IL RISVEGLIO SPIRITUALE

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Sentiamo tanto parlare di risveglio spirituale, soprattutto in certi ambienti. Ma sappiamo davvero di cosa si tratta? E cosa presuppone il termine “risveglio”?

In generale, il risveglio indica il passaggio dallo stato di sonno a quello di veglia, quando poco a poco si riprende coscienza del mondo reale, in contrapposizione a quello onirico.

Dal punto di vista spirituale, si tratta di una nuova consapevolezza, che può essere identificata con il Sé superiore.

Ne parlano i mistici di tutto il mondo, di ogni tempo, religione e filosofia. Ma ci tengo a dirlo subito: il risveglio non è per pochi fortunati ma per tutti.

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Pensiamo a Buddha.

Già il nome significa "risvegliato". Per estensione, è un titolo onorifico riservato a quanti, nel corso delle numerose incarnazioni, perfezionano le loro virtù spirituali fino a raggiungere l’illuminazione.

Di Buddha si narra che, rimasto orfano di madre alla nascita, fu affidato alle cure della zia. Il padre impedì che venisse in contatto con la sofferenza, tanto che Siddhārtha - questo era il suo nome prima dell’illuminazione - visse un’esistenza ideale tra le mura del suo palazzo. Fino all’età di sedicenni anni non seppe cosa fossero il dolore, la povertà, la malattia e la morte. Ma dopo il suo matrimonio con Yasodhara, iniziò ad inoltrarsi fuori le mura. La prima volta incontrò un vecchio, poi un malato e, dopo ancora, un corteo funebre.

Siddhārtha entrò in crisi davanti alla rivelazione della sofferenza umana. Tuttavia fu una crisi benefica, una sorta di iniziazione che gli fece prendere coscienza della finitudine e dell’illusorietà dell’esistenza. Questo è il risveglio che lo porterà al Nirvana, cioè alla perfezione spirituale.

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Buddha in meditazione

Nel caso di Buddha, il risveglio fu come uno shock: in un istante fu catapultato dal suo mondo perfetto alla cruda realtà degli esseri umani.

Molte persone vivono un’esperienza simile: penso, ad esempio, ai risvegliati dal coma o a quanti tornano indietro dopo un’esperienza di premorte. Per la maggior parte delle persone, invece, si tratta di un processo lento, fatto di piccoli gradini di consapevolezza. E, spesso, ci si trova a dover combattere con chi non ha fatto questo passaggio. Per quale motivo? Perché il risveglio - veloce o lento che sia - produce un CAMBIAMENTO.

La consapevolezza cambia. Cambia il modo di vedere le cose, il modo di pensare, di approcciarsi con le persone e con le situazioni. Per molti cambia anche l’alimentazione (da carnivora a vegetariana), cambiano gli interessi, le letture, le frequentazioni. Cambia il rapporto con il denaro, con il tempo, con il lavoro. Cambia, insomma, il modo di vedere la realtà. La visione non è più quella di prima. Quindi il risveglio spirituale è una “nuova visione”. Spesso le persone che iniziano a “vedere” identificano la loro vita di prima con il BUIO e quella successiva con la LUCE.

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Il Risveglio può essere paragonato al passaggio dal buio alla luce.

Ora, se il risveglio spirituale passa anche attraverso i nostri sensi, producendo sensazioni ed emozioni, il vero cambiamento avviene a livello percettivo. La nostra nuova visione non ha origine dagli occhi fisici ma dal “terzo occhio”, quello spirituale, chiamato anche Ajna, o sesto Chakra.

Il Terzo Occhio si trova al centro della fronte, tra le sopracciglia ed è collegato alla ghiandola pineale. È il centro della percezione, della coscienza e dell’intuizione.

Il risveglio spirituale è paragonata a una seconda nascita. Va gestito con molta attenzione in quanto riaggiusta la nostra visione e, conseguentemente, tutti i nostri valori. Quello che un tempo ci attraeva, dopo il risveglio spirituale non ci interessa più o molto molto meno. Le cose che facevamo prima ci risultano meno attraenti e gratificanti, perché hanno perduto di senso.

Giorgio Cerquetti, maestro spirituale e autore di numerosi libri, dice che il risveglio è paragonabile ad un viaggio dove non c’è né arrivo né partenza. Un viaggio che si può fare stando fermi, perché tutto, intorno a noi, è in costante movimento. Tanto il visibile quanto l’invisibile.

Il risveglio spirituale tramite il Terzo Occhio permette di accedere, di decodificare e di conoscere l’invisibile.

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Invito quindi ciascuno di voi al risveglio spirituale, cosciente e consapevole.

Come riconoscere i segni di un vero risveglio? Osservando gli effetti che produce: i gusti cambiano, così come gli interessi. Ciò non significa che la vita di “prima” non fosse buona; semplicemente ora volete che sia migliore. Non sempre il risveglio è una passaggio dal male al bene; la maggior parte delle volte è dal bene al meglio. Ed è lì che è più difficile, è lì che incontriamo la maggior resistenza.

Tuttavia, il risveglio spirituale mette nel cuore il desiderio di sperimentare un gusto superiore, per cui diventa davvero difficile sottrarvisi. Negare questo desiderio equivale a vivere un’esistenza triste e sterile, per quanto si tenti di nasconderlo.

Non abbiate paura, dunque, e lasciatevi trasportare dalle dolci acque del risveglio!”

Simona HeArt

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