IN KOSOVO SI RESPIRA ARIA DI GUERRA

Si riaccendono i contrasti con la Serbia

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Dopo un periodo di pace apparente, il Kosovo torna indietro nel tempo.

L’aria pesante che si respira è dovuta alle tensioni scaturite dai rapporti poco amichevoli con la vicina Serbia, che da subito non ne ha riconosciuto l’indipendenza.

Ultimo atto di sfida è stata l’approvazione di una legge che vieti l’uso di targhe serbe in Kosovo, scatenando l’ira della minoranza serba che vive in Kosovo con la minoranza della popolazione albanese.

Il provvedimento approvato dal Presidente Kurti ha così destabilizzato la regione al confine con la Serbia e la sua città più importante, Mitrovica.

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Solo domenica scorsa, la comunità serba ha manifestato contro il provvedimento accusando le autorità di discriminazione.

Immediato il coinvolgimento in questa rappresaglia delle frange nazionalistiche serbe, che hanno subito rivendicato i loro diritti e addirittura hanno alluso alla secessione, il tutto con l’appoggio della stessa Serbia.

Nerimane Ferizi, esponente della Comunità di Mitrovica, fondata nel 1988, da sempre ha cercato di mantenere aperto il dialogo tra la comunità albanese e serba e ha dichiarato che la situazione è preoccupante e può essere sintomo di prossime rappresaglie.

La situazione attuale è solo la punta dell’iceberg di un conflitto che si protrae da decenni in una terra martoriata dalla guerra.

Dalla disgregazione dell’ex Jugoslavia si è assistito a una guerra fratricida che ha visto coinvolte dal 1991 al 1995 la Croazia prima e la Bosnia-Erzegovina dopo.

Nel 1998, l’esercito serbo ha invaso il Kosovo, che è stato liberato solo dall’intervento della Nato. Quest’ultima ha sugellato la firma del trattato del 1999 e un’apparente pace tra i popoli slavi.

L’Unione Europea già da tempo ha cercato di mediare questo scontro invitando all’incontro il premier kosovaro Albin Kurti e il presidente serbo Aleksander Vucic per regolare il passaggio alle frontiere tra i due Stati.

L’opera di Bruxelles però sembra non essere bastata, tanto che Nenad Durić, capo della polizia del Kosovo di origine serba, è stato sospeso, perchè si è opposto al provvedimento che vietava l’uso di targhe serbe; con lui, successivamente, si sono dimessi molti cittadini kosovari di origine serba in segno di protesta.

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Il leader della Lista Serba, Goran Rakić, ha affermato che l’orientamento politico seguito dal governo Kosovaro rischia di avere ripercussioni pesanti sulla convivenza del Kosovo e della Serbia, minacciando di vanificare anni di lotte che hanno portato alla firma del trattato voluto da Bruxelles.

Infine si rammenta che la Serbia è sostenuta dalla Russia e ciò è motivo di preoccupazione, in quanto l’alleanza di Putin può interferire e intaccare il delicato equilibrio che si è ottenuto dopo tanti anni di sacrifici anche da parte della comunità internazionale.

Antonio Conversano

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