ISTANTANEE D’AUTORE

Christian Borromeo e Riccardo Cocciante

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cms_23953/1.jpgPer molto tempo, negli anni 80, Christian Borromeo fu un giovane attore popolarissimo.

Ci conoscemmo per motivi di lavoro ma nacque dal primo giorno una delle più gradite amicizie della mia vita.

Seppur coetanei, lui aveva una cultura molto superiore alla mia e restavo incantato ad ascoltare i suoi discorsi che si ramificavano in mille digressioni.

Ci incontravamo nella sua casa nel centro storico di Roma, incastonata in un luogo dove non si sentiva nessun rumore, ideale quindi per perdersi in innumerevoli percorsi mentali che non mancavano mai.

Una delle caratteristiche che ci accumunava era la distrazione riguardo alle piccole cose, che produceva episodi esilaranti.

Ma anche in questo lui predominava.

Una volta, dopo che fui entrato in casa, richiuse la porta e vi accostò un pacchetto; al mio sguardo interrogativo rispose che doveva portarlo ad una persona e che, per non dimenticarlo, lo metteva in modo che uscendo doveva per forza ricordarselo.

Durante una nostra ennesima escursione tra i massimi sistemi, mi disse di accompagnarlo in un’agenzia per sistemare una faccenda.

Lui scostò il pacchetto con un piede, aprì la porta e la richiuse.

Solo quando arrivammo a destinazione si rese conto di non aver preso quell’oggetto che aveva posto volutamente davanti alla porta.

Un’altra volta, invece, era venuto con sua madre a casa della mia famiglia per festeggiare il mio compleanno.

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Lasciate le madri a conversare tra di loro, uscimmo per comprare una torta.

Comprammo il dolce, tornammo all’auto, lo poggiò sul tettuccio per prendere le chiavi nella tasca. Entrammo, arrivammo a casa, chiuse l’auto e riprese la torta sul tettuccio ma senza rendersi conto di ciò che era successo perché mi stava parlando.

Io invece me ne resi conto e cominciai a ridere cercando di spiegargli ciò che aveva fatto.

Con un candore ancora più esilarante disse: Per fortuna che siamo in paese e andavamo piano così non è volata!”

Evito di dilungarmi con le mie... distrazioni ma ho voluto citare due aspetti basilari del nostro rapporto.

Il suo cruccio era che, a parte qualche film d’autore, gli proponevano sempre ruoli da belloccio in pellicole pruriginose.

cms_23953/3.jpgQualcuna ne ha accettato per denaro ma l’immagine che ne scaturiva non corrispondeva allo spessore della sua persona e questo fatto lo turbava tanto da farlo soffrire.

La sua sensibilità, il suo modo di considerare la dignità personale presero certamente il sopravvento fino a portarlo a lasciare l’ambiente del cinema e a rifugiarsi in una località dell’Umbria per svolgere un altro lavoro che amava: quello dell’architetto.

Da allora non l’ho più rivisto, preso dai miei impegni in un settore in cui non si poteva mollare niente se non si voleva uscire dal giro.

Non ho mai smesso di ripensare a quell’amicizia e, oggi che la mia visione del mondo è cambiata, rimpiango di non avergli dimostrato che il mio sentimento nei suoi confronti era slegato dalla contingenza del lavoro.

Christian era stato testimone di nozze di Riccardo Cocciante, che allora era tra i cantautori più amati soprattutto dalle nuove generazioni.

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Organizzai per questo un concerto ad Ostia e, in quell’occasione, Riccardo vide che non ero solo un organizzatore ma un amico stretto del suo amico.

E questa condizione fu importante per iniziare un bel rapporto anche con lui, che qualche tempo dopo mi permise di seguirlo per un intero tour estivo.

Esperienza entusiasmante sia perché conoscevo e amavo tutti i brani che scriveva e sia perché si dimostrò una persona apprezzabile professionalmente ed umanamente.

Una volta gli chiesi se, dopo il concerto a Napoli, avrebbe potuto incontrare alcuni ragazzi di una comunità per tossicodipendenti.

Non solo accettò ma li accolse tutti nel backstage e mangiò i vari cibi locali che essi avevano portato, dicendo al suo manager che non sarebbe andato al ristorante con gli altri e che avrei pensato io ad accompagnarlo dopo in albergo.

Questi due personaggi avrebbero meritato due istantanee separate ma con loro ho un’unica foto concreta, anche se migliaia nella mia mente.

Giacomo Carlucci

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