INTESA UK-ITALIA SUL PROGRAMMA TEMPEST

Entro il 2020 il caccia di sesta generazione verrà ultimato; impegnata nel progetto anche la Svezia

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L’annuncio del programma Tempest fu fatto da Londra al salone aerospaziale di Farnborough del 2018. Il governo britannico, attraverso il Ministero della Difesa, ha stanziato 2 miliardi di sterline (2,3 miliardi di euro) per lo sviluppo iniziale, fino al 2025, di un caccia multi-uso capace di guidare uno sciame di droni.

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Questo è destinato a rimpiazzare dal 2040 gli Eurofighter Typhoon negli squadroni della Royal Air Force e a porsi come potenziale concorrente diretto del nuovo caccia franco-tedesco annunciato al salone parigino di Le Bourget il 12 luglio 2017 da Angela Merkel e Emmanuel Macron. Il progetto franco-tedesco, il FCAS (Future Combat Aicraft System) di Airbus e Dassault deve far fronte a una doppia sfida: finanziamenti e gap tecnologico da colmare. Nessuna delle due nazioni ha in linea un caccia di quinta generazione a bassa osservabilità. Denaro tedesco e requisiti francesi sembrano essere gli elementi che compongono il consorzio che la Spagna (l’azienda CASA spagnola è stata assorbita da Airbus) ha di recente raggiunto.

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Prima dell’estate, il ministro della Difesa italiano Trenta aveva promesso alle aziende che avrebbe preso una decisione entro settembre riguardo il progetto da scegliere. Il cambio di governo ha provocato incertezza, che si è risolta con la nomina di Guerini alla Difesa. Si è arrivati così mercoledì 11 settembre alla firma della Lettera di Intentiche porta ufficialmente l’Italia dentro al Team Tempest, accordo siglato tra il Gen. Nicolò Falsaperna, Segretario Generale della Difesa e Direttore Nazionale degli Armamenti, e l’Air Marshal Sir Simon Bollom, Chief Executive Officer della Defence Equipment and Support. Si conosceranno meglio nelle prossime settimane i dettagli dell’accordo. Non va dimenticato che dopo l’Eurofighter, l’Europa si è fermata e per alcune aviazioni militari europee la scelta di un aereo di quinta generazione è stata inevitabilmente direzionata verso l’americano Joint Strike Fighter di Lockheed Martin.

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Le aziende fondatrici del Team Tempest hanno inteso, come approccio iniziale, capitalizzare quanto si è acquisito come ritorno tecnologico ed industriale in qualità di partner di primo livello nel progetto Joint Strike Fighter; attualmente il consorzio Tempest comprende BAE Systems, Rolls-Royce, MBDA Missile Systems, Leonardo UK, il Ministero della Difesa britannico con le due agenzie DSTL(Defence Science and Technology Laboratory) e DE&S (Defence Equipment and Support) ai quali si è aggiunta da poco la svedese SAAB (con la chiara scelta di campo del governo svedese che a sua volta ha già messo sul piatto 2 miliardi di sterline). SAAB da sempre vanta una stretta collaborazione con le industrie d’oltre Manica. Saranno impegnate nel progetto le italiane Leonardo Italia, Elettronica, Avio Aero e MBDA Italia.

Durante il RIAT 2019 dello scorso luglio, la prima cosa che ha colpito è stata l’enorme spinta promozionale: gadgets, manifesti, locandine, persino sui biglietti era riconoscibile la sagoma del concept di 6^ generazione. Gli studi preliminari sono ancora in corso ed entro il 2020, massimo prima metà del 2021, l’architettura di massima verrà finalizzata in buona parte. BAE Systems ha fissato come target temporale la metà degli anni 2030 per consegnare i primi esemplari di serie, ma tutto dipenderà dalla definizione rapida del requisito finale e dai partner che entreranno nel progetto.

Lorenzo Pisicoli

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