IN EUROPA SI TORNA A GIOCARE, MA IN FRANCIA C’È CHI SOFFRE
INTANTO LA FIFA INTERVIENE CON UN DOCUMENTO PER LA PREVENZIONE DA COVID-19
Mentre il calcio sta pian piano tornando verso la normalità un po’ in tutto il mondo, fa ancora discutere il caso francese, uno dei primi paesi in Europa ad aver definitivamente fermato il calcio a causa del COVID-19.
Così oggi, alla luce degli orientamenti generali che vanno nella direzione di far ripartire i campionati di calcio, aumenta il rammarico per una decisione presa dal Governo francese, forse, un po’ troppo frettolosamente. E incalzano anche le polemiche da parte della stampa, degli addetti ai lavori e dei tifosi che, evidentemente, non si rassegnano all’idea di dover restare senza calcio fino alla fine della stagione mentre attorno si riprende a giocare. “Siamo come idioti - il titolo polemico dell’Equipe. Germania, Italia, Inghilterra e Spagna hanno deciso di ripartire e così siamo rimasti soli. L’unico grande paese a restare senza calcio per una decisione discutibile”.
Un ragionamento che non fa una piega. Il calcio francese è oggi effettivamente il grande escluso. E ciò non può che amareggiare il popolo sportivo francese che il 2 giugno, tra l’altro, vedrà comunque ripartire lo sport, ma non il calcio. Una contraddizione pura e semplice. Ciò che oggi si contesta al governo francese è di non aver saputo attendere come hanno fatto gli altri grandi d’Europa (ad eccezione della Germania che è ripartita abbastanza presto). Lo stop, ovviamente, era stato deciso ad aprile - quando si era nel pieno dell’emergenza sanitaria - ma forse sarebbe stato più giusto attendere e soprattutto confrontarsi anche con gli altri Governi e le altre Federazioni. Ma questo, probabilmente, non rientra nelle corde di un paese con forte vocazione nazionalista.
VALUTAZIONE RISCHIO FIFA – Così come accaduto con le linee guida di aprile, la FIFA (Federazione Internazionale di Calcio), per volontà del suo Presidente Gianni Infantino, è intervenuta a sostegno delle sue 211 Federazioni associate condividendo anche uno strumento di valutazione del rischio con l’obiettivo di agevolare la ripresa delle attività calcistiche in massima sicurezza.
«Il documento è stato sviluppato – si legge in una nota ufficiale della Fifa - in collaborazione con l’Organizzazione mondiale della sanità (OMS), la UEFA, la European Club Association (ECA), FIFPRO, il World Leagues Forum e European Leagues e include un elenco di misure che mirano a ridurre il rischio complessivo di massa, incontri che contribuiscono alla diffusione del COVID-19, nonché indicazioni per l’allenamento individuale e di gruppo da parte delle squadre di calcio».
Nel documento vengono trattati temi di fondamentale importanza come l’igiene, i controlli a cui si devono sottoporre i tesserati, i comportamenti da adottare dentro e fuori dal campo, gli spostamenti e altro ancora. Sostanzialmente si tratta di un elenco di misure in linea con i protocolli dei paesi più rappresentativi a livello calcistico. Quindi si possono ritrovare gli accorgimenti sul distanziamento sociale – almeno un metro – sull’uso delle mascherine, sul lavaggio frequente delle mani e così via. Esattamente come è stato detto e scritto - a più riprese in questi tre mesi - dalle varie comunità scientifiche di tutto il mondo. Allo stesso modo si è evidenziata la necessità di sottoporre tutte le persone coinvolte nell’ambito calcistico a frequenti controlli e test, nonché a guardare con la massima attenzione anche alle trasferte e a tutto ciò che ne consegue; problema, tra l’altro, già evidenziato anche dal Comitato Tecnico Scientifico della Protezione Civile.
Si tratta, dunque, di un documento molto utile - sia per un confronto con altri scienziati, sia come modello a cui ispirarsi - la cui finalità è quella di garantire la massima sicurezza e prevenire possibili casi di contagio a tutti i partecipanti alle attività calcistiche. Ovviamente nella prospettiva di poter tornare alla normalità anche – ma non solo - in campo internazionale.
(Foto da adnkronos.com Afp – si ringrazia)
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