IL GIORNO DELLO SPACE X

Storia e analisi della compagnia spaziale statunitense

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L’annullamento del lancio dello SpaceX sarà stata una novità per molti. A pochi è capitato di dover fare un conto alla rovescia che ha portato, poi, ad un nulla di fatto. La Crew Dragon non ha più lasciato la Terra, rinviando l’appuntamento con la storia alle 21 e 22 di stasera. Quindi, come si suol dire a quelle latitudini, “today is the day”. Non sarà una prima volta assoluta, però. Già in passato, l’azienda aerospaziale fondata nel 2002 da Elon Musk aveva mandato in orbita altri lanciatori riutilizzabili, che sono valsi il raggiungimento di traguardi notevoli, a partire dal lancio del primo razzo a propellente liquido: il Falcon 1, nel 2008. Questo vettore è il primo della serie sviluppato da Space X ed è capace di portare in orbita diverse centinaia di chili di materiale. Progettato come prova per lo sviluppo del Falcon 5, quest’ultimo è stato abbandonato in favore del Falcon 9, che raggiunto l’orbita al primo colpo nel 2010. Nel 2012, con il suo terzo volo, raggiunge la Stazione Spaziale Internazionale, prima volta per un razzo.

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I successivi aggiornamenti portano alla costruzione del Falcon Heavy, il primo lanciatore pesante della sua famiglia, che effettua con successo il suo primo volo nel 2018 con Elon Musk in persona a bordo. Ad oggi, considerata anche la famiglia Dragon, è il vettore di lancio più potente ch esista. Come sistemi di produzione, invece, la Space X ha sviluppato ben quattro famiglie di motori: i Merlin, i ritirati Kestrel, i Draco e i Raptor. I primi due sono adibiti alla propulsione in fase di lancio, gli altri al controllo dell’assetto. Tutti, comunque, sono alimentati da metano liquido, una novità rispetto al cherosene sempre utilizzato.

Il sistema Draco, poi, è stato aggiornato nel Super Draco, utilizzato per la famiglia Dragon, che conta di due razzi costruiti e un terzo in progettazione. Quest’ultimo gruppo di vettori si differenzia dagli altri per la sua capacità di trasportare anche esseri umani e di compiere un viaggio di ritorno. Il primo del trio è il Dragon, che dà il nome alla sua famiglia: trattasi di una capsula cargo utilizzata per le missioni di rifornimento della Stazione Spaziale Internazionale, ritirata ad aprile. La nuova generazione è rappresentata dalla Crew Dragon, che stasera dovrebbe trasportare per la prima volta un equipaggio, dopo che il primo lancio di prova, nel 2019, ha avuto successo. Per il domani è in arrivo Dragon XL.

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L’appuntamento di stasera, per la Space X, sarà solo l’inizio del futuro. La compagnia aerospaziale è già al lavoro su due nuove tecnologie, i sistemi di lancio riutilizzabili e la starship. I primi consistono nel recupero di parti ancora pronte per un nuovo lancio di razzi spediti in orbita, in modo da poter far assolvere nuove funzioni ai vettori già usati senza doverli necessariamente archiviare. La seconda, invece, altro non è che un lanciatore riutilizzabile, pensato per sostituire un giorno tutti i veicoli spaziali attualmente in uso. Per sostenerla saranno messi a disposizione dei motori Raptor potenziati, alimentati infatti da ossigeno liquido e metano, in modo da avere più facilità nel rifornimento.

La strada verso le stelle è tracciata. Per citare il personaggio di Buzz Lightyear nel film d’animazione Toy Story, si procede… “verso l’infinito, e oltre”.

Francesco Bulzis

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