IMMIGRAZIONE...leggi a confronto

Inchiesta dell’International Post

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ROMA – “I tempi sono maturi per pensare a strategie alternative: più in generale dobbiamo ripensare cosa significhi ’sicurezza’ e quali sono le strategie per garantirla e in questo quadro va aperto un confronto". Lo ha detto il ministro all’Integrazione, Cecile Kyenge, a Bruxelles. Secondo il ministro, in materia di Centri di identificazione ed espulsione (Cie) "la normativa nazionale dovrebbe meglio adeguarsi allo spirito di quella europea".Tutti i Paesi del mondo "combattono" con i flussi migratori che a seconda dei momenti storici si intensificano. E’ naturale che gli Stati che più si trovano a fronteggiare il numero di migranti in arrivo sono quelli con le economie più floride, dagli Usa al Canada, passando per l’Australia e la Germania. Ognuno ha trovato un approccio diverso, a seconda delle necessità (vedasi richiesta da parte del mondo del lavoro) e, soprattutto, delle possibilità. Si va dalle porte aperte del Canada al divieto di sbarco in Australia. Vediamo Paese per Paese come viene affrontato il tema dell’immigrazione e quello dell’asilo politico, che comunque - a differenza delle leggi sull’immigrazione - è sancito dalla Convenzione di Ginevra sullo status dei rifugiati, siglata dalla maggior parte dei paesi occidentali il 28 luglio 1951.

cms_107/2.jpgCanada - Per combattere la mancanza di manodopera qualificata, sin dal boom economico degli anni ’70 il Canada ha scelto politiche per l’immigrazione che sono particolarmente flessibili e aperte. Secondo gli ultimi dati, risalenti a tutto il 2010, circa il 21.3% dell’intera popolazione canadese è composto da immigrati. Ad aprile di quest’anno Toronto ha poi reso ulteriormente flessibile l’accesso al Paese e i visti di studio e di lavoro per persone con qualifiche specifiche (si va da ingegneri e architetti a carpentieri e cuochi per intenderci), in modo tale da attirare anche gli imprenditori stranieri e convincerli a insediarsi in Canada per portare avanti il loro business. In sostanza, tutti gli immigrati che ricevono fondi da aziende o gruppi di investimento canadesi per il loro start-up possono immediatamente richiedere una residenza permanente. Qualora gli affari dovessero andare male, l’imprenditore non è comunque soggetto ad alcuna deportazione e mantiene la residenza nel Paese, così come la possibilità di iniziare un nuovo business. Diritto di asilo politico. Sulla pagina del governo canadese che riguarda i visti di ingresso nel Paese si legge in evidenza che "Ogni persona che patisce una persecuzione ha diritto a essere protetta". Il Canada ha riconosciuto il diritto all’asilo politico dal 1951, quando è stata siglata la Convenzione sullo status dei rifugiati a Ginevra. Il diritto alla vita, alla libertà e alla sicurezza della persona è anche inscritto nella Carta canadese dei Diritti e delle Libertà. In virtù di questo lo scorso agosto il governo canadese ha incoraggiato i gay di Russia , affinché chiedessero asilo a Toronto per sfuggire alle "persecuzioni" perpetrate dal Cremlino ai danni degli omosessuali.

cms_107/3.jpgAustralia - Se il Canada è una sorta di paradiso per gli immigrati, l’Australia è per certo il loro inferno. Secondo i dati forniti dalle Nazioni Unite, nel 2012 l’Australia ha ricevuto circa 15.800 richieste di asilo, segnando un 37% in più rispetto al 2011. Il Dipartimento per l’Immigrazione e la Cittadinanza sancisce in modo netto che, in base al Migration Act del 1958, tutti i non cittadini o tutte le persone che risiedono illegalmente nel Paese devono essere arrestate e deportate. Anche tutti coloro che hanno un visto scaduto rientrano nella categoria degli "illegali", inclusi i bambini e i figli dei richiedenti asilo. Tutti, nessuno escluso, non possono restare sul suolo australiano e vengono "deportati" in centri di detenzione , come quello di Manus Island in Papua Nuova Guinea. Qui, in attesa dell’asilo, possono restare per mesi o anche lunghi anni. Le organizzazioni per i diritti civili e umani hanno denunciato più volte le politiche migratorie australiane, ma l’unica risposta finora ricevuta dal governo è stato lo spostamento di alcuni bambini (non tutti) dai centri di detenzione alle "comunità di detenzione" o in case famiglia. Ma, a febbraio di quest’anno risultavano ancora 1.060 bambini tra la popolazione del centro di detenzione di Papua

cms_107/4.jpgNuova Guinea - Nessun barcone di disperati può approdare in Australia, questo è poco ma sicuro. E anche i fratellastri neozelandesi non scherzano in quanto a inflessibilità: una volta ottenuto il visto, se non si rispettano certi criteri si può essere deportati. Lo sa bene lo chef sudafricano sovrappeso che, non corrispondendo alle tabelle della "buona salute" sancite dal ministero della Sanità di Wellington, è stato invitato a lasciare il territorio della Nuova Zelanda quanto prima.

cms_107/5.jpgGiappone - Dire che l’impero del Sol Levante ha leggi sull’immigrazione "restrittive" è un eufemismo. Il Giappone da secoli è promotore dell’isolazionismo culturale e, pertanto, ha sempre messo in campo politiche anti-migratorie, per scoraggiare i flussi nella sua direzione. Al 2010 risultavano migranti sul territorio nipponico l’1.7% della popolazione totale. Ma, esattamente come per il Canada, il Giappone sta assistendo a un lento e inesorabile declino della natalità di casa, con conseguente invecchiamento della popolazione. Secondo le analisi, nel 2060 il numero di cittadini giapponesi si ridurrà di un terzo rispetto ai 128 milioni di oggi. Un vero dramma per l’economia nipponica e così il governo di Tokyo ha deciso di correre ai ripari, aprendo le porte agli immigrati. Sostanzialmente, il Giappone ha un sistema a punti per ottenere il visto di residenza e di lavoro sul suo territorio. Il nuovo sistema è entrato in vigore quest’anno: gli immigrati guadagnano punti sulla base del loro curriculum accademico o sulla loro esperienza nel settore degli affari. Tutti quelli che hanno delle capacità specialistiche (come docenti, medici e manager d’azienda) possono godere di una corsia preferenziale per ottenere un visto di residenza e lavoro. Insomma, l’impero del Sol Levante premia con la green card i più meritevoli in vari campi. Per tutti gli altri le porte restano serrate.

cms_107/6.jpgStati Uniti - Gli Stati Uniti sono l’unico Paese al mondo dove il visto di residenza può essere ottenuto anche grazie a una cospicua dose di fortuna. Negli Usa esiste la lotteria degli immigrati, che - pagando una quota di partecipazione - sognano che il loro nome venga estratto. Ma solo i cittadini provenienti da un Paese "con un basso tasso di immigrazione verso gli Usa" possono partecipare alla lotteria. Gli Stati Uniti sono terra di frontiera da sempre. Eldorado dei migranti di tutto il mondo, possono "vantare" la prima legislazione in merito datata 1790 (Naturalization Act). Negli ultimi due secoli si sono susseguite norme per fermare il flusso di migranti da particolari Paesi del mondo (come il Chinese Exclusion Act) e per fissare delle quote. Ma è nel 1952 che viene creato un Servizio per la Naturalizzazione e l’Immigrazione. Gli Usa permettono a più di 1 milione di migranti ogni anno di ottenere la residenza legale e hanno due diversi tipi di visto: uno per tutti coloro che desiderano vivere nel Paese a termine e che non sono da considerare "immigrati", pertanto per loro non vale la logica del numero massimo di visti dato ai diversi Paesi del mondo, e poi ci sono tutti coloro che vogliono lavorare negli Usa e che devono presentare un’offerta di impiego sul territorio americano e, contestualmente, l’azienda che sigla l’offerta deve presentare al dipartimento per l’Immigrazione un certificato che attesta che non c’è nessun altro lavoratore americano che possa ricoprire quel ruolo. Infine, ci sono i visti per studenti, famiglie e turisti, che appartengono a una categoria separata e sono limitati nel tempo. Le macro-categorie si suddividono poi in una serie di sottocategorie, che vanno a normare casi specifici o particolari.A luglio 2013 il Senato Usa ha votato la riforma sull’Immigrazione voluta dal presidente Barack Obama, che adesso dovrà andare al vaglio della Camera, dove si preannunciano le barricate dei Repubblicani. La riforma voluta dal Presidente sin dal suo primo mandato promette un percorso che arriva fino alla cittadinanza per milioni di immigrati illegali che vivono e lavorano sul territorio statunitense, la maggior parte dei quali sono latinos. In più, vengono stanziati nuovi fondi per rafforzare i controlli di frontiera con il Messico.

cms_107/7.jpg La Svezia è il primo Paese dell’indice MIPEX (Migrant Integration Policy Index) ed è nota per l’accoglienza riservata ai profughi musulmani provenienti da aree di guerra (come Somalia, Iraq e Siria). Ma con la crisi economica, il tasso di disoccupazione tra gli stranieri è balzato al 16% e in concomitanza si sono tenute numerose proteste contro gli immigrati accusati di "rubare" il lavoro agli svedesi. Il governo sta valutando se ritoccare le politiche migratorie rendendole più rigide, in modo tale da far diminuire il flusso degli immigrati e, allo stesso tempo, cercare di placare la piazza. Per quanto riguarda il diritto d’asilo, si calcola che nel 2012 il numero dei richiedenti sia salito di circa il 50% rispetto all’anno precedente, sfiorando le 44.000 persone. Causa delle diverse guerre in Medio oriente e in alcune zone africane, ma è anche vero che - visto che il lavoro in Svezia è diminuito - molti migranti preferiscono scegliere direttamente la strada dell’asilo politico che li mette a carico del governo svedese.

cms_107/8.jpg Spagna - Un boom economico lungo un decennio ha visto aumentare la popolazione di immigrati in terra spagnola dal 2 al 12%. A fine 2010 il numero degli immigrati in Spagna toccava i 5.6 milioni di individui. Merito non solo dell’economia che andava a gonfie vele, ma anche delle politiche socialiste volute dal governo di José Luis Rodríguez Zapatero che erano particolarmente attente ai temi dell’immigrazione e che in totale apertura garantivano scuole, servizi e sanità a tutte le persone legalmente insediate in Spagna. Ma tra immigrazione e integrazione ci passa il mare e così con l’inizio della crisi i rappresentanti locali del Partido Popular (che oggi è al governo con Mariano Rajoy) hanno cominciato a chiedere la "riduzione" degli ingressi e, al tempo stesso, la diminuzione dei servizi erogati agli immigrati. Cosa che il premier Zapatero si è rifiutato di accettare. La Spagna è tra i Paesi europei più aperti nei confronti degli immigrati, ma negli ultimi due anni il flusso invece che in entrata è stato in uscita.Chi vorrebbe più vivere in un paese in crisi profonda dove trovare lavoro è un miracolo? Così, il governo conservatore di Rajoy ha lanciato la "residenza per arabi e russi", come è stata soprannominata. Sostanzialmente, è possibile ottenere un visto per residenti in Spagna contestualmente all’acquisto di un immobile dai 500.000 euro in su. La nuova norma entrerà in vigore il 1 gennaio del 2014 e molti ricchi europei (come i vicini francesi) già stanno pensando di comprare casa in Spagna per godere della residenza e quindi di un regime fiscale più basso.

cms_107/9.jpgFrancia - Eurostat stima che in Francia ci siano 7.2 milioni di immigrati nati all’estero, che corrispondono a poco più dell’11% della popolazione totale. Recentemente (a gennaio 2013) il pacchetto di norme volute dal governo dell’ex presidente Nicolas Sarkozy, che punivano con la detenzione dalle 24 alle 48 ore gli immigrati illegali, è stato superato dal voto dell’Assemblea generale che ha cancellato anche il cosiddetto "reato di solidarietà", che colpiva tutti coloro che aiutavano un immigrato illegale con il carcere fino a 5 anni e una multa pecuniaria non superiore ai 30.000 euro. Le nuove misure per l’immigrazione allineano la Francia con gli altri Paesi europei, portando le ore di custodia per un immigrato illegale arrestato a 16 e depenalizzando l’aiuto dato agli illegali, qualora "motivato da ragioni umanitarie" e dove non si ravveda sfruttamento del lavoro.Il ministro degli Interni Manuel Valls, in seguito al voto di gennaio 2013, ha nettamente preso le distanze dalle politiche del governo Sarkozy, annunciando tre nuove misure: un processo più rapido per le deportazioni (solo un terzo degli immigrati illegali arrestati durante la presidenza di Sarkozy è stato deportato), un monitoraggio più stringente sul lavoro dei giudici per l’immigrazione, andando a bacchettare le sentenze "fallimentari", ossia quelle che sfociano in appello e, infine, il cambio del sistema di raccolta dati. Ad esempio, i "ritorni volontari" degli immigrati ai loro Paesi d’origine fino a qualche mese fa venivano ancora classificati come deportazioni.Diritto di asilo politico. Il governo socialista del presidente François Hollande ha anche promesso una riforma delle leggi sull’immigrazione che renda più ampie le possibilità per i richiedenti asilo politico e i residenti di lungo corso. La riforma doveva approdare in Parlamento a settembre di quest’anno, ma se ne riparlerà nel 2014. Troppo forti le pressioni del Front National capeggiato da Marine Le Pen, che chiedono di ridurre il numero degli immigrati e non di dare loro più diritti. La Francia è il secondo Paese in Europa per richieste di asilo politico, con un totale di 61.000 domande a fine 2012.

cms_107/10.jpgGermania - Berlino è l’Eldorado europeo di centinaia di migliaia di migranti ogni anno. L’economia va bene, il lavoro c’è, e in tanti sognano di trasferirsi in Germania, terra abituata da sempre a notevoli flussi migratori, basti pensare a quelli "interni" tra Est e Ovest dopo la caduta del Muro. Ma, nonostante questo, non esiste alcun meccanismo formale per regolarizzare la posizione della maggior parte di questi immigrati. Tra il 1955 e il 1973 la Germania (occidentale) ha reclutato circa 14 milioni di immigrati come "lavoratori ospiti" (Gastarbeiter). Alla fine del programma molti datori di lavoro non hanno voluto cercare nuovi dipendenti provenienti da fuori e hanno preferito sostenere quelli già sul territorio tedesco e che avevano acquisito un’esperienza. Ma il loro status non è stato formalmente sancito, e oggi la Germania si trova in una situazione in cui gli immigrati di terza generazione (nati sul territorio tedesco) vengono ancora classificati come "figli di lavoratori ospiti", e una volta diventati adulti devono aspettare a lungo, anche anni, prima di poter avere la cittadinanza.La Commissione insediata ad hoc per definire le leggi sull’immigrazione nel 2001 ha suggerito un approccio più flessibile nei confronti dei non-cittadini. Sulla scia di ciò due atti, nel 2005 e nel 2007, sono stati fortemente criticati per non facilitare la naturalizzazione degli individui senza documenti, soprattutto quelli impiegati con bassi redditi. Secondo la legislazione del 2007, per diventare cittadino tedesco un lavoratore al di fuori dell’Unione europea deve dimostrare di avere un reddito annuo di almeno 85.000 euro e deve essere in possesso di un passaporto (cosa praticamente impossibile per i richiedenti asilo politico). Insomma, se paragonato a Francia, Italia e Spagna, il sistema tedesco punta a essere molto più restrittivo sulle regolarizzazioni generali e molto più flessibile riguardo alla naturalizzazione/regolarizzazione di piccoli gruppi di "immigrati privilegiati".

cms_107/11.jpgDanimarca - Il caso danese è considerato molto controverso ed è oggetto di feroci critiche da parte delle organizzazioni per i diritti umani. Il governo offre incentivi per lasciare il Paese agli immigrati che non riescono a integrarsi con la cultura della Danimarca. Gli incentivi sono una "conquista" del partito xenofobo Danish People’s Party, che sul suo sito recita: "La Danimarca non è un paese per immigrati e non lo è mai stato. Per questo noi non accetteremo la trasformazione in una società multietnica". Centrale nelle politiche anti-immigrazione danesi è la cosiddetta "legge dei 24 anni", secondo la quale uno sposo/sposa straniera di un cittadino danese può richiedere la cittadinanza solo se entrambi hanno compiuto il ventiquattresimo anno d’età. Nel caso in cui lo sposo/sposa sia un rifugiato o abbia figli nati in Danimarca o sia gravemente malato o soffra di handicap, la norma decade.

cms_107/12.jpgGran Bretagna - Il Regno Unito ha visto drammaticamente aumentare il sumero degli immigrati negli ultimi 10 anni. Sono passati dai circa 4.5 milioni del 2001 a 7.5 milioni a fine 2011 e le politiche sull’immigrazione sono entrate di diritto nel dibattito politico, proprio nella cosiddetta "patria del multiculturalismo". A breve il Parlamento britannico discuterà un disegno di legge contenente le ultime norme sull’immigrazione, ben più restrittive di quelle attualmente in vigore. E’ previsto il rimpatrio immediato per tutti coloro che arrivano in Gran Bretagna con precedenti penali o per coloro che commettono reati sul suolo britannico. Vengono poi ridotte da 17 a 4 le motivazioni di richiesta d’asilo politico.

I due nuovi paradisi degli immigrati: Russia e Cina

cms_107/13.jpgRussia - La Federazione russa ha introdotto una legge federale sullo stato legale dei cittadini stranieri nel 2002. Secondo la legge gli immigrati devono ottenere un documento valido di immigrazione nel momento in cui passano la frontiera del Paese. Questo documento inizialmente non può superare i 90 giorni. Qualora vogliano richiedere un permesso di soggiorno lavorativo devono provare di avere già un’offerta di lavoro siglata dall’ente o dall’azienda che li richiede. Se entro 90 giorni la richiesta non viene accettata per vizi formali o sostanziali, gli immigrati devono immediatamente lasciare la Federazione, pena l’arresto e la conseguente deportazione. Diciamo che - a discrezione - il presidente può regalare la cittadinanza senza passare per la procedura burocratica, come è successo per Gerard Depardieu, grande amico di Vladimir Putin, che è stato riconosciuto cittadino russo pur non avendo mai risieduto sul territorio della Federazione.Le politiche migratorie in Russia sono comunque molto restrittive e l’esplosione di gruppi xenofobi e nazionalisti non fanno sperare in qualche apertura. I recenti scontri a Mosca, che hanno portato a più di 400 arresti, sono stati scatenati da un accoltellamento ai danni di un cittadino russo imputato a un immigrato caucasico. Gruppi di nazionalisti hanno messo a ferro e fuoco le strade della periferia della capitale cantando slogan razzisti.Diritto di asilo politico. Il caso Snowden fa scuola. Mosca concede l’asilo politico ai richiedenti che provengono da aree di guerra o la cui vita sia in serio pericolo qualora fossero costretti a tornare nei Paesi d’origine.

cms_107/14.jpgCina - A luglio 2013 la Cina ha varato una nuova legge sull’immigrazione, la più imponente degli ultimi venti anni. Alla base delle nuove norme c’è la volontà del governo di Pechino di rendere più dure le punizioni per gli stranieri che entrano illegalmente nel Paese per viverci e lavorare. Per la prima volta, la legge sancisce che gli immigrati illegali qualora scoperti possono essere detenuti per un tempo che va da 5 a 15 giorni. E’ vero che in questi anni cittadini dello Myanmar, del Vietnam e della Corea del Nord sono stati regolarmente arrestati (e poi deportati) se colti in flagranza di reato nell’atto di attraversare legalmente i confini cinesi, ma per gli stranieri provenienti da altri Paesi la detenzione è stata molto meno frequente. Oggi invece è legge che vale per tutti.Gli immigrati illegali sono inoltre puniti con una multa tra i 5.000 yuan e i 20.000 (604-2.400 euro) prima della deportazione. Il datore di lavoro di immigrati illegali, invece, è soggetto a una sanzione che può arrivare fino a 100.000 yuan (circa 12.000 euro). Secondo il ministero per la Sicurezza pubblica nel 2012 sono stati arrestati 47.100 immigrati illegali. La nuova legge punta anche a riformare il sistema delle green cards, che - sin dal 2004 - autorizza i cittadini stranieri a risiedere in modo permanente sul territorio cinese. Alla fine del 2011 solo 4.752 individui hanno ricevuto una green card in Cina. Quello cinese è stato definito "il sistema più difficile del mondo" per ottenere un soggiorno di residenza.

cms_107/15.jpgNel corso degli anni il fenomeno degli sbarchi sulle coste italiane ha registrato un’impennata e con la Primavera araba e la caduta del regime di Muammar Gheddafi in Libia il flusso è aumentato. Per questo l’Italia ha adottato da tempo diverse misure per la gestione dell’accoglienza dei migranti. Tra queste, il progetto più importante è Praesidium della Croce Rossa Italiana (CRI) giunto ormai all’ottava edizione. Finanziato dalla Comunità europea e dal ministero dell’Interno, Praesidium mira al rafforzamento della capacità di accoglienza e dei servizi per tutti coloro che arrivano via mare, attraverso un’azione congiunta di CRI , UNHCR (l’agenzia delle Nazioni Unite per i rifugiati), OIM (l’organizzazione internazionale per le migrazioni) e Save the Children .Il progetto rappresenta uno dei più importanti programmi in materia di assistenza ai migranti in Italia ed ha permesso di intercettare nel corso degli anni migliaia di richiedenti protezione internazionale proprio nei momenti più delicati, ovvero all’arrivo, collaborando nelle fasi dell’accoglienza e di avvio delle procedure legali nonché nell’assistenza sanitaria."Abbiamo dato il via all’operazione Mare Nostrum". Così il minsitro dell’Interno, Angelino Alfano, al termine del vertice a Palazzo Chigi sul tema immigrati dopo il naufragio al largo di Lampedusa dove hanno perso la vita più di 300 persone. "Frontex - ha detto - continuerà ad operare, nel frattempo entrerà in vigore il regolamento di Eurosur e faccio presente che nelle ore scorse c’è stata un’importante operazione di blocco di una nave madre, l’arresto di tutto l’equipaggio e l’accompagnamento in sicurezza dei migranti. Un’operazione realizzata con l’aiuto decisivo di Frontex che va potenziato, resta in funzione e le operazioni vanno in addizione". Alfano ha spiegato che i barconi dei migranti che saranno intercettati non necessariamente saranno portati in Italia.Mare Nostrum "sarà un’operazione militare ed umanitaria e prevede il rafforzamento del dispositivo di sorveglianza e soccorso in alto mare per incrementare il livello sicurezza delle vite umane", ha detto il ministro della Difesa, Mario Mauro. Nell’operazione - ha spiegato il ministro - "utilizzeremo per la prima volta una nave anfibia che ha la capacità di esercitare il comando e controllo, con elicotteri a lungo raggio, capacità ospedaliera, spazi ampi di ricovero per i naufraghi. Avremo 4 altre navi della Marina: due pattugliatori e due fregate" e altri velivoli.

cms_107/16.jpgI MEZZI - Quello che si attua con l’operazione Mare Nostrum, ha detto Mauro, è un “rafforzamento del dispositivo di sorveglianza e soccorso in alto mare che è già presente".

cms_107/17.jpg"Finora il pattugliamento in alto mare avveniva con due grandi navi, con un equipaggio intorno agli 80 uomini", ha continuato il ministro, spiegando che ora per la prima volta al dispositivo si aggiungerà una nave anfibia classe San Giorgio,(cui appartengono il San Marco e il San Giusto), con relativi elicotteri. Ci saranno anche due fregate, con elicottero a bordo, e due pattugliatori, anch’essi con la possibilità di imbarcare un elicottero ciascuna. Queste navi "si alterneranno", ha detto. Loro compito quello di "rendere l’area che viene pattugliata più agevole per chi si trova in difficoltà e più pericolosa per le navi-madri che tanti problemi ci creano".

cms_107/18.jpgDel dispositivo faranno poi parte due elicotteri Eh101 della Marina militare, con strumenti ottici a infrarossi e radar di ricerca di superficie, impiegabili anche da Lampedusa o da Pantelleria; un velivolo P180 dotato di tecnologia per visione notturna, impiegabile da Lampedusa; una unità navale di trasporto costiero come la Tremiti che ha operato in questi giorni; un velivolo di pattugliamento marittimo Atlantic con equipaggio misto Marina-Aeronautica che partirà dall’aeroporto di Sigonella. Ci saranno poi, ha continuato Mauro, "sistemi a pilotaggio remoto", cioè droni, per avere "il massimo della sorveglianza possibile in tutta l’area". "Ulteriore apporto - ha concluso - arriva dalle nostre reti radar dia della Marina che delle Capitanerie di porto".

cms_107/19.jpgLETTA: INTOLLERABILE MARE PIENO DI MORTI - "Abbiamo parlato della tragedia di Lampedusa, ho spiegato il senso della nostra operazione militare e umanitaria nel Mediterraneo, una missione aeronavale importante che inizierà domani perché per noi è intollerabile che il Mediterraneo sia un mare di morte. Ho chiesto a Katainen come ad altri paesi di aiutarci". Lo ha detto il premier Enrico Letta, in conferenza stampa a Palazzo Chigi, parlando con il Primo ministro della Repubblica di Finlandia, Jyrki Katainen. “Abbiamo anche discusso inseme di come rinforzare Frontex a livello europeo, ne discuteremo al Consiglio del 24-25 ottobre”. "Ho espresso condoglianza per la tragedia di Lampedusa e abbiamo discusso su come è necessario un più stretto contatto a livello Ue per rafforzare Frontex e abbiamo discusso su aiuto bilaterale da parte della Finalndia’’. Così il primo ministro della Repubblica di Finlandia Jyrki Katainen ha concordato con il premier Enrico Letta.

cms_107/20.jpgFRONTE COMUNE CON MALTA - Malta e l’Italia discuteranno insieme i punti da proporre all’Unione europea sulle misure da adottare nei confronti dei Paesi di partenza degli immigrati. A renderlo noto alla Valletta il Ministro dell’interno maltese, Emanuel Mallia, durante un dibattito parlamentare, in cui ha detto anche che Malta sosterrà l’Italia nella sua richiesta di cambiamenti sostanziali nella politica dell’agenzia di gestione delle frontiere, Frontex.

cms_107/21.jpgSCHULZ, LA GERMANIA AIUTI L’ITALIA - La Germania deve aiutare l’Italia a far fronte all’emergenza immigrati sia sul piano finanziario che accogliendo più profughi: è l’appello lanciato in un’intervista allo Spiegel dal presidente del Parlamento europeo, Martin Schulz. Per l’esponente della Spd tedesca e del Pse, è “una realtà” che Germania ed Europa sono ormai “un Paese e un continente di immigrazione, che ci piaccia o no”. Alla domanda se la Germania debba aiutare l’Italia che si trova in prima linea per gli sbarchi di migranti, Schulz ha risposto senza esitazione: “Sì, possiamo permettercelo sia finanziariamente che per quanto riguarda l’accoglienza di altri profughi. Di fronte alle drammatiche immagini di Lampedusa trovo la cosa normale”. “Non si può lasciare sola né l’Italia, né Malta, questo deve essere un compito europeo”, ha insistito il presidente dell’Europarlamento. “Se ci sono 10mila profughi in un’isola di 6mila abitanti come Lampedusa, per l’isola è una catastrofe”, ha osservato, “se si ripartiscono 10mila persone tra 507 milioni di europei di 28 Paesi, la cosa si può fare”.

cms_107/22.jpgLIBIA, TROPPI IMMIGRATI PRONTI A PARTIRE PER L’EUROPA: LO ZOO DIVENTA CENTRO RACCOLTA - Sono talmente tanti i migranti africani arrivati in Libia con l’intenzione di raggiungere l’Europa che lo zoo di Tripoli è stato trasformato in un centro di raccolta. E’ quanto scrive oggi il Guardian, precisando che a fronte del sovraffollamento dei 22 centri per rifugiati, lo zoo, chiuso dal 2011, viene usato per accogliere i migranti raccolti nelle strade. Sono oltre 50 gli africani che ogni giorno vengono portati nella struttura. "I numeri degli arrivi stanno cambiando in modo incredibile - ha detto al Guardian Said Ben Suleiman, vicecomandante della Brigata Supporto 20, che gestisce il centro - ne deportiamo 10 e ne troviamo centinaia che arrivano".A fronte delle nuove misure adottate dalla polizia per catturare i trafficanti di esseri umani, questi ultimi hanno messo a punto nuove modalità per evitare l’arresto. “I trafficanti fanno in modo di non farsi trovare con i migranti quando arrivano le barche a caricarli - ha precisato Suleiman - quello che fanno è acquistare una barca a poco prezzo, quindi danno le chiavi a uno dei migranti, così il capitano viene scelto tra di loro. Significa che si avventurano in mare senza alcuna preparazione”.Sarebbe stata questa modalità a causare i naufragi al largo di Lampedusa, secondo Suleiman. Molti migranti arrivano a Tripoli senza il denaro necessario per il viaggio, che costa almeno 1.000 euro. “Tutti hanno in testa che l’Europa è meglio della Libia, ma il viaggio costa molto - ha aggiunto - tutti vogliono l’Europa, ma non tutti possono permetterselo”.

cms_107/23.jpgNUOVI SBARCHI - Un motopesca con a bordo oltre 150 migranti di diversa etnia è approdato stamani al porto di Lampedusa. L’imbarcazione non era stata avvistata in precedenza, ed ha raggiunto senza problemi il molo della maggiore delle Pelagie. Tra gli extracomunitari ci sono anche donne e bambini, tutti in buone condizioni di salute. I migranti, assistiti al loro arrivo da forze dell’ordine e volontari, sono stati trasferiti al centro d’accoglienza di Contrada Imbriacola già stipato con un migliaio di ospiti. Intanto, anche oggi proseguiranno le operazioni di trasferimento delle bare con le spoglie delle vittime del naufragio dello scorso 3 ottobre. Ieri hanno lasciato l’isola, alla volta di Porto Empedocle, le prime 150 casse imbarcate sulla nave “Cassiopea”. Stamani la nave “Libra” ne caricherà altre salpando alla volta del porto agrigentino.

Angela Milella

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