IL PAGADEBIT DI ROMAGNA
Percorsi di vini

Il nome, diciamo particolarmente “fiscale” di questo vino non lo rende un prodotto così tanto amato da essere inserito tra i migliori vini italiani, e questo è il suo cruccio.
Un vino ottenuto per l’85% dal vitigno Bombino Bianco e per il restante 15% da altre uve sempre provenienti dalla stessa zona di produzione, si esprime ad un naso poco esperto come un vino di buone capacità dialettali, capace di intrattenere gli ospiti della tavola con un avvio di discussione proprio sul nome.
Il Pagadebit, in dialetto significa pagare il debito. Prese questo nome proprio per la sua capacità di essere molto resistente a diverse condizioni climatiche, consentendo, in tal modo, al produttore di utilizzarlo come merce per pagare i debiti accumulati durante l’anno.
Nel 1988 ottiene la DOC (Denominazione di Origine Controllata) e avvia, in tal modo, il suo lento processo di promozione sul territorio. Promozione che non è mai terminata, vuoi per la quantità di produzione senz’altro non in grado di produrre grandi numeri, vuoi per un nome così particolare, a tutt’oggi insiste nel posizionarsi tra i vini considerati “di nicchia” e direi che possiamo applicargli questa etichetta senza mancare di rispetto a vini più blasonati.
Il Pagadebit di Romagna si presenta in diverse tipologie che vanno dal bianco secco all’amabile, all’amabile frizzante, ed al secco frizzante. Per tutte le caratteristiche sono simili. Alla vista rinveniamo un giallo paglierino più o meno intenso. All’olfatto sentori di biancospino si fanno strada prepotentemente preparando le condizioni ideali per una successiva degustazione gustativa che si presenta fin da subito con percezioni erbacee molto armoniche e con struttura elegante.
Giustamente sapido e con moderata acidità, consente degli abbinamenti piuttosto interessanti che vanno individuati prevalentemente nella produzione locale come la piadina romagnola, lo squacquerone ed il prosciutto crudo di Parma, mentre se siamo interessati ad allontanarci un po’ possiamo abbinarlo ad un antipasto di polpo oppure un classico spaghetto alle vongole.
In entrambi i casi otteniamo risultati incoraggianti per la nostra cucina e per il palato dei nostri ospiti
Ma facciamo attenzione in questo caso a non utilizzare per questi abbinamenti il Pagadebit amabile, poiché non sarebbe idoneo, al contrario se lo utilizziamo a fine pasto gli daremo modo di presentarci con il suo abito da sera accompagnato da prelibatezze gastronomiche quali crostate a base di frutta e creme.
Il Pagadebit viene prodotto nelle province di Forlì/Cesena, Ravenna e Rimini ed è considerato nella regione, uno dei vini più promettenti.
Talmente tanto da tenerlo nascosto, proprio come si fa con un tesoro…
Buona degustazione!
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