IL REGNO UNITO E LA SUA BATTAGLIA CONTRO L’ISOLAMENTO SOCIALE

Theresa May nomina un sottosegretario alla Solitudine

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Tutto è partito da un’iniziativa dell’ormai defunta parlamentare labourista Helen Joanne Cox, assassinata il 16 giugno del 2016 dal fanatico di estrema destra Thomas Mair. La deputata, da sempre attiva nel sociale, era stata la prima ad evidenziare l’enorme impatto della solitudine sulla popolazione inglese, schierandosi contro ogni forma di discriminazione. Le statistiche hanno confermato definitivamente la sua teoria lo scorso dicembre, quando il direttore generale della Nhs (National Health Service) ha parlato di solitudine e temperature gelide definendole come “letali” per buona parte dei cittadini.

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Una delle terribili conseguenze dell’aver perso mia moglie è sapere che avrebbe reso il mondo un posto migliore. Ma come dico sempre ai nostri figli, ecco la prova che, anche se la mamma non c’è più, le battaglie che ha combattuto riescono ancora a produrre un effetto” ha confessato Brendan Cox, vedovo della deputata. Oggi, infatti, il sogno di Jo ha trovato concretezza nelle decisioni della premier Theresa May, che nelle ultime ore ha ufficialmente istituito un “sottosegretariato alla Solitudine”.

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Per troppi, la solitudine è una triste realtà della vita moderna. Voglio che tutti ci confrontiamo e prendiamo provvedimenti per affrontare la solitudine vissuta dagli anziani, dagli assistenti, da coloro che hanno perso i propri cari: tutti coloro che non hanno nessuno con cui parlare o condividere i propri pensieri ed esperienze” ha scritto la leader conservatrice su Twitter, motivando la sua decisione. L’attuale situazione nel Regno Unito, in effetti, sembra essere piuttosto grave: stando agli ultimi dati, circa 9 milioni di persone (su una popolazione di circa 65 milioni) vivrebbero in un contesto di quasi totale isolamento, condizione che grava sulla salute mentale e fisica quanto il consumo di 15 sigarette al giorno. Le ripercussioni sulla salute risultano amplificate nel caso degli anziani, la fascia più colpita da questa “epidemia sociale”: la metà degli over75 vive da sola, riducendo al minimo le uscite e i contatti umani.

cms_8206/4.jpgA ricoprire la carica di sottosegretario alla Solitudine (minister for Loneliness per dirlo in lingua originale) sarà la deputata 42enne Tracey Crouch, che già si occupa di Sport e Società civile. “Sono orgogliosa dell’incarico che mi è stato affidato. Conosciamo l’enorme impatto che solitudine e isolamento hanno sui cittadini, sul loro benessere psicofisico e su vari aspetti della nostra società. Combatterli sarà una grande sfida, per la quale ci avvarremo della partnership di varie organizzazioni” ha dichiarato la Crouch in un comunicato video. La parlamentare sarà affiancata da un’equipe specializzata nel contrasto delle problematiche sociali e psicologiche legate all’emarginazione, costantemente analizzate in termini quantitativi dall’Ufficio nazionale di statistica. Quest’ultimo infatti misurerà periodicamente, attraverso una serie di indicatori, il grado di solitudine della popolazione, monitorando nel contempo eventuali miglioramenti. Per far fronte alle situazioni d’emergenza sociale – come quella che attualmente sta interessando il Paese –verranno stanziati alcuni fondi, volti a favorire occasioni di aggregazione e supporto reciproco: i finanziamenti saranno in gran parte rivolti ad associazioni, gruppi e comunità che si prendono cura dei più soli. Doveroso ricordare come gli stessi enti che ora gioveranno delle agevolazioni in programma abbiano subito, in un passato non molto lontano, tagli piuttosto drastici: che le biblioteche, i luoghi di aggregazione e i centri per anziani e disabili ormai chiusi siano destinati a riaprire i battenti?

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Al di là della sua effettiva riuscita, il progetto ideato da Jo Cox ha molto da insegnare a chi si professa strenuo difensore del benessere collettivo, nel Regno Unito così come in molti altri Paesi europei, tra cui anche la nostra Italia. Per quanto si possa investire nell’ambito delle Politiche sociali, è necessario un preciso piano di intervento per tutelare concretamente le fasce più deboli della popolazione. Secondo i dati Eurostat 2015, nel Belpaese 1 persona su 8 si sente sola. La prima causa alla base di questa condizione sembra essere l’elevato livello di povertà che caratterizza i più emarginati, i quali dispongono di un reddito inferiore del 60% rispetto alla media nazionale. “I soldi non fanno la felicità”, è vero; tuttavia, il livello economico sembra essere determinante una volta superata la soglia della povertà assoluta, che suona come una vera e propria condanna all’infelicità e alla solitudine. Anche per il nostro Paese, è giunto il momento di sanare sia la miseria delle tasche che quella dei cuori, spesso due binari paralleli in viaggio verso una realtà fatta di profondo disagio.

Federica Marocchino

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