IMPEACHMENT TRUMP...LA CAMERA DICE SI

Al Senato non prima del 19 gennaio. Trump: "condanna violenze"

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cms_20631/0.jpgLa Camera dei Rappresentanti dice sì all’impeachment per Donald Trump, primo presidente degli Stati Uniti ad essere stato messo in stato d’accusa due volte durante il suo mandato. La Camera ha infatti raggiunto i 217 voti necessari ad approvare l’articolo di impeachment che accusa Trump di aver incitato l’insurrezione e la violenza contro il Congresso. Insieme ai democratici hanno votato anche nove deputati repubblicani.

cms_20631/pelosi.jpgTrump "deve andarsene, è un chiaro e immediato pericolo" per la democrazia, ha detto la speaker della Camera, Nancy Pelosi, aprendo il dibattito. "Noi sappiamo che il presidente degli Stati Uniti ha incitato questa insurrezione, armato la ribellione, contro il nostro Paese" ha affermato Pelosi, per questo Trump "deve andarsene". La speaker della Camera ha chiesto ai repubblicani di "guardare nelle loro anime" al momento del voto. I rivoltosi che hanno attaccato il Congresso non sono "patrioti ma terroristi" ha sottolineato. Nel suo discorso Pelosi ha ricordato il padre, John D’Alessandro, l’ex sindaco di Baltimora e deputato eletto alla Camera "quando gli italoamericani sono arrivati al Congresso".

Il primo a prendere la parola dopo la speaker della Camera è stato il deputato repubblicano Jim Jordan che ha lanciato un appello: "Dobbiamo cominciare a unirci". Nel difendere il presidente e nel giudicare divisivo l’impeachment, Jordan ha affermato che nei confronti di Trump e dei repubblicani i democratici hanno usato un "doppio standard". I dem, ha detto, “vogliono cancellare il presidente" e hanno voluto farlo fin dai primi minuti della sua presidenza.

In quello che potrebbe essere l’ultimo discorso alla Camera, Cedric Richmon, che lascerà il Congresso per andare a lavorare nell’amministrazione Biden, ha puntato il dito contro alcuni colleghi repubblicani che "possono essere stati cospiratori" con Trump nell’incitare l’insurrezione.

cms_20631/Kevin_McCarthy.jpg"Il presidente non è senza colpe, ha delle responsabilità per l’attacco al Congresso da parte della folla di rivoltosi" ha dichiarato il leader della minoranza alla Camera, Kevin McCarthy, che ha definito però l’impeachment "un errore". Donald Trump, ha continuato il leader repubblicano che in questi anni, e fino a pochi giorni fa, è stato un fedelissimo del presidente, "avrebbe dovuto immediatamente denunciare la folla quando ha visto quello che succedeva".

Ed ha definito i fatti del 6 gennaio "anti democratici, anti americani e criminali". Il repubblicano ha però sottolineato che un impeachment "in tempi così veloci, senza aver concluso un’inchiesta, condotto audizioni", è un errore che finirà per dividere il Paese.

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Il processo di impeachment al Senato non inizierà prima del 19 gennaio, viene affermato dall’ufficio del leader della maggioranza al Senato, il repubblicano Mitch McConnell. Questo significa che il processo dovrebbe svolgersi dopo la fine del mandato di Trump, che scade il 20 gennaio a mezzogiorno nel momento in cui Joe Biden giurerà da presidente e si insedierà la maggioranza democratica al Senato ed il leader diventerà Chuck Schumer. In una dichiarazione, il leader repubblicano ha detto che "si farà meglio l’interesse dalla nazione se il Congresso e l’esecutivo impiegheranno la prossima settimana concentrati ad organizzare un insediamento sicuro ed un ordinato trasferimento dei poteri all’amministrazione Biden".

cms_20631/donald-trump.jpg"Io condanno in modo inequivocabile la violenza a cui abbiamo assistito la settimana scorsa". Lo ribadisce in un video, dopo una breve nota diffusa in serata, il presidente degli Stati Uniti Donald Trump. Un filmato postato sull’account twitter della Casa Bianca di 5 minuti e 13 secondi in cui parla degli "eventi preoccupanti della scorsa settimana", ma non fa alcun riferimento all’impeachment, dopo che la Camera dei rappresentanti ha votato per avviare per la seconda volta la procedura contro di lui.

"La violenza ed il vandalismo non hanno assolutamente spazio nel nostro Paese e nel nostro movimento - scandisce - Coloro i quali sono stati coinvolti negli attacchi saranno portati davanti alla giustizia... Che tu sia di destra o di sinistra, che tu sia democratico o repubblicano, non c’è mai essere giustificazione alla violenza, nessuna scusa, nessuna eccezione".

"Nessun mio vero sostenitore potrebbe mai appoggiare la violenza politica - sostiene Trump - Nessun mio vero sostenitore potrebbe disprezzare le autorità o la nostra grande bandiera americana. Nessun mio vero sostenitore potrebbe mai minacciare o attaccare i suoi compatrioti americani. Se fate qualcuna di queste cose, non sostenete il nostro movimento, lo state attaccando. E state attaccando il nostro Paese, non possiamo tollerarlo".

E conclude: "Voglio dire poche parole sull’assalto senza precedenti alla libertà di parole", riferendosi al blocco da tutti i social dopo l’attacco al Campidoglio da lui istigato. "Gli sforzi di censurare, cancellare e mettere in lista nera i nostri cittadini sono sbagliati e pericolosi - ha denunciato - Tutti noi possiamo scegliere, con le nostre azioni, di superare il rancore".

(fonte AdnKronos - foto dal web)

Redazione

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