ISCHIA E CASTELLO: DUE GEMME INCASTONATE NEL MARE DI NAPOLI

ISCHIA_E_CASTELLO_DUE_GEMME_INCASTONATE_NEL_MARE_DI_NAPOLI_ITALIA.jpg

Il nome Ischia è femminile, qui tutto è Donna. Lo stesso Monte Epomeo, il maschio dell’Isola, alto, forte e imponente, si lascia governare da questa meravigliosa energia femminile che sgorga inesauribile attraverso le sue fonti, i suoi giardini, le sue essenze, i suoi colori. Lei ha sempre il rimedio che guarisce, che fa stare meglio, che rigenera. E’ una Dea che si ricopre di fiori. Li coltiva, li cura, li fa prosperare, si ammanta dei loro profumi, che usa le sue benefiche acque per curarsi e per curare chi a lei si affida. E’ generosa, prodiga, avvolgente, rassicurante. In una parola, Ischia, è Madre.

cms_31779/0.jpg

L’altro “Maschio” dell’isola – questa volta di nome e di fatto – è l’imponente e affascinante Castello Aragonese. Da più di mille anni la guarda e la difende. Come ogni uomo che si rispetti fa con la donna che ama. Entrambi costituiscono un raro gioiello incastonato nel mare di

Napoli. Due pietre preziose fatte di scorci mozzafiato a picco sul mare, di storia, di natura rigogliosa: una Coppia che apre l’anima a infinite suggestioni.

Visitarli una volta non basta. Ischia e il suo Castello sono due viventi antichissimi ma giovanissimi che ogni volta accolgono in modo diverso e raccontano – a chi sa ascoltare- nuove storie, nuove emozioni. Dopo anni di amore per quest’Isola posso affermare con tranquillità che questi luoghi danno dipendenza. Una piacevolissima dipendenza!

cms_31779/1.jpg

La storia del Castello risale al 474 a.C. quando il greco Gerone, accorso in aiuto dei Romani nella guerra contro i Tirreni (che furono sconfitti), ottenne come ricompensa l’isola d’Ischia e l’isolotto di roccia trachitica ad essa adiacente, sul quale furono creati i primi insediamenti (Castrum Gironis) via via fortificati. Anche se non abbiamo prove documentate, è molto probabile che in seguito i Romani utilizzassero il Castello come fortino difensivo e vi costruissero alcune abitazioni.

Il Medioevo fu per l’Isola travagliato e penoso: eruzioni vulcaniche, invasioni e scorrerie di ogni genere la piagarono fino a che, nel 1137, Ischia e il Castello passarono sotto il dominio normanno per mano del principe Ruggero II. Nel 1194 Enrico VI di Svevia conquistò entrambi. La dominazione sveva fece sì che esso perdesse definitivamente i caratteri esclusivi di fortezza militare, acquisendo funzioni di sede delle istituzioni dell’Isola e residenza delle famiglie nobili.

cms_31779/2_1694929172.jpg

Gli anni successivi furono caratterizzati da continue lotte, prima tra Svevi ed Angioini, poi tra Angioini e Aragonesi, fino alla vittoria definitiva degli Angioini avvenuta nel 1299. I vincitori costruirono il loro porto sull’Isola (che conoscerà un periodo di grande splendore) e il primo ponte di collegamento tra il Castello (chiamato Insula Minor) ed Ischia (l’Insula Major). Inoltre agli Angioini si deve l’edificazione (sulla parte più alta dell’isolotto) del maestoso Maschio, che sarà poi magnificamente rafforzato ed ingrandito da Alfonso d’Aragona nella prima metà del 1400.

cms_31779/3.jpg

Nel 1423, infatti, Alfonso I d’Aragona assediò e conquistò il Castello trasferendolo alla dinastia aragonese che, soprattutto sotto la guida illuminata di Costanza D’Avalos e della poetessa Vittoria Colonna, raggiunse l’epoca di massima opulenza artistica e culturale.

Durante la sua permanenza, Vittoria Colonna fu circondata dai migliori artisti e letterati del secolo, tra cui Michelangelo Buonarroti e Ludovico Ariosto, solo per citarne due tra i più significativi.

In quel periodo il Castello ospitò 1892 famiglie, il monastero delle Clarisse, l’Abbazia dei monaci basiliani di Grecia, il Vescovo con il capitolo e il seminario il Principe con la guarnigione. Vi erano, inoltre, ben tredici chiese.

cms_31779/4.jpg

cms_31779/5.jpg

cms_31779/6.jpg

La fine dell’epopea aragonese aprì un nuovo periodo assai travagliato per il Castello, passato in mano agli spagnoli, poi agli austriaci e distrutto in buona parte. La terribile pestilenza del 1655, poi, ne determinò lo spopolamento. Nel 1734 tornò la dominazione spagnola con la dinastia dei Borbone, che conquistarono il Regno di Napoli sottraendolo agli

Austriaci. Nel 1823 Ferdinando I, Re delle sue Sicilie, riconvertì il Castello come luogo di pena per gli ergastolani.

Infine, nel 1860, l’arrivo di Giuseppe Garibaldi determinò l’annessione di Ischia al Regno d’Italia e il carcere politico all’interno del Castello Aragonese fu definitivamente chiuso. Gli edifici del Castello entrarono a far parte del patrimonio del Demanio e i terreni coltivabili vennero affidati all’Orfanotrofio militare. Nel 1912 il Castello verrà venduto all’Asta e sarà acquistato da Nicola Ernesto Mattera che inizierà una lunga e complessa serie di restauri culminata, negli anni 90, con l’apertura al pubblico di gran parte della struttura. Questa provvidenziale quanto geniale e generosa azione, ha permesso la rinascita di un protagonista della Storia dell’Isola e dell’intero Regno di Napoli.

cms_31779/7.jpg

Attualmente, la terza generazione della famiglia Mattera si prende ancora cura del Castello garantendone l’apertura al pubblico 365 giorni all’anno, realizzando le necessarie opere di manutenzione e restauro e promuovendo la realizzazione di importanti eventi artistici e culturali che lo rendono più che mai vivo.

cms_31779/8.jpg

cms_31779/9.jpg

Adesso, allora, mi sale spontanea una un po’ amara considerazione: qui in Italia, se si vogliono davvero salvare i gioielli dell’arte perpetuandoli nel tempo, è indispensabile l’intervento privato. Troppo spesso assistiamo all’ ingloriosa fine di patrimoni inestimabili e meravigliosi, solo perché affidati allo Stato.

Forse sono troppi? O forse c’è altro…

Emanuela Mari

Tags:

Lascia un commento



Autorizzo il trattamento dei miei dati come indicato nell'informativa privacy.
NB: I commenti vengono approvati dalla redazione e in seguito pubblicati sul giornale, la tua email non verrà pubblicata.

International Web Post

Direttore responsabile: Attilio miani
Condirettore: Antonina Giordano
Editore: Azzurro Image & Communication Srls - P.iva: 07470520722

Testata registrata presso il Tribunale di Bari al Nrº 17 del Registro della Stampa in data 30 Settembre 2013

info@internationalwebpost.org
Privacy Policy

Collabora con noi

Scrivi alla redazione per unirti ad un team internazionale di persone dinamiche ed appassionate!

Le collaborazioni con l’International Web Post sono a titolo gratuito, salvo articoli, contributi e studi commissionati dal Direttore responsabile sulla base di apposito incarico scritto secondo modalità e termini stabiliti dallo stesso.


Seguici sui social

Newsletter

Lascia la tua email per essere sempre aggiornato sui nostri contenuti!

Iscriviti al canale Telegram