IL VINO PASSITO

Percorsi ’Di-Vini’

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I vini passiti fanno parte dei vini da dessert in quanto per concordanza nello schema degli abbinamenti cibo/vino, gli stessi trovano la giusta corrispondenza con i dolci.

In realtà non è proprio così, nel senso che possono essere abbinati egregiamente anche a formaggi di lunga stagionatura oppure a erborinati, ma estremizzando, possiamo definirli anche vini da meditazione in quanto possono essere degustati in assoluta tranquillità o solitudine.

In questo periodo di grande caldo vi invito a sognare per alcuni momenti pensando di trovarvi in uno chalet di montagna, immerso nella neve con una temperatura di circa 2 gradi, il camino acceso ed un buon libro tra le mani… non credete che un vino da meditazione ci stia bene?

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Immediatamente ci sentiamo più leggeri, più freschi e riposati e come per magia non subiamo più il caldo torrido di queste giornate. Certo è una realtà virtuale dovuta al momento estremo ma posso assicurare che la nostra mente non chiede molto, si adatta alle circostanze con estrema malleabilità ed ama allinearsi con linearità all’ambiente in cui si trova.

Ma torniamo a noi. I vini passiti sono ottenuti mediante la concentrazione delle sostanze contenute nella polpa dell’acino una volta che lo stesso viene reciso dalla pianta. In questa operazione, la parte zuccherina ha la meglio a discapito dell’acidità ed è il metodo per dare corpo a vini che possono anche essere sottoposti ad ulteriore affinamento in barrique per donargli quel valore aggiunto che può contribuire a generare l’eccellenza estrema da sottoporre ad una attenta analisi sensoriale nel proprio calice.

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Al contrario, se l’appassimento avviene con l’acino ancora attaccato alla pianta, possiamo parlare di vendemmia tardiva. La differenza sostanziale con il passito è che la vendemmia tardiva non genera un passito diciamo classico ma vini con una buona acidità che si prestano ad elevata attenzione gustativa.

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In Italia possiamo trovare diversi vini passiti o vendemmie tardive, come al solito navigando in lungo e largo sul nostro territorio.

I profumi tipici sono caratterizzati da note dolci con attenzione all’albicocca essiccata, alla frutta secca, al miele, alla confettura. Al gusto note vellutate e morbidezza profonda infondono un graduale piacere prolungato che ben si accosta al momento in cui si sta degustando. Quasi mai questi vini vengono assunti con leggerezza; essi richiedono una attenta valutazione ed una spiccata volontà di compiacersi, sapendo di apportare gratificazione a se stessi, indifferentemente dalla compagnia della serata.

Buona degustazione!

Carlo Dugo

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