IL MATTONE RIPRENDE QUOTA

SARA’ VERO?

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Facendo riferimento ai dati forniti dall’ABI, organismo ufficiale bancario italiano, nei 3 mesi da dicembre 2014 a febbraio 2015, i mutui per l’acquisto di case hanno registrato un balzo del 42,4% rispetto ad un anno prima; finalmente un dato confortante per il mercato immobiliare, sia pur in un contesto sempre critico e preoccupante, che non smuove più di tanto, la sostanziale crisi del settore e dell’intera economia del Paese, visto che il comparto immobiliare/edilizio ha un indotto vastissimo. Cosa ha determinato questa inversione di tendenza e cosa bisogna fare per prendere al balzo questo piccolo segnale di ripresa, per far si che non rimanga un evento occasionale, che poi svanisce nel nulla e si ritorna nel baratro? Non perdiamo questa occasione!!

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L’augurio e l’auspicio è che i nostri amministratori, ovvero i nostri politici, ce la mettano tutta per correggere la rotta de vascello Italia, con impegno e determinazione nelle decisioni politiche ed economiche, tali da dare “una scossa” reale e sostanziale per far ripartire il settore immobiliare/edilizio e tutto l’indotto e, quindi, favorire “una ripresa economica generale”, poiché trattasi di un pilastro essenziale dell’intera economia del nostro Paese.

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Partendo da questa esigenza improcrastinabile e facendo una riflessione critica sulle ”cause ed errori”, che hanno determinato la profonda crisi del mattone, va preso atto – sempre con spirito critico – di quanto è avvenuto negli ultimi frangenti. L’asta di BOT a 6 mesi del Tesoro ha fatto il pieno, collocando tutti i 6,5 miliardi di buoni ordinari, sia pur con un rendimento ai minimi storici (0,196%) e a fronte della forte domanda arrivata, pari quasi al doppio dell’offerta immessa dal Tesoro, ovvero 11,7 miliardi di euro. A fare incetta di BOT sono stati gli investitori istituzionali, tra banche, fondi di investimento e trader.

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Il motivo per cui l’asta è andata a ruba è l’eccesso di liquidità, dovuta alle politiche monetarie delle banche centrali; in primis dal QE (Quantitative Easing) della BCE. Tale strumento finanziario, infatti, spinge gli investitori istituzionali a convergere decisamente su questa fattispecie di investimento speculativo, con rendimento di brevissimo termine e, che oltretutto, tiene fuori il piccolo investitore. Ma poiché non tutti i mali vengono per nuocere, ciò determina una piccola inversione di tendenza nel mercato immobiliare, perché produce “effetti collaterali” in simbiosi con altri contesti economici e finanziari che interagiscono fra loro.

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Con lo spread Btp/Bund sotto quota 120 punti (rendimento nel decennale dell’1,33%), i risparmiatori devono cambiare strategia e, tenendo conto che altre forme di investimento (come conto deposito, libretti di risparmio e buoni fruttiferi postali) sono ormai inappetibili, finalmente e speriamo che tenga, s’innesca un ritorno di fiamma, ovvero il ritorno al mattone, anche in concomitanza del calo sensibile dei prezzi degli immobili, dovuto al prolungato stato di crisi e contestualmente all’effetto BCE, ovvero la politica monetaria dell’ Eurotower finalizzata ad offrire maggiore accesso al credito per le famiglie, conseguenziale alla forte inversione di liquidità arrivata alle banche.

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Finalmente dopo 7 anni di frenetica caduta, si riscontrano alcuni dati positivi: nel 2014 le compravendite immobiliari hanno recuperato l’1,6% e anche i mutui sono cresciuti del 9,2%, come rilevato dall’Istat e confermato dall’Agenzia delle Entrate. Nei dati c’è una leggera differenza (per le Entrate l’aumento è dell’1,8%) dovuta alle diverse modalità di conteggio dei dati notarili. Il mercato immobiliare presenta una inversione di tendenza ma, i volumi sono ancora quasi dimezzati rispetto ai tempi precedenti la crisi e, quindi non siamo ancora nello “status di normalità”. Perciò si spera che ciò continui e, affinché questo possa accadere, ci vuole competenza, serietà e senso di responsabilità dei nostri amministratori, di tutti i colori politici; l’auspicio, per il bene di tutto il Paese è che non ci sia un’azione di ulteriore appesantimento fiscale sugli immobili (in realtà ci vorrebbe un alleggerimento sostanziale), perché si ricordino i nostri politici che il mercato immobiliare/edilizio ha un indotto vastissimo e, quindi, è un volano essenziale e poderoso dell’Economia del Paese.

Ci mettano più impegno per non deludere le aspettative dei cittadini, non è più il tempo di parlarci con “il politichese”!! L’augurio da parte nostra è buon lavoro.

Antonio Iasillo

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