IL POTERE DELL’IMMAGINAZIONE

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“Sono in ogni nota che ho curato. Esisto in ogni nota insieme alle mie sorelle e fratelli

Figli o nipoti. Sono ogni nota studiata suonata e donata amata

Perché non c’è nota che non ami e che non abbia amato

Sono rinato nota dopo nota, una nota alla volta, fino ad abbracciarle tutte

Mi mancate, quel sorriso che mi date. E’ dura. Il corpo non distratto dalle vostre note

Cura e terapia e in ogni nota che sto curando preparando studiando

Ci siete. In ogni nota e saremo ogni nota”.

(Ezio Bosso)

cms_17547/DSC_2838.jpgCaro Lettore,

ci ritroviamo su I sentieri di Psiche…oggi ho voluto aprire con le parole del Maestro Ezio Bosso che ci ha lasciato qualche giorno fa; la sua filosofia di vita e la sua forza sono state e sono un testamento per ognuno di noi. Attraverso le sue parole profonde e piene di significato, ci ha insegnato che la disabilità non è una condizione di pochi, bensì di tutti noi: semplicemente esistono disabilità evidenti e non. Se ci pensiamo bene, probabilmente le disabilità maggiormente invalidanti sono rappresentate da quelle caratteristiche di personalità che spesso feriscono l’essere umano. La gelosia, la cattiveria, la mancanza di umiltà, l’incapacità di immedesimarsi nel prossimo sono certamente molto più di ostacolo al funzionamento di una qualsiasi relazione e interazione.

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Ezio Bosso, attraverso la sua amata musica, ci ricorda che le arti sono il veicolo privilegiato delle emozioni e dei sentimenti, proprio come la musica le cui note si caricano di significati e simboli; quando parliamo di arte, parliamo di potere dell’immaginazione ovvero riuscire a leggere in un dipinto, in una canzone, in un disegno, in una poesia ciò che nasconde la nostra anima; “il paese delle lacrime è così misterioso!” esclama l’aviatore nel Piccolo principe di fronte al piccolo disperato perché timoroso che la sua rosa venisse mangiata dalla pecora che lui stesso aveva voluto fosse disegnata per lui.

Il paese delle emozioni in realtà rappresenta un mistero agli occhi della nostra cieca coscienza che non ha altri strumenti di interpretazione, se non proprio il linguaggio dell’arte.

E’ di qualche giorno fa la notizia di un bambino che in mancanza della foto al termine dell’anno scolastico, ha pensato di disegnare la sua classe a matita; poi ha inviato ai suoi compagni il disegno chiedendo a ciascuno di riconoscersi. Mi ha colpito particolarmente questo gesto poiché ha unito due elementi fondamentali della nostra crescita: l’immaginazione e l’identità; la capacità di immaginare e creare fa sì che l’identità di ognuno di noi sia unica e irripetibile. I bambini, proprio come il piccolo principe, hanno innata questa capacità e abilità di immaginare e di far sì che il gioco si faccia rappresentazione della realtà; infatti, in molteplici ambiti sia della psicoterapia che della psicologia forense, lo strumento principale utilizzato con i bambini è il gioco.

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Il piccolo principe chiede all’aviatore di disegnargli una pecora perché in quel momento lui ne ha bisogno e il sol fatto che sia disegnata come lui la immagina è sufficiente a farla vivere, tanto da temere che possa divorare la sua amata rosa. La nostra identità risiede in ciò che creiamo: la scrittura e il disegno, infatti, molte volte risultano essere terapeutici proprio perché permettono di esprimere sensazioni ed emozioni difficilmente accessibili alla verbalizzazione, in particolar modo nei bambini.

E’ responsabilità e compito degli adulti fare in modo che i bambini abbiano la possibilità e gli strumenti per scoprire e coltivare le loro passioni e i loro talenti; in un’era in cui lo smartphone la fa da padrone, credo che i nostri ragazzi debbano imparare a stimolare la loro creatività poiché solamente così capiranno chi sono e cosa vogliono; creare qualcosa ci mette di fronte alle nostre doti, ai nostri difetti, alla nostra unicità.

Ezio Bosso ci ha detto proprio questo con i suoi discorsi commoventi: la musica per lui fu riscatto e ribellione così come per i nostri bambini e ragazzi deve rappresentare identità e sviluppo il coltivare nuove abilità e passioni di cui andare fieri e che soprattutto riempiano di significato la loro esistenza. Noi siamo quello che costruiamo con i nostri sacrifici e il nostro amore. Non dimentichiamolo mai.

Alla prossima settimana

Teresa Fiora Fornaciari

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