IN ITALIA ULTERIORI 36.966 CONTAGI E ALTRI 83 MORTI

I dati dalle Regioni - Influenza, allarme medici famiglia: "Covid l’ha cambiata, rischio fiammata a ottobre"

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cms_26995/Min_Sanita_ISS_Prot_Civ.jpgIn Italia ulteriori 36.966 contagi e altri 83 morti

Sono 36.966 i nuovi contagi da Coronavirus in Italia, secondo i dati e i numeri Covid - regione per regione - del bollettino della Protezione Civile e del ministero della Salute. Si registrano inoltre altri 83 morti.

I nuovi casi sono stati rilevati su 204.903 tamponi, il tasso di positività è al 18%. I ricoveri ordinari sono 10.499 (-103), 388 le terapie intensive (+6).

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I dati dalle Regioni

(Bollettino Covid- 31 Luglio 2022)

Sono 36.966 i contagi di Covid-19 per un totale di 21.040.025 casi da inizio pandemia. Di seguito la tabella con i dati del bollettino odierno e la situazione Regione per Regione:

Lombardia: +4.549
Campania +3.907
Veneto: +4.296
Lazio: +3.295
Emilia Romagna: +3.261
Sicilia: +2.042
Puglia: +2.608
Piemonte: +1.983
Toscana: +2.001
Marche: +1.514
Liguria: +1.080
Abruzzo: +1.393
Calabria: +1.419
Friuli-Venezia Giulia: +789
Sardegna: +705
Umbria: +860
P.A Bolzano: +245
P.A Trento: +358
Basilicata: +335
Molise: +258
Valle d’Aosta: +71

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Influenza, allarme medici famiglia: "Covid l’ha cambiata, rischio fiammata a ottobre"

cms_26995/Silvestro_Scotti,_segretario_nazionale_della_Federazione_dei_medici_di_medicina_generale_.jpg"L’influenza non è più quella che conoscevamo prima del Covid. E’ ormai noto che le misure utilizzate in pandemia (mascherine, distanziamento, igiene) hanno fatto circolare meno anche il virus influenzale. E questo fa sì che la popolazione non vaccinata sia meno pronta a rispondere a un virus con cui non è venuta a contatto in precedenza. E si è modificato anche l’andamento dell’infezione stagionale che può presentarsi, come l’anno scorso, con una curva immediatamente alta. Una fiammata, quindi, potrebbe esserci già a ottobre". E’ la previsione di Silvestro Scotti, segretario generale della Federazione dei medici di medicina generale (Fimmg).

"Abbiamo quindi il problema - aggiunge Scotti all’Adnkronos Salute - che l’impatto iniziale dell’influenza potrebbe essere immediatamente elevato, non seguendo più l’andamento conosciuto nelle stagioni pre Covid, ovvero: avvio lento, plateau, picco a gennaio/febbraio".

"E’ quello che abbiamo cominciato ad osservare lo scorso anno - ricorda Scotti - nelle prime quattro settimane il virus era partito con una circolazione intensa rispetto agli anni precedenti. Poi, la ripresa delle attenzioni, l’inizio della copertura vaccinale ha portato la curva quasi ad appiattirsi. Ma la velocità iniziale era quattro volte superiore agli standard a cui eravamo abituati, a parità di periodo".

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