IN RUSSIA LA XXII EDIZIONE DEI GIOCHI OLIMPICI INVERNALI
Soči 7-23 febbraio-2014
A due mesi dalla fine della Coppa del Mondo di sci alpino 2014 (iniziato il 26 ottobre 2013 con lo slalom gigante femminile a Sölden), il bilancio del medagliere azzurro è decisamente negativo.
In questi primi tre mesi di gare, infatti, l’unico oro conquistato è stato quello di Dominik Paris nella discesa libera. Poi, due bronzi con Peter Fill (Discesa libera e Super G) ed infine altri due terzi posti con Manfred Moelgg e Patrick Thaler nello slalom. Nel Gigante e Super G, invece, buio completo. L’ultima vittoria azzurra, in Coppa del mondo di slalom, risale al 2008 con Moelgg.Per le donne, fino ad ora, non è andata meglio, anzi. Gli unici due podi sono arrivati con Elena Fanchini in discesa libera.La manifestazione, che si concluderà il 16 marzo 2014 con le finali di Lenzerheide in Svizzera, prevedeva un calendario di 69 gare (di cui 35 gare maschili e 34 femminili) così articolato: 9 slalom, 8 giganti, 6 super-g, 9 discese, 2 supercombinate e 1 slalom parallelo per gli uomini, mentre, per il settore femminile, sono stati previsti 8 slalom, 8 giganti, 6 super-g, 9 discese, 2 supercombinate e 1 slalom parallelo. Ora, considerando che la Coppa del mondo di sci si fermerà per più di due settimane (7-23 febbraio) per dare spazio ai XXII Giochi olimpici invernali, che si terranno a Soči in Russia, rimane poco tempo per poter sperare in una inversione di rotta.Sarà difficile, anche, invertire il trend negativo che ha portato l’Italia dalle 20 medaglie di Lillehammer, nel 1994, ad appena 5 conquistate ai giochi olimpici di Vancouver nel 2010. Perché questo flop?
E’ difficile dare una spiegazione e, soprattutto, non sembra plausibile la sola ipotesi dei tagli effettuati dal Coni o del bilancio in rosso, della Federazione italiana sport invernali (Fisi), già nell’esercizio 2012. In realtà uno dei problemi è che, per esempio, nello sci di fondo e nello slittino, le speranze italiane sono affidate rispettivamente a Giorgio Di Centa ( 41 anni) e ad Armin Zoeggeler (40 anni). Ciò dimostra che la crisi, che il movimento azzurro sta vivendo, non è solo economico, ma strutturale.
Probabilmente, andrebbe riorganizzato tutto il movimento, aumentando, per esempio, il numero di nuovi tesserati, ripartendo dal settore giovanile e cercando nuovi partner e/o sponsor. Ma, nell’era dello spending review, non è facile destreggiarsi neppure nel settore sportivo. E allora, nel frattempo, non ci resta altro che sperare.
Lascia un commento
NB: I commenti vengono approvati dalla redazione e in seguito pubblicati sul giornale, la tua email non verrà pubblicata.