IL VERDE, TESORO URBANO PER I CITTADINI

Contribuisce alla salute fisica e al benessere psicologico

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Senza fondi, a corto di personale e spesso costretti a bloccare gli appalti sulla scia degli scandali, i comuni italiani stentano a garantire la manutenzione di parchi e giardini. Eppure il verde urbano è un bene prezioso, importantissimo per il benessere della popolazione. Il verde è il colore della calma, quindi svolge una funzione psicologica e sociale. Sotto il profilo ambientale, poi, ha effetti benefici sulla qualità dell’aria, ed è un elemento fondamentale nella transizione verso una nuova società. Il verde dovrebbe entrare a far parte in modo più armonico delle nostre esistenze. E’ quindi un grave errore tagliare i fondi della spesa pubblica in questo settore.

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Il risultato di questi tagli consiste sempre più spesso nella chiusura dei parchi per rischio caduta alberi. Non si procede alla messa in sicurezza, con interventi periodici di potatura, ma si chiudono i cancelli perché non ci sono i soldi e non c’è personale. Insomma, nei nostri giardini l’incuria è imperante. E durante l’estate, con l’erba che cresce prepotentemente, questi si trasformano in vere e proprie giungle, rendendo la situazione pericolosa per il rischio incendi.

A New York, ogni cittadino ha a disposizione 23,1 metri quadrati di verde, a Parigi 11 e mezzo: riuscire a trovare un arredo rotto o rifiuti abbandonati a Central Park o nel Giardino delle Tuileries è come trovare un ago in un pagliaio. I parchi di Londra, che sono comunque immensi, fanno dei londinesi dei cittadini fortunati con i loro 105 metri quadrati a testa. Beati loro!

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Da qualche anno è in vigore in Italia la legge 10/2013, una vera e propria legge-quadro sullo sviluppo e la salvaguardia del verde pubblico. Il fulcro è il Comitato per lo Sviluppo del verde pubblico istituito presso il ministero dell’Ambiente. A lui è demandato il controllo sulle norme che riguardano la tutela degli alberi monumentali e il rispetto dell’obbligo, per i Comuni sopra i 15mila abitanti, di piantare un albero per ogni bambino nato o adottato. Purtroppo, ad oggi sono pochi i Comuni che piantano un albero per ogni neonato. Nella legge è previsto che i municipi inviino a chi ha registrato il proprio figlio all’anagrafe un certificato in cui si dice che tipo di albero è stato piantato e dove. La legge prevede inoltre che chiunque possa diventare partner del verde cittadino: soggetti pubblici o privati, singoli cittadini, associazioni, condomini, enti, università, scuole, società, banche, negozi, bar, chioschi, studi professionali…

All’interno delle aree verdi è possibile anche prendersi cura di:

- arredi e attrezzature, come panchine, giochi, aree cani, aree fitness, strutture sportive comunali (es. campi da bocce, da basket, da calcio, da tennis…)

- spazi destinati al verde pubblico antistanti a negozi, condomini e locali pubblici.

In pochi anni, le collaborazioni tra comune e privati per la manutenzione degli spazi pubblici sono aumentate. Tra i privati che si prendono cura di aiuole, giardini e aree gioco non ci sono solo aziende e imprese, ma anche condomini e associazioni. Il tutto avviene tramite contratti di collaborazione o sponsorizzazione, a costo zero per il comune. Una formula che garantisce alla città di godere di angoli di verde pubblico curato e manutenuto, in tempi in cui per le amministrazioni è sempre più difficile reperire risorse.

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Purtroppo il limite di una politica del verde in generale denota la mancanza di una cultura specifica del verde, non solo nei cittadini ma, cosa ancor più grave, nelle amministrazioni pubbliche a tutti i livelli; questo non solo provoca errori, ma crea disagi che rendono il tenore di vita della popolazione decisamente scadente e povero di stimoli. Bisognerebbe aumentare gli spazi da adibire al verde e snellire la burocrazia per ottenere l’adozione delle aree.

Gli amministratori comunali sostengono che rispondere a questa esigenze aumentando gli spazi a verde urbano, e quindi la vivibilità, porti inevitabilmente ad un aumento dei costi. Niente di più sbagliato! Si possono adottare tecniche e colture che consentono una riqualificazione sostenibile degli spazi verdi.

Risparmiare nei consumi d’acqua e nei costi di gestione è possibile. Gli esperti di architettura del paesaggio considerano il verde urbano banale, omologato: si vedono ovunque le stesse piante, che non sempre sono autoctone e si insediano malvolentieri in un contesto che non è il proprio. Si pensi al “prato all’inglese” che è climaticamente fuori luogo nelle città mediterranee. Se il prato sempreverde è un classico nelle umide pianure britanniche, negli ambienti mediterranei diventa un estraneo, un ecosistema in perenne crisi, sempre assetato, sempre bisognoso d’acqua e strepitosamente costoso. E dal punto di vista morale c’è da domandarsi se un Paese in difficoltà possa permettersi spese cospicue derivanti da irrigazioni e da cure eccessive del verde o se non debba, invece, trovare il modo di portare la semplicità, la biodiversità, il “verde di casa nostra” dentro le zone urbane non solo per ridurre i costi ma anche per rendere la scena urbana, come è logico che sia, una naturale continuità del paesaggio extra muros.

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Il messaggio che si vuole diffondere è che le piante erbacee spontanee non solo non sono erbacce, ma rappresentano uno strumento indispensabile per camminare verso la sostenibilità del verde. La visione della città del futuro è quella che dovrà garantire un’elevata qualità della vita per tutti ed insieme proteggere, ripristinare e promuovere gli ecosistemi, l’acqua, gli habitat naturali e la biodiversità, adottando stili di vita in armonia con la natura. Possibile? Certamente sì, dipende solo da noi!

Esecuzione Verde

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