ISRAELE VERSO LE ELEZIONI POLITICHE

Torna in corsa Benjamin Netanyahu, ma a preoccupare sono i voti delle minoranza russofona

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cms_28104/0.jpgIsraele si prepara alle elezioni per la quinta volta negli ultimi quattro anni. Nonostante lo scorrere inesorabile del tempo e i vari cambiamenti politici, un uomo sembra resistere a tutto, conscio del sostegno popolare e della sua intelligenza politica.

Si allude certamente a Benjamin Netanyahu, che dopo essere stato escluso alle ultime elezioni politiche a causa della vittoria del duo Lapid-Bennet torna alla ribalta, in quanto i suoi sostituti non sono stati in grado di dare al paese un governo stabile.

Leader carismatico, sempre al centro dell’attenzione mediatica, si presenta come l’unico candidato in grado di dare certezza e stabilità in un momento storico alquanto delicato.

La campagna elettorale di Netanyahu si è dovuta scontrare con la scure della magistratura, che ha aperto un procedimento penale per corruzione e frode nei confronti del candidato premier. Il processo si concluderà non prima dell’anno prossimo. Per questo motivo, Ben Gvir, con il suo partito Otzma Yehudit, alleato di Netanyahu, spinge affinchè il reato di frode sia depenalizzato e promette maggiore tutela per i componenti eletti al Parlamento.

Obiettivo designato è il raggiungimento dei 61 seggi, ma ad ostacolare ciò è il candidato, nonchè primo ministro in carica, Yair Lapid, che punta a far sì che Yesh Atidsi sia il secondo partito più votato, in modo tale da impedire alla coalizione di Netanyahu di ottenere i 61 seggi. Ciò sarà possibile aumentando l’affuenza al voto della popolazione di origine araba.

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Un peso importante sarà rivestito dalle varie minoranze che compongono la popolazione israelita. Infatti molti giovani voteranno per la prima volta, stimati in circa 209mila cittadini, di cui 165mila ebrei; ad essi si aggiungerà anche una minoranza russofona, una ortodossa che rifiuta di adempiere al servizio militare obbligatorio, una ultra conservatrice e una oltranzista.

Da un sondaggio emerge che la popolazione che va dai 18 ai 25 anni voterebbe per Netanyahu, mentre l’elettorato si divide tra il 16% che dichiara di essere di centro destra e il 10% che dichiara di sentirsi di centro sinistra e a favore di Meretz.

Infine, si attestano a circa 100mila gli elettori indecisi che sicuramente voteranno a favore del moderato Benny Gantz o a favore dell’estremista Ben Gvir.

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Molto rilevante sarà il voto espresso dalla minoranza russofona, che potrebbe essere decisivo in quanto sancirà le sorti di ben quindici seggi. Essa è costituita da circa 720mila elettori russofoni nati nell’Unione sovietica, ai quali si aggiungono i figli nati in Israele, che sono circa 310mila elettori, questi ultimi con indirizzi politici totalmente diversi dai loro padri e madri.

Secondo una stima, il 30% dei russofoni nati nell’Unione Sovietica sceglierebbero Liebermann a scapito del solo 30% della nuova generazione.

Ben Gvir, invece, potrebbe contare sul voto del 5% dei russofoni nati in Unione Sovietica contro il 13% di quelli nati in Israele. Ciò dimostra come la nuova generazione sia più indirizzata a tutelare la linea lanciata dai partiti di estrema destra religiosa a scapito degli interessi comunitari.

Antonio Conversano

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