INVERSIONE BOLSONARO: “IL VIRUS ORA LA SFIDA PIÙ GRANDE”

“Adesso abbiamo un’importante missione: salvare vite, senza dimenticare i posti di lavoro”

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Italia? Presente. Inghilterra? Anche lei. Francia? Ma certo. Spagna? También. Germania? Idem. Russia? Solo di recente. Stati Uniti? Of course. Brasile? Anche quest’ultimo si è da poco aggiunto alla lista dei grandi paesi che avevano sottovalutato il virus per poi dover correre ai ripari in fretta e furia. “Il coronavirus rappresenta la più grande sfida alla nostra generazione”: queste le parole con cui Jair Bolsonaro si è arreso alla forza di una pandemia di portata epocale.

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Il Presidente brasiliano fa marcia indietro, anzi, direttamente dietrofront. Ebbene sì, un altro Capo di Stato costretto a ritrattare dichiarazioni prematuramente troppo ottimistiche. Appena due giorni fa, infatti, si era abbandonato a frasi che hanno suscitato disappunto e stupore da più parti: “Stiamo ingigantendo la questione, è poco più di un piccolo raffreddore. Non ci saranno ulteriori misure di contenimento, le nostre vite e il lavoro devono andare avanti”.

Tutto ciò mentre era ancora negli occhi del popolo verde-oro la polemica del Presidente con Luiz Henrique Mendetta, consumatasi appena 72 ore prima. Il ministro della Salute aveva esortato i suoi concittadini a mantenere l’ormai arcinota distanza di sicurezza minima per prevenire il contagio, promettendo 200 milioni di dispositivi per la protezione individuale in arrivo dalla Cina. Bolsonaro, dal canto suo, aveva criticato aspramente l’isolamento e la chiusura delle scuole impostati da governatori di stati, definendoli “ammazza-lavoro”.

Sempre lunedì, il senato brasiliano ha approvato una legge che garantisce un aiuto di 600 real (circa 100 euro) al mese e per tre mesi destinato ai più poveri, arrivando ad un totale di 50 miliardi (circa 9 in euro). Sussidi che non si stanziano certo per combattere la diffusione di un “raffreddore qualsiasi”.

Nel suo ultimo, solenne, discorso al suo paese, Bolsonaro invita finalmente tutti ad “essere prudenti, prendere precauzioni, in particolare con gli anziani e quanti già affetti da patologie”, insistendo sul fatto che si debba lottare "anche contro la discoccupazione che aumenta rapidamente, soprattutto tra i più poveri”. “L’effetto collaterale delle misure varate per combattere la malattia non può essere peggio della stessa, e per questo ringrazio il Governo: abbiamo grandi progressi negli ultimi 15 mesi” conclude.

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Pleonastico dire che il popolo carioca non ha preso affatto bene l’iniziale negazionismo e il successivo cambio di posizione del proprio presidente, invitandolo “gentilmente” a rassegnare le dimissioni. Anche i governatori non fanno nulla per difendere il Capo di Stato, e i numeri sono lì a confermarlo: approssimando a 210 milioni il numero di abitanti del paese, il virus ha causato più di 200 morti e più di 5715 contagiati.

Francesco Bulzis

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