IL MISTERIOSO MONTE SANT’ANGELO IN PUGLIA

I misteri che circondano Monte Sant’Angelo, in Puglia, sono innumerevoli e tutti molto affascinanti; non a caso stiamo citando l’unico "monte sacro" della Puglia, ossia sede di fenomeni miracolosi legati ad uno specifico culto religioso (in questo caso il cristianesimo).
Per meglio chiarire il concetto, ritengo giusto precisare che Nella Bibbia sono presenti diversi luoghi ritenuti sacri, tra i quali il monte Sinai presso il quale Dio si sarebbe manifestato a Mosè.
Esodo 3, 4-5.
[...4 Il Signore vide che si era avvicinato per vedere e Dio lo chiamò dal roveto e disse: «Mosè, Mosè!». Rispose: «Eccomi!». 5 Riprese: «Non avvicinarti! Togliti i sandali dai piedi, perché il luogo sul quale tu stai è una terra santa!»...].
Monte Sant’Angelo, situato sul promontorio del Gargano e sede dell’omonimo comune, è conosciuto in tutto il mondo per la sua storia religiosa legata alla figura dell’Arcangelo Michele che, sin da tempi remoti, ha reso il luogo un’ambita meta di pellegrinaggio.
Perché San Michele Arcangelo avrebbe scelto un monte, all’epoca anche particolarmente isolato ed impervio, per manifestar la sua potenza?
La leggenda narra che proprio nei pressi dell’altura ove oggi sorge il comune di Monte Sant’Angelo, apparve l’Arcangelo Michele al Vescovo di Siponto.
In seguito al miracoloso evento fu edificata, nel 1493, la chiesa dedicata all’Arcangelo stesso.
Le leggende
Il racconto, tramandato dapprima oralmente da generazione in generazione e quindi soggetto a reinterpretazioni, parla di un uomo che smarrì un toro durante una brutta tempesta. Probabilmente la bestia fuggì via terrorizzata dai tuoni e finì per smarrirsi tra i boschi del territorio che all’epoca era particolarmente selvaggio.
Dopo diverse ore di ricerca l’uomo riuscì finalmente a ritrovare l’animale, che pascolava nei pressi di una caverna all’interno della montagna, nella quale probabilmente si era riparato durante il temporale.
Il pastore - esausto, fradicio per la pioggia, infreddolito e sicuramente molto adirato – in preda ad un raptus scagliò una freccia contro il toro con l’intenzione di punirlo per la fuga e per la successiva fatica che era stato costretto a sostenere durante a ricerca.
Quest’ultima puntò dritta l’animale ma ad un certo punto, proprio prima di colpirlo, invertì misteriosamente il suo moto ritornando indietro e colpendo chi l’aveva scagliata.
L’uomo, terrorizzato, fuggì via abbandonando lì il suo toro e, giunto in paese, non perse tempo nel raccontare a tutti quello che gli era appena successo.
La voce si diffuse rapidamente e quelle che sembravano semplici chiacchiere legate ad un evento di presunta origine paranormale, giunsero ai rappresentanti della Chiesa.
Lo stesso Vescovo si recò nella grotta in cerca di risposte, probabilmente temendo l’azione del maligno o di qualche strega del posto, e in quel momento apparve l’Arcangelo Michele che si dichiarò responsabile dell’episodio legato alla freccia, intimando al Vescovo di rispettare quella grotta poiché da Egli consacrata.
La seconda apparizione dell’Arcangelo avvenne nel periodo in cui il re dei Goti assediò Siponto.
In quell’occasione il Vescovo riuscì a strappare una tregua di tre giorni in modo da poter decidere sul futuro del conflitto; al terzo giorno l’Arcangelo apparve al Vescovo e gli assicurò una trionfante vittoria sui nemici, che ormai avevano quasi preso il sopravvento.
Il Vescono quindi non si rassegnò alla resa e gli invasori furono sconfitti nonostante sembrava che non ci fossero più speranze di vittoria.
Il Vescovo capì quindi che solo l’intercessione del principe delle milizie celesti avrebbe potuto compiere tale miracolo e un anno dopo fu organizzata una processione con i Vescovi delle città più importanti del tempo. Quando il corteo giunse nei pressi della caverna della prima apparizione, i presenti trovarono un altare sormontato da una croce e l’impronta del piede di San Michele.
Dopo la celebrazione della Santa Messa, il Santuario fu consacrato a San Michele Arcangelo e divenne meta di pellegrinaggio per i cavalieri crociati.
San Michele è considerato il Principe delle milizie celesti, colui che sconfisse lucifero imprigionandolo all’inferno.
Il suo nome si traduce nell’ebraico Mi-Ka-El, interpretabile come la domanda: “Chi è come Dio?”; La risposta non potrebbe essere più scontata: Nessuno.
Secondo i dogmi cristiani infatti, nessuno può permettersi di paragonarsi a Dio e l’Arcangelo lotta con forza contro chiunque lo dimentichi commettendo l’errore di Lucifero che secondo il mito aveva osato paragonarsi all’Altissimo.
Al di là delle storie miracolose legate alla figura di San Michele, presso questo monte sono state segnalate, in diverse occasioni, strane luci nei cieli riconducibili ad avvistamenti ufologici.
I testimoni le avrebbero classificate come UFO (Unidentified Flying Object) in quanto non spiegabili razionalmente dagli stessi.
Il 27 gennaio 1956 furono avvistati ben 12 oggetti volanti non identificati nello spazio aereo tra Monte Sant’Angelo e Bari, mentre il 17 agosto 2013 fu la volta in cui, casualmente, venne fotografato uno strano oggetto volante sigariforme che potrebbe benissimo essere classificato come UFO in assenza di altre spiegazioni razionali.
Monte Sant’Angelo potrebbe essere citato tra i siti più misteriosi d’Italia, oltretutto facente parte della famosa “linea sacra di San Michele”, ossia una retta che collega i 7 santuari principali dedicati all’Arcangelo, dall’Irlanda alla Palestina.
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