IL VENEZUELA E’ SULL’ORLO DI UNA GUERRA CIVILE?
Da mesi la popolazione è esasperata. Mancano cibo e medicinali. Sale il numero di morti e feriti
Non si fermano e non si placano le proteste in tutto il Venezuela. Da quasi un mese le strade e le piazze di Caracas e di altre città sono teatro di pesanti scontri tra i cittadini , le forze di polizia e la Guardia Nazionale. Anche le donne sono scese in piazza contro il presidente Maduro. Vestite di bianco, le ’mujeres’ della capitale si sono ritrovate a Plaza Brion, nel quartiere Chicaito, da dove è partita la marcia verso il ministero degli Interni, nel centro città. "Andremo avanti fino alla fine della tirannia", è stato lo slogan con cui hanno sfilato.
La popolazione, in Venezuela, è ormai esasperata, perché dappertutto mancano cibo e medicinali, con le farmacie e gli ospedali che non dispongono più neanche dei farmaci più elementari. Una situazione incandescente che si trascina ormai da mesi, che è precipitata alla fine dello scorso marzo, quando la Corte Suprema di Giustizia ha deciso di esautorare il parlamento dai propri poteri, lasciando quindi al presidente, Nicolas Maduro, il dominio politico assoluto. Il calo dei prezzi del petrolio - di cui il Paese è forte produttore - ha innescato una serie di problematiche economico-finanziarie. Una delle prime emergenze è sicuramente l’inflazione, superiore al 500%, comunque difficile da quantificare per la difficoltà di reperire dati statistici. La gravità della crisi che si propaga dalla politica alle istituzioni, dall’economia alla finanza, ormai mina il concetto di convivenza pacifica del Venezuela e induce a rievocare ciò che accadde in Argentina nel 2001: una situazione economica insostenibile e una crisi sociale incontenibile che sfociarono in un default. Anche se, lo spettro del default, in Venezuela, se non scongiurato, non è un’ipotesi probabile.
Intanto, nel Venezuela di Maduro, sale a 37 il numero dei morti durante le proteste. L’ultima vittima è un giovane di 20 anni, ucciso con un colpo alla testa durante gli scontri con le forze dell’ordine nella città di Valencia, a due ore dalla capitale Caracas. In poco più di un mese sono 717 i feriti, 152 le persone arrestate. Ormai anche la libertà di stampa è messa gravemente a rischio, dato che nelle tv nazionali si possono vedere solo telenovele o notiziari che non parlano minimamente della proteste in corso. Molti giornali, invece, non vengono neanche più stampati per la mancanza di carta.
Anche Papa Francesco ha espresso tutta la sua preoccupazione per la grave situazione in Venezuela e, al termine dell’udienza all’Azione Cattolica Italiana in piazza San Pietro, qualche giorno fa, ha lanciato un forte appello alle istituzioni, usando parole chiare e incisive, "Cari fratelli e sorelle, non cessano di giungere drammatiche notizie circa la situazione in Venezuela e l’aggravarsi degli scontri, con numerosi morti, feriti e detenuti. Mentre mi unisco al dolore dei familiari delle vittime, per le quali assicuro preghiere di suffragio, rivolgo un accorato appello al Governo e a tutte le componenti della società venezuelana affinché venga evitata ogni ulteriore forma di violenza, siano rispettati i diritti umani e si cerchino soluzioni negoziate alla grave crisi umanitaria, sociale, politica ed economica che sta stremando la popolazione".
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