IL VINO E IL CALCIO
Percorsi Di-Vini

Chi non ricorda i mondiali di calcio in Spagna del 1982, quando l’allora giovanissimo Paolo Rossi riuscì a compiere una impresa epica segnando 6 goal con cui mandò al tappeto il Brasile, la Polonia e la Germania, e la notte del 11 luglio allo stadio Santiago Bernabeu di Madrid, decretò la vittoria del Mondiale battendo la Germania per 3 a 2, conquistando anche il primato di capocannoniere.
Fu una impresa unica, che regalò al nostro Paese emozioni importanti in un periodo in cui avevamo bisogno di sentirci uniti, fieri ed orgogliosi della nostra nazione. Ovviamente fu la vittoria di un gioco di squadra portato avanti egregiamente e che valse il titolo di “Pablito” al nostro Paolo Rossi.
Tornando in Patria la formazione guidata da Enzo Bearzot fu accolta nel migliore dei modi, un Nazione intera si era fermata per accoglierli con i giusti onori, seguirono giorni colmi di festa ed il Paese tutto si sentiva energico, e aveva raggiunto la consapevolezza di poter fare molto per il mondo, Anche Pablito ne era cosciente e quasi per impulso decise di dedicarsi ad un’altra grande passione, quella per il vino. Iniziò così la sua avventura nelle eccellenze viticole e scelse Montalcino in Toscana iniziando a produrre del Brunello di Montalcino con la convinzione di poter ricreare quel gioco di squadra che tanto fece bene al Paese. Di lì a breve, altri calciatori iniziarono questa avventura, primo fra tutti Andrea Pirlo che iniziò in provincia di Brescia la propria coltivazione della vite.
Calcio e vino, anche se sembra stiano agli opposti, in realtà, generano emozioni simili, perché in entrambi i casi è necessario saper giocare bene per essere dei vincenti e non basta produrre del vino oppure dare un calcio ad un pallone se non si hanno competenze, professionalità e tanta tanta passione, che fa la differenza. Non è un caso che altri calciatori professionisti si sono avvicinati al mondo enologico, basti pensare a Damiano Tommasi, attuale Sindaco di Verona, produttore di Valpolicella, oppure a Gianluigi Buffon che ha deciso di produrre Primitivo nella “selezione dei campioni” dell’imprenditore Fabio Cordella. Ma anche allenatori si sono cimentati in questa avventura, uno fra tutti, Luciano Spalletti, che ha scelto la Toscana per dare luce al suo modulo preferito il 4-3-3, decidendo di giocare con una buona difesa (4), stante a significare che le cose buone prendono corpo con calma, per poi alzare l’attenzione con un centro mediatico di buon equilibrio (3), e ottenendo con le sue (3) punte d’attacco importanti risultati.
Si può dire che il calcio ha portato giovamento al vino oppure il contrario? Personalmente credo che i due settori abbiano molto in comune; entrambi animano gli animi, creano coesione. In fin dei conti una buona bottiglia di vino posta al centro di un tavolo di commensali genera entusiasmo e complicità, stessa situazione davanti ad uno schermo intenti a vedere la partita della propria fede calcistica. E se per caso uniamo le due scene? Il risultato è sorprendente… che Bel Paese la nostra Italia.
Buona degustazione!
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Giuseppe
Sempre puntuali, competenti e divertenti le analisi del grande Carlo. Un connubio, quello tra calcio e buon vino che mi trova piacevolmente d’accordo ed allo stesso tempo di aprire una buona bottiglia. W il buon vino...
Commento del 13:25 01/08/2023 | Leggi articolo...
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