IL SUPER MARTEDÌ DELLE PRIMARIE USA

Continua il monologo Trump, mentre Biden guarda tutti dall’alto

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La grande rimonta. Il Super Tuesday 2020 potrebbe avere questo titolo. Joe Biden, nella giornata del 3 marzo, ribalta completamente la sua situazione e balza in testa alla classifica provvisoria, compiendo un allungo decisivo per la candidatura finale alla Casa Bianca.

La graduatoria dei democratici, ora, è così composta: Joe Biden a quota 453 delegati, Bernie Sanders a 382, Elizabeth Warren a 50 e Michael Bloomberg a 44. Subito dopo ci sarebbe Pete Buttigieg, fermo a 26, ma viene confermato il suo ritiro. Chiudono Amy Klobuchar a 7 e Tulsi Gabbard a 1.

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Dal lato repubblicano Donald Trump è in vantaggio su Bill Weld per 830 a 1. Repetita iuvant: i candidati necessari a vincere le primarie democratiche sono 1991, 1276 per le repubblicane. Ora sì che il quadro è più chiaro.

Infatti, in termini puri di Convention Dem, giova ricordare che chi trionfa (più o meno) come Biden al Super Tuesday diventa un serio candidato allo Studio Ovale, capace di insediare l’attuale detentore del titolo. Biden, tra l’altro, rischia di stabilire un precedente storico: potrebbe diventare il primo ex-vice presidente (lo è stato durante il periodo Obama) a ricoprire la massima carica statunitense.

Ma quali sono stati i risultati ottenuti nei singoli stati? Nella Carolina del Nord (che assegna 110 delegati) trionfa Biden, nelle Samoa Americane si registra l’unica vittoria di Bloomberg. Nella California è Sanders a spuntarla, nel Massachussets, nel Minnesota e nel Tennessee vince Biden, nel Colorado Sanders, nell’Oklahoma Biden, nell’Utah Sanders e infine nell’Arkansas, nell’Alabama, nel Maine e nel Texas Biden.

Per la California andrebbe fatto un discorso a parte: con ben 415 voti, è lo stato che assegna il maggior numero di delegati per la convention di luglio, altro snodo fondamentale per definire (forse in ultima battuta) chi si contenderà il titolo di presidente.

Per quanto riguarda le dichiarazioni pervenute, non può che esserci delusione tra i sostenitori di Sanders, dopo la sua mancata vittoria nel “suo” Vermont. Biden, al contrario (e non potrebbe essere altrimenti) si dichiara “ottimista” in vista del rush finale.

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Il commento più duro, però, arriva da Trump nei confronti di Bloomberg, unica e vera delusione di questa campagna: “Non può spendere 700 milioni di dollari per racimolare il numero di voti che ha preso, per me è lui il vero perdente di queste presidenziali”.

Ora che la carne è al fuoco e sta cominciando a cuocersi, i più avvantaggiati dopo questa grande tornata iniziano già a percepire il profumo della vittoria.

Francesco Bulzis

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