IL VITIGNO GUARDAVALLE

Percorsi di vini

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cms_26072/concours-mondial-de-bruxelles-2022-in-calabria-giornalevinocibo.jpgChe Paese il nostro… quando pensi di aver già visto tutto ti ritrovi in un bar a parlare con un amico del più e del meno e senza rendertene conto ti riaffiorano pensieri e ricordi legati ad un vitigno di cui ti eri assolutamente dimenticato.

Sono in Calabria, nella città di Rende per seguire l’allestimento dell’evento che vedrà dal 20 al 22 maggio la presenza di 320 giudici internazionali provenienti da 54 Nazioni, chiamati a degustare circa 9000 vini a cui assegnare una medaglia d’Argento, Oro o Gran Oro, per quello che sarà definito l’evento dell’anno grazie al Concours Mondial de Bruxelles.

Durante le pause nelle varie giornate è normale stringere contatti con persone del luogo con le quali scambiarsi battute a vario titolo. Ed è altrettanto normale apprendere da ognuno qualcosa in più. Siamo sempre alla ricerca di informazioni che possano alimentare la nostra curiosità ed in un qualche modo renderci migliori e su questo la regione Calabria ha molto da trasmettere.

Una regione che può vantare una storia millenaria, a volte silenziosa, altre burrascosa. Una regione in grado di assaporare il lento scorrere del tempo con assoluta maestria e longevità d’animo. In questo contesto mi torna in mente un vitigno di cui non si sente parlare mai, il Guardavalle, un vitigno a bacca bianca autoctono, principalmente coltivato nella provincia di Reggio Calabria di cui si sconosce la provenienza ma che risulta radicato sul territorio almeno dalla notte dei tempi.

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Vitigno Guardavalle

Il Guardavalle si esprime al meglio quando coltivato su terreni argillosi-calcarei che si trovano ben esposti ai raggi solari. Normalmente è usato in blend con altri vitigni, ma laddove si riesca a trovare una vinificazione in purezza saremo colpiti dall’elegante struttura e si presenterà a noi con un bel colore giallo paglierino, a volte carico, a volte meno. Le note olfattive sono fruttate con prevalenza di sentori agrumati. Al palato lo troviamo abbastanza sapido ma al contempo fresco, caldo e persistente, diciamo un.- vino “di corpo”.

cms_26072/00.jpgOttimo se degustato come aperitivo, mentre per qualcosa di più impegnativo lo possiamo abbinare a primi piatti a base di pesce oppure a formaggi di media stagionatura. In poche parole un vino a tutto tondo che può regalarci sensazioni intense, calde, sapide, fresche, e che racchiude in un calice tutta la storia millenaria di questa stupenda regione ancora tutta da scoprire.

Ma facciamo attenzione alla temperatura di servizio del vino bianco che non dovrà essere superiore ai 10/12 gradi per poterne apprezzare la qualità.

Buona degustazione!

Carlo Dugo

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