IL REGGISENO, ORIGINE E CURIOSITA’

Storia e storie

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Si ritiene che il reggiseno sia nato nel 1889 dalle mani di Hermine Cadolle, bustaia di Parigi. Il primo esemplare era formato da due triangoli di seta rosa, legati da nastri in tinta che si allacciavano sulla schiena.

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Una delle prime rappresentazioni di qualcosa di simile ad un reggiseno odierno, un’illustrazione del 1881 che pretende di mostrare un indumento "impero"

E’ il primo prototipo di reggiseno che a poco a poco prende piede.

Nella nostra lingua, il termine "reggiseno" è attestato dal 1959. La forma, sempre meno utilizzata, "reggipetto" nacque cent’anni prima.

Il reggiseno in realtà sembra essere antichissimo. Lo usavano gia’ le matrone romane. Il canone di bellezza dell’epoca rifiutava i grandi seni e la loro evidenza. Le donne quindi si ingegnarono a trovare espedienti per ridurlo o addirittura mortificarne lo sviluppo. Esisteva il “mammillare” ossia una fascia di cuoio lo appiattiva oppure lo “strophium” che, senza comprimere, conteneva il seno, più ampio era il “cestus” cioè un corpetto di cuoio morbido.

La mitologia greca racconta che Giunone , notoriamente prosperosa, chiese consiglio a Venere per essere meno procace. La dea della bellezza invento’ una sorta di reggiseno per lei.

Un’abitudine, quest’ultima, diffusa anche nel XIV secolo, quando le donne di alto rango per alzare il seno ne stringevano la parte inferiore con un’alta fascia. Poi arrivarono gli anni castigati del tardo Medioevo, tempo di corsetti in stoffa rigida e addirittura di armature metalliche.

Nel 1596 Scipione Mercurio dipinge, nella sua opera La commare, un reggiseno per nutrici sorretto da nastri sottili che si legano sul dorso, e da un altro da allacciare intorno al collo.

Il primo esempio documentato di vero reggiseno molto simile a quelli di concezione moderna, fu rinvenuto nel 2008 durante i lavori di restaurazione nel castello di Lengberg, nell’est del Tirolo austriaco. Sembra risalire alla metà del XV secolo.

In una sala sigillata del castello l’archeologa Beatrice Nutz rinvenne una cassa contenente capi di biancheria intima femminile. Certo gli indumenti erano in parte consumti. Essendo in cotone si erano molto rovinati ma ancora erano presenti ricami ,decorazioni e addirittura le coppe. Gli esami al radio datarono i quattro reggiseni tra il 1440 e il 1485. Erano di straordinaria modernita’. A partire dal XVI secolo nella biancheria intima delle donne occidentali più agiate si affermò il corsetto, che spingeva in alto le mammelle.

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Guaina elastica terapeutica per ’ipertrofia del seno’, Catalogo Leon Jules Rainal Frères 1907

Dopo i modelli della parigina Cadolle, verranno i “seni falsi”, imbottiti, brevettati in Germania per proteggere dagli urti le sportive (1929). Nell’ottobre 1932 la S.H. Camp and Company associò la misura e la "pesantezza" del seno femminile a lettere dell’alfabeto: A, B, C e D. La pubblicità di Camp inserì i profili di seno contrassegnati da lettere nel numero di febbraio 1933 di Corset and Underwear Review. Nel 1937 Warner iniziò ad inserire nei suoi prodotti la misura di coppa. Negli anni 1930 furono introdotte le bande aggiustabili con posizioni multiple di occhiello e gancetto.

Da quel momento i reggiseni hanno rimpiazzato i corsetti; produzione e vendita di reggiseni sono divenute attività multimilionarie.

Poi è la volta dei reggiseni gonfiabili (1933) e di quelli abbottonati davanti (1937).

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Seno sostenuto da un corsetto (francese: brassière). 1900

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Reggiseno di Jacob, dalla domanda di brevetto originale

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Reggiseno contenitivo del 1913

La Seconda guerra mondiale ebbe un impatto fondamentale sull’abbigliamento. Negli Stati Uniti le donne soldato furono arruolate per la prima volta nei gradi inferiori e furono dotate di biancheria intima d’ordinanza. Si ritiene che la Willson Goggles, impresa della Pennsylvania che costruiva dispositivi di protezione individuale per lavoratori manuali, abbia introdotto il "SAF-T-BRA" in plastica, concepito per proteggere le donne nel reparto produzione.[ La pubblicità faceva appello al patriottismo ed al concetto che reggiseni e guaine fossero in qualche modo "protezione". Si affermarono dei codici di abbigliamento — per esempio, la Lockheed informava le sue lavoratrici che si doveva indossare il reggiseno per motivi di "buon gusto, supporto anatomico, e morale".

La terminologia militare si insinuò nel marketing di prodotto, come nel caso del "reggiseno a siluro o proiettile", dalla consistente struttura, fatto a cono appuntito e concepito per la "massima protezione". Questo tipo di reggiseno era indossato dalla (cinematografica) Sweater girl, una prosperosa e prestante "ragazza della porta accanto" i cui indumenti attillati ne accentuavano le curve già artificialmente "migliorate". Attrici come Jane Russell comparivano in foto indossando i nuovi reggiseni che enfatizzavano la linea "solleva e separa".

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Reggiseno di plastica concepito per prevenire gli infortuni sul lavoro tra le operaie militari a Los Angeles nel 1943

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Bullet bra, un "reggiseno a proiettile" del 1950

Gli anni 1960 e 1970 riflettevano un crescente interesse per la qualità e la moda. I reggiseni per maternità e per mastectomizzate divennero oggetto di più consapevole accettazione sociale, mentre l’inarrestabile diffusione delle lavatrici creava il bisogno di un indumento di maggior resistenza all’usura. Mentre le guaine cedevano il passo ai collant, il reggiseno continuava la sua evoluzione. Alcune campagne di marketing, come quelle per lo "Snoozable" e lo "Sweet Dreams (letteralmente, "dormibile" e "bei sogni") pubblicizzavano un reggiseno da indossare 24 ore al giorno.

Negli anni 1960 alcuni degli emblemi della femminilità furono presi di mira dall’attivismo femminista. L’autrice femminista Betty Friedan pubblicò La mistica della femminilità nel 1963. Nel suo libro del 1970 The Female Eunuch, Germaine Greer dichiarò: "I reggiseni sono un’invenzione assurda, ma se poni come regola il fatto di stare senza reggiseno, ti stai sottomettendo ad un’altra repressione ancora."

Le femministe denunciavano che oggetti come reggiseni, bigodini, ciglia finte e simili erano oppressivi e patriarcali, riducevano le donne ad oggetti sessuali. Alcune donne ripudiavano pubblicamente il reggiseno, con ciò intendendo compiere un atto antisessista di liberazione della donna.

Nel 1964, lo storico della moda danese Rudolf Kristian Albert Broby-Johansen scrisse che lo stile topless, che liberava le donne dal reggiseno, andava preso in seria considerazione. Sosteneva che si trattasse di un modo di esprimersi adatto ad una nuova generazione di donne. Nel 1969 scrisse un articolo intitolato "Necrologio del reggiseno" che chiaramente ne preconizzava l’imminente scomparsa.

Il reggiseno è indossato dalla stragrande maggioranza delle donne nella società occidentale. Le stime sull’esatta proporzione del fenomeno variano, ma per lo più i sondaggi indicano dal 75% al 95%. Nel 2006 circa il 90% delle australiane indossava abitualmente un reggiseno. In nessuna epoca come oggi era disponibile un ventaglio così ampio di stili e modelli, tra cui reggiseni totalmente coprenti, "a balconcino" e reggiseni sportivi che possono talora essere portati come capo esterno (non come biancheria intima). Donne, medici, femministe e persone che scrivono di moda sembrano domandarsi sempre di più quale spazio e quale funzione abbia ancora il reggiseno, e se non farà prima o poi la fine di collant giarrettiera e calze.

Oggi molti capi esterni come prendisole, canottiere e vestiti eleganti da sera sono concepiti per essere portati senza reggiseno. Chi scrive di moda continua a suggerire alternative al reggiseno o modi di vestirsi facendone a meno, ribadendo che mettere il reggiseno è questione di gusti e non una necessità. Dato il fastidio che molte provano con reggiseni di vestibilità scadente, sempre più donne, appena sono a casa, passano a magliette intime, reggiseni sportivi o semplicemente nulla.

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Fonti : The History of Underclothes Cecil Willett Cunnington, Phillis Emily Cunnington, Phillis Cunnington.

L’immagine di copertina viene dall’Institute of Archaeology, University of Innsbruck.

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Ilaria Leccese

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