ISTANTANEE D’AUTORE
Veronica Castro

Negli anni ’80 imperversava nelle TV di molti Paesi la Telenovela, corrispondente ai serial di oggi ma con una durata infinita.
Dal Centro e Sudamerica arrivavano quelle più conosciute e seguite.
La star per eccellenza era Veronica Castro.
Nelle sue molteplici visite in Italia, mi occupavo io di lei.
Anche in questo caso, una donna conosciutissima in mezzo mondo, era in privato di una semplicità disarmante.
Grande professionalità sul lavoro, grande genuinità e schiettezza nel rapporto con me.
Sapevo che non amava i pranzi ufficiali ed ero addetto a schivarli.
Ma una volta, per avere una giustificazione vera, le organizzai una cena con un gruppo di giovani, mie amiche e miei amici, per farla stare in allegria senza formalità.
Così avrei potuto dimostrare che era impegnata già con altre persone.
Nelle situazioni informali parlava molto ed era molto ironica.
Le piaceva mangiare ma era costretta a fare attenzione alle quantità e diceva che in Italia questo sforzo era più difficile.
Il livello di fanatismo che si era creato intorno a lei la imbarazzava e più volte l’ho vista a disagio, come quando un gruppo del suo fanclub ci aspettò all’entrata degli studi Rai creando una confusione enorme.
Gente che veniva da varie parti d’Italia per vederla anche solo pochi minuti.
Lo so perché varie volte avevo dovuto tenerli a bada io.
Mi raccontò come si realizzavano le telenovelas.
Si lavorava quasi 12 ore al giorno.
Gli attori ricevevano alcune indicazioni sulla scena da girare ed avevano un auricolare mediante il quale ascoltavano le battute da ripetere e i movimenti da fare in camera.
Non avevano infatti il tempo di studiare il copione del giorno dopo.
L’enorme pubblico che le seguiva aveva le sue preferenze, le sue aspettative e spesso la storia ne teneva conto e si cambiava strada facendo.
La “tenuta” degli interpreti doveva essere di ferro e se pensate che lei era la protagonista di molte, potete immaginare la forza di volontà e la professionalità di Veronica per decenni.
Nonostante questo stress continuo, era una persona serafica.
Le nostre giornate in Italia erano ritmate da numerosi impegni ai quali si sottoponeva docilmente e, notando le mie premure per proteggerla e alleggerirla di qualche peso, spesso mi diceva di non preoccuparmi di lei e di proseguire con ciò che c’era da fare.
Apprezzava molto la Carrà, che mi chiamò per invitarla nel suo programma “Buonasera Raffaella”.
Lei andò ma non ricevette mai in cambio ciò che desiderava molto: avere Raffaella nel suo show tv su Televisa, il più importante canale di lingua ispanica nelle Americhe.
Anche io mancai alla promessa che le avrei portato personaggi noti italiani a Città del Messico, dove lei tuttora abita e lavora.
Avevo il timore, poi rivelatosi infondato, che avrei avuto dei problemi di salute nella permanenza in quella città, visto che è situata a circa 2300 metri di altezza e circondata da alte montagne.
Credo che il mio comportamento l’abbia delusa e non tornò più in Italia.
Ma fu una mia deduzione, non ci fu mai alcun episodio di rottura tra noi.
Cristian Castro, popolarissimo cantante, è suo figlio; amato si, ma che le ha procurato quello che per molti anni è stato il grande dolore di Veronica: non poter vedere i suoi nipoti.
La sua ex moglie ha ottenuto giudiziariamente infatti che i figli non incontrassero il loro padre e la loro nonna.
Mi chiedo come una persona, conoscendo Veronica, possa negarle tale gioia.
E ritorna la morale costante delle storie umane: dietro ogni vita, anche la più apparentemente invidiabile, i dolori non mancano.
(Le immagini che mi ritraggono con l’attrice fanno parte del mio archivio personale)
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