IL WHISTLEBLOWING ORA HA UN’APP

Le segnalazioni di condotte illecite nel pubblico impiego sbarcano sul sito dell’Anac con un’App

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La legge 179/2017, approvata a novembre scorso, sul whistleblowing, punta a tutelare il lavoratore (pubblico o privato) che, venuto a conoscenza di irregolarità o illeciti sul luogo di lavoro, decida di segnalarli. La nuova disciplina, in vigore dal 29 dicembre, interviene su due fronti. Da un lato, implementa la tutela già prevista per i dipendenti pubblici. Dall’altro, estende la tutela al settore privato. Tra gli aspetti principali, la legge prevede che il dipendente pubblico che segnali condotte illecite conosciute in ragione del rapporto di lavoro non possa essere, per tale motivo, sottoposto a ritorsioni o a misure organizzative con effetti negativi.

La legge ha comunque dei punti deboli. Manca un fondo di tutela che supporti i segnalanti nelle spese legali. Così come non è prevista una protezione totale della loro identità, che potrebbe essere svelata durante il procedimento giudiziario.

cms_8407/2.jpegE’ di qualche giorno fa la notizia che l’Anac, l’Autorità anticorruzione, guidata da Raffaele Cantone, ha appena messo a punto una apposita App per le segnalazioni delle condotte illecite in forma anonima. La App – che prende il nome di “Whistleblower” – consentirà infatti nel segnalare anonimamente le condotte illecite, i reati e gli abusi perpetrati nel mondo del lavoro. Grazie alla nuova applicazione on line, dunque, sarà possibile acquisire e gestire, tramite una procedura interamente digitalizzata, le segnalazioni di illeciti, mettendo al centro la massima riservatezza dei dipendenti. Chi vuole denunciare un comportamento contrario alla legge, in sostanza, potrà accedere all’applicazione, compilando una serie di campi che consentiranno di fornire agli uffici dell’Authority tutte le informazioni necessarie. Dopo aver compilato un questionario in cinque sezioni, il dipendente pubblico riceverà un codice che gli consentirà di dialogare in forma anonima con l’Anac, per seguire, nei giorni successivi, l’esito della procedura. A differenza di quanto previsto dalla normativa nazionale, anche le segnalazioni in forma anonima possono quindi essere prese in considerazione purchè siano molto circostanziate e riguardanti fatti gravi. La disciplina del “whistleblowing” contiene già norme di tutela a favore del dipendente che segnala condotte illecite, tuttavia la nuova App permette a chi denuncia di ricevere richieste dagli uffici dell’Autorità o fare precisazioni senza mai rivelare la propria identità.

cms_8407/3.jpgAnche la Giunta provinciale di Bolzano si è attivata per dare maggiore tutela a chi fa denunce di irregolarità sul lavoro ai sensi della L. 179/2017. In attuazione delle norme per la prevenzione della corruzione e dell’illegalità nella pubblica amministrazione, ha approvato una nuova procedura per la segnalazione di condotte illecite che prende in considerazione anche le denunce anonime e quindi non solo quelle firmate da chi, mettendo il proprio nome e cognome, se ne assume la paternità e diventa riconoscibile, salvo le garanzie della tutela dell’anonimato. Il ventaglio delle ipotesi illecite non si limita alla corruzione. Possono essere segnalati tutti i reati contro la pubblica amministrazione, ma anche le violazioni del codice di comportamento dei dipendente, oppure fatti che comportino un danno erariale. Più in generale ogni forma di mala amministrazione o di abuso, anche se esso non ha una rilevanza penale o contabile.

La battaglia per una legge sul whistleblowing viene da lontano. L’Italia, come paese membro del G20, già nel 2010 si era impegnata ad approvare leggi a tutela di chi denuncia nel pubblico interesse corruzione e illegalità sul posto di lavoro. Dopo sette anni, di rimandi e proteste, è stato seguito l’esempio degli Stati Uniti e del suo Whistleblower Protection Act del 1989.

Con la legge sul whisteblowing l’Italia, quindi, colma un vuoto legislativo da tempo denunciato da numerosi organismi internazionali. Oltre ad avere un piccolo pezzo in più di legalità.

Mary Divella

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