IRAN: DUEMILA DONNE ALLO STADIO

Autorizzate per la prima volta in tre anni per assistere, su invito, a un match della nazionale di calcio

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Le silenziose ma accese lotte delle donne iraniane e i risultati ottenuti, si scontrano spesso con quelli che sono i diritti loro riconosciuti, ma anche quelli promessi. La condizione delle donne iraniane è molto ambivalente: quello che riescono ad ottenere viene fatto passare alle stesse come fosse solo una forma di tolleranza. Solo nel 2019, Masoud Soltanifar, ministro dello Sport di Teheran, dopo una nota del presidente della Fifa, Gianni Infantino, dove invitava la Federcalcio iraniana a dare seguito a ripetute richieste, le donne sono potute entrare allo stadio per assistere alle partite di calcio dell’Iran.

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Lo stesso presidente Hassan Rohani, si era scontrato con il clero e gli ultraconservatori che ritenevano lo stadio un ambiente poco adatto alle donne. Se non avesse corretto la sua posizione l’Iran, di fatto, rischiava di essere escluso dai Mondiali in Qatar di quest’anno. A Teheran alle donne era proibito andare allo stadio dall’inizio degli Anni Ottanta, ma per le partite della nazionale erano riuscite ad avere la deroga, appunto nel 2019. "Sono molto felice. Questa è la prima volta che assisto a una partita all’Azadi Stadium", ha detto Mahya, ingegnere civile di 26 anni, con la bandiera nazionale e la testa coperta da un velo grigio.

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Diecimila biglietti totali, di cui duemila riservati alle donne, erano disponibili per la partita di qualificazione ai Mondiali del 2022 tra Iran e Iraq. La prima e ultima volta che hanno partecipato è stato nell’ottobre 2019, ma da allora le partite della nazionale si sono svolte tutte senza spettatori a causa delle restrizioni per la pandemia da Covid-19. Le donne iraniane si sono dichiarate felici di poter assistere alla partita nello stadio, uniche problematiche di quello che sembra una grande passo avanti sono che, oltre al numero ridotto di biglietti per loro rispetto al totale, queste hanno potuto assistere solo tramite invito ufficiale, quindi non per totale libertà scelta.

Michelle Giliberti

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