IL PAESE HA SODDISFATTO LA SUA VOGLIA DI NOVITA’ NELLA SCENA POLITICA
All’indomani della tornata elettorale, sembra potersi ravvisare l’unico risultato certo: tanto a Nord quanto a Sud, pare essersi assecondata una gran “voglia di novità” nella rappresentanza del Paese.
Così, il Nord ha decretato il trionfo della formazione di destra con il sopravanzamento della Lega di Salvini su Forza Italia di Berlusconi, mentre il Sud ha coronato quale vincitore assoluto il Movimento 5 Stelle di Di Maio.
Tutto ciò determinato da un bisogno di ricambio a destra, funzionale ad una sana democrazia, ma, soprattutto, in linea con un diffuso malcontento su quanto prodotto, quasi in regime di continuo autocompiacimento, dalla formazione partitica di sinistra, che, in questa tornata elettorale, ha subito una clamorosa sconfitta. Il Partito Democratico si è infatti ritrovato in posizione marginale, con un risultato elettorale al minimo storico sotto il 20%, all’unisono con la débâcle del suo principale mattatore, Matteo Renzi. Nonostante il primo colpo inferto dall’esito negativo del referendum, il segretario non aveva rinunciato al podio governativo, sia pure attraverso un alter ego di apparente pacatezza come Gentiloni, ma senza alcun cambiamento di rotta rispetto alle divisioni interne e ad un sostanziale desiderio di prevalere piuttosto che di pianificare secondo unità di intenti.
Tuttavia, nonostante le nette vittorie dei due opposti schieramenti politici che ormai campeggiano al centro della scena politica, bisogna mettere in conto un dover marcare il passo in direzione per il soddisfacimento del desiderio generale di un nuovo governo che, di fatto, non può essere prontamente avviato secondo l’una o l’altra specifica posizione politica che si sia ritenuto di appoggiare. Stando ai relativi risultati elettorali, infatti, nessuna delle due opposte compagini, a Nord e a Sud, ha raggiunto la maggioranza per governare da sola.
Pertanto, sembra profilarsi la temuta battuta d’arresto, dovendosi contemperare le relative linee programmatiche in base a cui è stato ottenuto il consenso dalle due coalizioni, che si fronteggiano con la reciproca esigenza di dovere ricorrere ad “apparentamenti” forzosi. Sale così il rischio di una leadership irrinunciabile dall’una e dall’altra parte, mentre, nei confronti delle formazioni che hanno subito la disfatta a sinistra, sembra esserci comune reticenza.
Eppure, ciò non significa nemmeno che, realmente, si possa sperare in quella mancanza di “inciuci” e di “ammucchiate”; la stessa che, sia pure auspicata dagli elettori, è pregiudicata proprio dal discutibile Rosatellum su cui hanno esordito queste elezioni, con la relativa previsione di ripartizione dei seggi.
D’altra parte, se è innegabile che una unanime volontà di cambiamento abbia caratterizzato il voto, con una sorta di corale “protesta” da Nord a Sud, ben diverse appaiono le priorità di aspettative riguardo ai programmi elettorali che hanno ricevuto il consenso dei cittadini nelle due parti estreme del Paese.
Infatti, non si può negare che, a Nord, il punto programmatico di maggiore attrattiva sia stato quello della promessa di Salvini di adoprarsi per la “sicurezza” con una “regolamentazione della immigrazione”, oltre quello dell’abbattimento delle “tasse” ventilato da Berlusconi nella sua visuale di rivisitazione di una “equa giustizia sociale” che ripaghi il lavoro e gli sforzi imprenditoriali. Di contro, a Sud, a decretare il maggior consenso elettorale nei confronti del M5 Stelle è stata la promessa di attribuire un “reddito di cittadinanza” come riparazione alla carenza di posti di lavoro, soprattutto per tanti giovani disoccupati.
Ne consegue che, in chiara corrispondenza con le diverse priorità di riferimento nei programmi che hanno orientato il voto a favore dell’una o dell’altra formazione politica vincente, il Paese continua a dividersi sulle differenti passioni partitiche. Comunque, per ora, non si può che restare in trepida attesa, nella speranza che qualunque governo ne venga fuori si adoperi per una società che, dopo avere determinato una indiscutibile novità nello scacchiere politico nazionale, al più presto possa vedere soddisfatta la necessità di un reale cambiamento di rotta del vivere quotidiano, divenuto, per troppi versi, faticoso.
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