IL REGIME DI “MARKET PARITY” NELLA “GREEN ECONOMY” DEL CAAB

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Un esempio di investimento vincente, coniugato nei termini della sostenibilità partecipata su più fronti della vita comunitaria, viene dalla virtuosa economia evergreen che, a Bologna, ha visto il CAAB (Centro Agroalimentare di Bologna) dire addio al 2018 segnando il traguardo dell’8° esercizio chiuso in utile consecutivo, con notevole ricaduta a favore della collettività.

Infatti, sommandosi ai fatturati dei precedenti sette anni di vita della innovativa società costituita con il finanziamento ottenuto dal Comune dell’operoso Capoluogo Emiliano, quest’ultimo utile ha contribuito al rientro del debito contratto che, già rimborsato per la gran parte e con la maggiorazione dei relativi interessi e delle imposte locali, ha determinato un maggiore assetto della cassa Comunale rifondendola di ben 20 milioni di euro che serviranno per maggiori servizi alla cittadinanza.

Anzi, sulla scorta dell’ultimo incisivo risultato, il Presidente Andrea Segrè ha annunciato anche l’altrettanto benaugurante prospettiva della totale estinzione del debito in tempo record, versando l’ultima trance di circa 2 milioni di euro entro il primo semestre dell’appena iniziato esercizio del 2019.

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Tanto, in itinere con la crescita della diffusione logistica del distretto agroalimentare del CAAB su scala anche internazionale oltre che in ambito nazionale, in un quadro complessivo di investimenti orientati alla sostenibilità in ogni ambito di supporto alla gestione delle attività di natura alimentare.

Quindi, innanzitutto, viene mantenuta massima attenzione al livello di sicurezza e qualità, come indica il gran numero di certificazioni che, dal marchio di Prodotto SGS del 2002 che il CAAB fu il solo ad avere acquisito in tutta Europa, sono culminate nel conseguimento dell’iter OHSAS 18001 che certifica il sistema di gestione della Salute e della Sicurezza sul lavoro, controllando il contenimento di ogni pregiudizio alla Salute nelle attività collegate alla gestione degli alimenti.

Così, nel 2018, dopo il completamento dell’iter di aggiornamento alla Norma della certificazione ISO 9001:2015 per il controllo qualità, il CAAB, in accordo con Ascom, ha lanciato il marchio “Qui Prodotti Sicuri” che viene rilasciato agli associati di Confcommercio Imprese per l’Italia - Ascom Bologna che, acquistando in misura del 90% i prodotti ortofrutticoli dalla stessa piattaforma Bolognese, documentano il proprio sistema di autocontrollo igienico sanitario aziendale (HACCP). In uguale prospettiva, per il 2019 si profila il conseguimento dell’iter di certificazione ISO 14001:2015 – Ambiente, che tende ad un controllo complessivo sul sistema di gestione delle proprie attività orientandole sempre verso la sostenibilità nell’impatto con l’ambiente.

Inoltre, poiché fra le linee guida della gestione rientra “la strategia di valorizzazione dell’asset pubblico”, il CAAB investe in tecnologie sempre più innovative; come già fatto, in collaborazione con “Unendo Energia”, per la realizzazione del più grande impianto europeo fotovoltaico su tetto che, con la produzione energetica di 15MWh, alimenta un’area di 100 mila metri quadri del Parco Agroalimentare FICO Eataly World. In più, già per la primavera del 2019, è stata preannunciata la messa in funzione di una nuova installazione fotovoltaica di ultima generazione,con un potenziale di circa 450 KW, come copertura del tetto della Nuova Area Mercatale ortofrutticola di Bologna.

Il progetto, promosso dal CAAB e sviluppato da REA-Reliable Energy Advisors, prevede l’integrazione di un impianto di accumulo energetico di taglia industriale da 50 kW per la fornitura elettrica del comparto comprendente tre colonnine che, nell’area parcheggio, serviranno anche alla ricarica dei veicoli ad alimentazione elettrica.

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Quindi, anche in funzione di un impulso alla diffusione dei mezzi di trasporto eco-sostenibili, con questo progetto il CAAB si fa “promotore delle tecnologie green in Italia” e, come preannunciato dal Direttore Generale Alessandro Bonfiglioli, “punterà all’utilizzo di gas naturale per sopperire al fabbisogno elettrico in orario notturno e alla totale autosufficienza energetica nelle 24 ore giornaliere”.

In buona sostanza, con il sistema di accumulo di taglia industriale, il CAAB ha fornito un esempio del regime di “market parity” dimostrandone la capacità di risultare economicamente sostenibile anche in assenza di incentivi; per cui, non rimane che augurarsene la diffusione in più ambiti produttivi; magari, con il supporto di altrettanti investimenti all’insegna della “economia virtuosa” come quella del lungimirante Comune di Bologna.

Rosa Cavallo

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