IL MILLEPROROGHE E’ STATO APPROVATO MA L’OPPOSIZIONE PROMETTE ANCORA BATTAGLIA
Ok della Camera ma il governo perde 17 voti. Al Senato da mercoledì

Il decreto Milleproroghe è stato approvato anche alla Camera e ora tornerà al Senato. Sul decreto, il governo Conte aveva messo la prima fiducia su un provvedimento (dopo quella per avviare la legislatura). Vista la ristrettezza dei tempi, è molto probabile che, anche a Palazzo Madama, l’esecutivo ricorra al voto di fiducia.
Tra le norme contenute nel decreto, che è stato convertito in legge, c’è la proroga dell’operazione “Strade sicure”, che prevede l’utilizzo di militari per il pattugliamento delle strade, e dei contratti a termine per i circa mille dipendenti delle province. Altre disposizioni sono state invece inserite durante la discussione della conversione in legge avvenuta in Senato lo scorso agosto. La norma che elimina le sanzioni previste dalla legge Lorenzin e permette di iscrivere a scuola anche bambini non vaccinati è tra queste, così come la cancellazione del fondo per le periferie da 1,6 miliardi di euro che era stata approvata dal governo precedente. Sul fronte giustizia slitta il termine di applicazione delle nuove norme sulle intercettazioni (provvedimento dell’ex Guardasigilli, Orlando) che viene prorogato al 31 marzo 2019. Il provvedimento fa slittare anche i termini per la presentazione della documentazione relativa all’ammontare dei danni subiti nel terremoto che colpì l’Abruzzo nel 2009. Viene estesa al 2019 la percentuale di partecipazione alla riduzione del Fondo di solidarietà comunale per i Comuni interessati al sisma dell’Emilia del 2012 e di quello dell’Aquila del 2009.
Dopo il voto di fiducia, fino all’alba di giovedì, l’Aula della Camera è stata teatro di una lunga ed ininterrotta maratona oratoria a cui hanno preso parte tutti i deputati del Pd. Dopo lo shock seguito al voto del 4 marzo, che aveva lasciato – forse comprensibilmente – in parte afona l’unica opposizione possibile al governo gialloverde, il Partito democratico sembra essersi definitivamente risvegliato. Tra tutti i punti, quelli a cui l’opposizione si è fortemente opposta sono stati il taglio di oltre un miliardo e mezzo ai fondi destinati alle periferie e l’estensione fino all’anno prossimo dell’autocertificazione per i vaccini.
Due misure giudicate gravissime, sia nel merito – la sottrazione dei fondi alle periferie ha già scatenato le proteste dei sindaci, mentre il provvedimento sui vaccini, dopo annunci e retromarce, è una chiara strizzata d’occhio alle ragioni dei no vax - che nel metodo – la fiducia è stata posta dal governo, ha svelato il Pd, addirittura prima che il Presidente Mattarella firmasse il decreto. Per questo i dem hanno organizzato una vera e propria maratona anti milleproroghe, con l’Aula di Montecitorio praticamente occupata dai deputati Pd che per tutta la giornata e la notte di giovedì hanno illustrato gli ordini del giorno sul provvedimento, terminando soltanto all’alba. Un atteggiamento da cui si è, invece, dissociata Forza Italia, che non ha partecipato alla votazione finale: il partito di Berlusconi non ha condiviso la battaglia ostruzionistica sul testo che è stata invece fortemente voluta dai democratici, dopo che il governo aveva posto la questione di fiducia. Per il M5s “il Pd sta facendo disinformazione a tappeto sui fondi per le periferie e sull’obbligo di ben 10 vaccini, ad oggi inalterato e su cui a breve si troverà un punto di equilibrio tra tutela reale della salute e diritto all’istruzione senza ricatti. La verità viene prima della ragione di partito”, come scrivono i deputati Giuseppe d’Ippolito, Paolo Parentela, Bianca Laura Granato e Francesco Sapia.
In attesa del voto finale la conferenza dei capigruppo al Senato ha modificato il calendario per accelerare i tempi del decreto. Il presidente di Palazzo Madama Maria Elisabetta Alberti Casellati ha annunciato che la discussione sul Milleproroghe, in assemblea, inizierà mercoledì e proseguirà sino al termine della discussione generale. Gli emendamenti dovranno essere presentati entro mercoledì alle 10.
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