il Ghost Hunting non è nato con questo becero obiettivo e i veri, pochi, rari ghost hunters ancora operativi in Italia (quelli meritevoli del titolo di ricercatori) devono galleggiare in un mare di melma per colpa di giovinastri che nulla hanno compreso di ciò che spacciano per ricerca sui fenomeni paranormali.

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Tradotto dall’inglese il termine significa “caccia ai fantasmi” ed è il processo di indagine, o presunta tale, effettuato nei luoghi che si ritengono essere infestati dai fantasmi.
In genere, una squadra di cacciatori di fantasmi, ghost hunters, tenterà di raccogliere prove a sostegno dell’esistenza di attività paranormali nel luogo preso in esame.

Le prove raccolte consisteranno in video, foto, registrazioni audio, registrazione di parametri biofisici ambientali come temperatura, pressione atmosferica, umidità, campo elettromagnetico ecc..

Il problema, di non poco conto, è che molti team sono improvvisati ed hanno come unico obiettivo non quello sopracitato ma quello be più misero di creare contenuti video da poter condividere sui vari social network e poter quindi ottenere visibilità con i relativi guadagni.

Per tali motivi la maggior parte dei contenuti pubblicati mostrano squadre di pseudo-ricercatori che operano in maniera del tutto casuale, senza una metodica, speso senza conoscere nemmeno le reali funzioni tecniche degli strumenti che maneggiano né il perché del loro utilizzo nell’ambito della ricerca che fingono di compiere.

cms_30049/3.jpgQuesto problema è di vecchissima data, l’ho più volte affrontato ed è anche alla base della stesura del mio libro dal titolo GHOST HUNTING (Manuale completo del vero ghost hunter alla ricerca dei fenomeni paranormali) pubblicato dapprima con la casa editrice “Uno Editori” (nel lontano 2013) e poi con la casa editrice Quantico Edizioni (nella nuova edizione del 2023).

I rischi legati all’attività impropria di ghost hunting, ossia compiuta senza la minima cognizione di causa, sono innumerevoli.
Ciò che maggiormente mi colpisce è la facilità con cui questi team fanno irruzione in cascine o casolari diroccati o disabitati, filmando il tutto e pubblicando poi materiale video-fotografico sui loro canali.

Questa attività mischia il ghost hunting con l’urbex, ossia l’esplorazione urbana che consiste nell’esplorazione di strutture artificiali, spesso rovine abbandonate poco visibili dell’ambiente urbano, al fine di dare nuova visibilità alle stesse nel tentativo di facilitare il loro recupero.

Il problema è che le due tipologie di attività sono incompatibili in quanto l’urbex ha finalità documentaristiche mentre il ghost hunting dovrebbe avere finalità di ricerca.

Oltretutto in Italia la proprietà privata è inviolabile e non esistono proprietà abbandonate, in mancanza di un proprietario privato la struttura o il luogo diventa proprietà di un ente pubblico preposto alla sua tutela e controllo.

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Un ghost hunters, per poter accedere in un luogo e operare, dovrebbe farsi firmare una liberatoria legalmente valida, possibilmente redatta da un avvocato e che autorizzi non solo all’accesso ma anche alla pubblicazione del materiale reperito, specificando che in tali video si potrebbe identificare il luogo come sito oggetto di fenomeni definiti “paranormali”.

La maggior parte dei team di ghost hunters questo non lo fanno e rischiano seriamente di prendersi una denuncia con tutte le conseguenze del caso.

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Definirsi ghost hunters o ricercatori del paranormale non basta, anzi non serve a nulla se poi nei fatti ci si dimostra assolutamente incapaci di agire ed ignoranti sulle norme di condotta più basilari richieste dalla specifica tipologia di indagine che si millanta di saper effettuare.

Il ghost hunting non è un hobby del sabato sera a una ricerca da effettuare con serietà e metodica, consapevoli del perché si utilizzano determinati strumenti e soprattutto di come utilizzarli nella maniera più corretta al fine dell’ottenimento di materiale valido per un eventuale studio scientifico che mai potrebbe essere condotto sulla base delle sin troppe baggianate spacciate per fenomeni paranormali autentici.

Mario Contino

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