IL NUDGE PER PREVENIRE L’ESITAZIONE VACCINALE

Rimane ancora alto il numero dei non vaccinati. La terza dose di vaccino si è aggiunta al ciclo primario, al fine di raggiungere un idoneo livello di risposta immunitaria, ma l’obbligo vaccinale viene visto come un provvedimento duro da mettere in atto. Bisogna intervenire per comprendere come mai le persone talvolta tendono ad adottare comportamenti e fare scelte che risultano non vantaggiose per sè stesse e per la comunità.
La strategia del nudge è attualmente una delle principali politiche utilizzate nella Comunità e nel quadro internazionale, essa opera sui comportamenti della società in modo indiretto, senza imposizioni, modificando il pensiero delle persone verso una scelta migliore. Questo tipo di soft power spinge i cittadini, in modo gentile, a svolgere determinate attività, aiutando lo stato a ridurre i deflussi monetari in quelle aree dove i costi sono troppo alti come il settore sanitario.
La tecnica del nudge, che permette di conciliare lo studio del diritto, con la teoria comportamentale e la psicologia cognitiva, sembra particolarmente adatta a realizzare un diverso approccio alle riforme. Applicata alla regolamentazione, sebbene numerosi punti di forza, come l’aumento dell’efficacia delle norme o la riduzione dei costi, mostra anche numerosi punti deboli, suscitando polemiche riconducibili a due categorie. La prima concerne le criticità riguardanti queste nuove misure per determinare, attraverso la manipolazione, una apparente libertà degli individui. Mentre la seconda riguarda le polemiche sulla possibilità che il regolatore possa, attraverso questi interventi cognitivi, assumere finalità diverse da quelle dichiarate.
Da un punto di vista politico, il nudging sembra essere uno schermo per evitare di nominare i problemi dell’uguaglianza sostanziale e dei diritti sociali nel dibattito pubblico. Questa critica è stata sviluppata in relazione al tema dell’accesso ai servizi sanitari. Le “spinte gentili” vengono denunciate come non sufficienti di fronte a fonti socio-economiche e strutturali che determinano disuguaglianze nel settore sanitario, agiscono per nascondere l’incapacità o mancanza di volontà del governo di affrontare questi problemi attraverso interventi più strutturali.
Il nudge nasce con l’intento di sfruttare i bias cognitivi (gli errori sistematici in cui continuamente incorre il nostro cervello) per influenzare, indurre e persuadere gli individui a modificare il proprio comportamento.
Nell’uso comune, il termine persuasione assume spesso una connotazione negativa, anche per l’associazione spontanea con il termine "manipolazione". Tuttavia, un piccolo cambiamento nell’ “architettura della scelta” non è paragonabile ad una limitazione della libertà. Il soggetto ha le stesse alternative, non ci sono divieti o privazioni imposte dall’alto, ma solo piccoli “pungoli” che stimolano a rendere più desiderabile una decisione, altrimenti ignorata a causa dei limiti naturali della razionalità umana.
In base a questa considerazione l’utilizzo del nudge, ovvero di misure attentamente pianificate, non può che essere la soluzione preferibile per garantire un miglior benessere delle persone, ciò è confermato anche dai risultati concreti ottenuti in diversi contesti negli ultimi anni.
Sebbene alcuni paesi abbiano un tasso di accettazione del vaccino più elevato di altri, nell’attuale pandemia di COVID-19, l’intera popolazione globale deve essere protetta per impedire al virus di trascendere i confini. È, quindi, necessario che i paesi sviluppino strategie efficaci attraverso spinte politiche basate sull’evidenza per affrontare potenziali difficoltà che potrebbero verificarsi in un prossimo futuro.
Fonti:
https://www.avvenire.it/agora/pagine/luigino-bruni-mercato-nudge-robert-sugden
https://www.farmaciacentraleasti.it/2021/04/10/vengono-somministrate-diverse-tipologie-di-vaccino/
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