INQUINAMENTO INDOOR: IN EUROPA 99MILA MORTI NEL 2012

Lo smog nelle nostre strade è un fenomeno ben conosciuto: in Europa, secondo l’Agenzia europea dell’ambiente, l’inquinamento ha causato la morte prematura di 491mila persone nel 2012, con il primato italiano di 84.400 decessi. Meno noto è invece l’inquinamento “indoor”, al chiuso, in casa ma anche a scuola e in ufficio, a cui, sempre nel 2012, sono riconducibili 99mila morti registrate in Europa. Lo sottolinea uno studio britannico del Royal College of Physicians e del Royal College of Paediatrics and Child Health. Le fonti di inquinamento dell’aria in casa sono tante e diverse, come le caldaie difettose e le cucine a gas, per esempio. Ma non solo. Ci sono altre fonti di inquinamento indoor, apparentemente innocue e insospettabili: le sostanze chimiche irritanti dei mobili nuovi, i prodotti per la pulizia domestica, i deodoranti per gli ambienti e le candele profumate, oltre ovviamente agli acari della polvere, alle muffe e ai peli di animali. Ma, soprattutto, c’è il cosiddetto fumo passivo da sigarette.
L’uomo inala dai 10.000 ai 20.000 litri d’aria al giorno e la maggior parte dell’aria inspirata proviene dagli ambienti indoor. In Europa la popolazione spende fino al 90% del tempo negli ambienti indoor: il 55% nelle abitazioni, il 33% negli ambienti di lavoro, il 4% negli altri ambienti chiusi e solo il 4% all’aperto. In generale, gli inquinanti sono presenti nell’aria indoor in concentrazioni tali che, pur non determinando effetti acuti, sono tuttavia causa di effetti negativi sul benessere e sulla salute dell’uomo, soprattutto se legati ad un elevato tempo di esposizione. Le miscele complesse di inquinanti, anche a basse concentrazioni, possono provocare nel tempo effetti nocivi sulla salute delle persone suscettibili: bambini, donne in gravidanza, persone anziane, persone sofferenti di asma, malattie respiratorie e cardiovascolari. Il rischio di danni per la salute è in relazione all’esposizione e alla suscettibilità delle persone esposte. L’inquinamento dell’aria indoor assume, pertanto, particolare rilievo in sanità pubblica, perché le persone più esposte sono quelle più vulnerabili, che trascorrono un tempo maggiore negli ambienti chiusi e soprattutto in virtù del fatto che molte delle principali patologie croniche, a carico dell’apparato respiratorio, della cute, delle mucose esposte, del sistema nervoso e del sistema immunologico (asma, febbre da umidificatori, alveolite allergica, legionellosi, ecc.) sono correlate a diversi aspetti dell’IAQ (Indoor Air Quality). Oltre a queste patologie ben definite si possono manifestare sintomatologie, molto frequenti, caratterizzate da effetti neurosensoriali che determinano condizioni di malessere, diminuzione del comfort degli occupanti e percezione negativa della qualità dell’aria.
I più vulnerabili all’aria inquinata sono ovviamente i nascituri e i bambini piccoli. "Lo sviluppo di cuore, polmoni, cervello, sistema ormonale e immunitario possono essere tutti danneggiati dall’inquinamento", si legge nello studio del Royal College of Physicians e del Royal College of Paediatrics and Child Health. "La ricerca sta iniziando a guardare agli effetti sulla crescita, l’intelligenza, l’asma, lo sviluppo del cervello e il coordinamento". Anche se l’Unione Europea ha intensificato i suoi sforzi nella lotta alle malattie croniche nell’infanzia e nell’adolescenza ed ha promosso importanti iniziative, volte a sensibilizzare le istituzioni sanitarie affinché adottino nei loro programmi un approccio preventivo intersettoriale della “salute in tutte le politiche”, fondato sulla creazione di sinergie tra politiche della salute, dell’istruzione, dell’ambiente, del lavoro e della ricerca, i risultati sono ancora lontani dall’essere soddisfacenti. Purtroppo.
Lascia un commento
NB: I commenti vengono approvati dalla redazione e in seguito pubblicati sul giornale, la tua email non verrà pubblicata.