IRAN: GIUSTIZIATO ALIREZA AKBARI
Era sospettato di spionaggio a favore della Gran Bretagna

Lo stato iraniano ha giustiziato Alireza Akbari, il cittadino anglo-iraniano, dopo essere stato accusato di spionaggio a favore della Gran Bretagna.
In passato aveva ricoperto la carica di vice Ministro della Difesa in Iran, governo che l’ha condannato a morte senza tener conto delle richieste da parte di Londra e Washington.
L’agenzia stampa della magistratura iraniana ha dato notizia dell’esecuzione senza specificare quando sia avvenuta.
Il primo ministro britannico Rishi Sunak ha definito l’esecuzione “un atto insensibile e codardo compiuto da un regime barbaro”.
Nella tarda serata di venerdì, il ministro degli Esteri britannico James Cleverly aveva affermato che l’Iran non avrebbe dovuto portare a termine la sentenza. L’esecuzione, infatti, sembra destinata a peggiorare ulteriormente le relazioni, già da tempo tese, dell’Iran con l’Occidente. Relazioni che si sono deteriorate da quando i colloqui per rilanciare l’accordo nucleare del 2015 sono giunti a un punto morto e quando Teheran ha scatenato una micidiale repressione dei manifestanti lo scorso anno.
Akbari era uno stretto alleato di Ali Shamkhani, ora segretario del Consiglio supremo per la sicurezza nazionale dell’Iran, ministro della difesa dal 1997 al 2005, quando Akbari era suo vice nell’amministrazione del presidente riformista Mohammad Khatami.
Un servizio della TV di stato iraniana ha riportato che è stato arrestato con l’accusa di spionaggio nel 2008 prima di essere liberato su cauzione e lasciare l’Iran. Si presuppone che nel 2009 sia andato in Austria con il pretesto di cure mediche, poi in Spagna e infine in Inghilterra.
In un’intervista alla BBC Persian trasmessa venerdì, il fratello di Akbari, Mehdi, ha dichiarato di essere tornato in Iran nel 2019 su invito di Shamkhani.
Nella registrazione audio trasmessa dalla BBC Persian, Akbari ha affermato di aver dichiarato false confessioni a seguito di torture: “Con più di 3.500 ore di torture, droghe psichedeliche e metodi di pressione fisiologica e psicologica, mi hanno tolto la volontà. Mi hanno portato sull’orlo della follia... e mi hanno costretto a fare false confessioni con la forza delle armi e minacce di morte”.
Amnesty International ha affermato che l’esecuzione ha mostrato ancora una volta “l’aberrante attacco al diritto alla vita” di Teheran. Il caso di Akbari è particolarmente orribile date le violazioni a cui ha rivelato di essere stato sottoposto in carcere.
L’ambasciatore degli Stati Uniti a Londra Jane Hartley ha definito l’esecuzione “spaventosa e disgustosa”.
Le autorità iraniane non hanno risposto alle accuse secondo cui Akbari sarebbe stato torturato.
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